Papa Francesco ‘Dio non dipende dalle logiche umane’

24 giugno 2018 | 12:14
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Papa Francesco ‘Dio non dipende dalle logiche umane’

Il Pontefice: “Nella generazione di un figlio i genitori agiscono come collaboratori di Dio, Una missione veramente sublime che fa di ogni famiglia un santuario della vita”

Città del Vaticano – “Dio non dipende dalle nostre logiche e dalle nostre limitate capacità umane”. Lo ribadisce durante la preghiera dell’Angelus Papa Francesco, esortando i credente a “fidarsi e a tacere di fronte al mistero di Dio e a contemplare in umiltà e silenzio la sua opera, che si rivela nella storia e che tante volte supera la nostra immaginazione”.

Affacciandosi su una piazza San Pietro gremita da centinaia di fedeli provenienti da ogni parte del mondo, il Pontefice spiega il brano evangelico della nascita di San Giovanni Battista, solennità che la Chiesa cattolica festeggia proprio il 24 giugno.

Quella del Battista, fa notare il Santo Padre, è una nascita “che illumina la vita dei suoi genitori Elisabetta e Zaccaria, e coinvolge nella gioia e nello stupore i parenti e i vicini”.

“Questi anziani genitori avevano sognato e preparato quel giorno, ma ormai non l’aspettavano più: si sentivano esclusi, umiliati, delusi”, sottolinea il Papa.

Eppure, “di fronte all’annuncio della nascita di un figlio (cfr. Lc 1,13), Zaccaria era rimasto incredulo, perché le leggi naturali non lo consentivano“, tanto che il Signore “lo rese muto per tutto il tempo della gestazione”.

“Ma Dio non dipende dalle nostre logiche e dalle nostre limitate capacità umane – spiega Bergoglio -. Bisogna imparare a fidarsi e a tacere di fronte al mistero di Dio e a contemplare in umiltà e silenzio la sua opera, che si rivela nella storia e che tante volte supera la nostra immaginazione“.

Solo quando “l’evento si compie”, “Elisabetta e Zaccaria sperimentano che ‘nulla è impossibile a Dio’“. Come il Vangelo odierno, il Papa si sofferma poi sul momento dell’imposizione del nome al bambino.

Elisabetta sceglie un nome estraneo alla tradizione di famiglia e dice: “Si chiamerà Giovanni”, che significa “Dio ha fatto grazia”.

“E davvero Giovanni, dono gratuito e ormai inatteso, sarà testimone e araldo, della grazia di Dio per i poveri che aspettano con umile fede la sua salvezza“, spiega il Pontefice.

“Zaccaria conferma inaspettatamente la scelta di quel nome”, prosegue il Papa, sottolineando come “tutto l’avvenimento della nascita di Giovanni Battista è circondato da un gioioso senso di stupore, di sorpresa e di gratitudine“.

“La gente è presa da un santo timore di Dio”, fa notare il Santo Padre: “Il popolo fedele intuisce che è accaduto qualcosa di grande, anche se umile e nascosto, e si domanda: ‘Che sarà mai questo bambino?’“.

Quindi, a braccio, domanda: “Com’è la mia fede? E’ una fede gioiosa o una fede sempre uguale, piana? Ho senso dello stupore quando vedo le opere del Signore? Quando sento parlare dell’evangelizzazione sento la grazia dentro o niente si muove nel mio cuore?”.

E, ancora a braccio, prosegue: “So sentire le consolazioni dello Spirito o sono chiuso? Domandiamoci, in esame di coscienza: com’è la mia fede? E’ gioiosa? E’ aperta alle sorprese di Dio? Ho saggiato nell’anima quel senso di stupore e di gratitudine?”.

Infine, la preghiera alla Madonna: “La Vergine Santa ci aiuti a comprendere che in ogni persona umana c’è l’impronta di Dio, sorgente della vita”.

“Lei, Madre di Dio e Madre nostra, ci renda sempre più consapevoli che nella generazione di un figlio i genitori agiscono come collaboratori di Dio. Una missione veramente sublime che fa di ogni famiglia un santuario della vita“, conclude il Papa.

Poi, terminati i saluti, l’oramai immancabile “Buon pranzo e arrivederci!“.

(Il Faro online)