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Elezioni in Turchia, Erdogan ‘Vittoria della democrazia’ ma l’opposizione grida ai brogli

25 giugno 2018 | 06:45
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Elezioni in Turchia, Erdogan ‘Vittoria della democrazia’ ma l’opposizione grida ai brogli

Al voto quasi 60 milioni degli aventi diritto. Il presidente uscente si conferma alla guida della penisola anatolica con 52% dei voti

Ankara – Recep Tayyip Erdogan festeggia l’ennesimo trionfo nelle elezioni anticipate in Turchia con il 52,5% delle preferenze. Adesso godrà dei larghissimi poteri attributi dal nuovo sistema presidenziale.

“La competizione non è stata equa – ha detto Muharrem Ince, principale candidato dell’opposizione – ma
accetto che Erdogan abbia vinto“.

“Abbiamo dato a tutti una lezione di democrazia. Nessuno si azzardi a danneggiare la democrazia gettando ombre su questo risultato elettorale, per nascondere il proprio fallimento”.

Ad Ankara, da dove Erdogan ha seguito lo spoglio delle schede che lo ha visto trionfare al primo turno e riconfermato alla poltrona di presidente con più del 52% di voti, il Capo di Stato turco rivendica la vittoria, rispondendo all’opposizione che già ha accusato il presidente uscente di brogli, affermando che lo spoglio non sarebbe giunto al 95%, ma sarebbe ancora fermo al 37%.

Balkondayız. https://t.co/rQ2qH2cTqZ

— Recep Tayyip Erdoğan (@RT_Erdogan) 24 giugno 2018

Tuttavia, Muharrem Ince, principale candidato dell’opposizione nel voto presidenziale in Turchia, in un messaggio, ha fatto sapere che riconosce Erdogan come vincitore.

Finora, il suo Chp aveva contestato i dati diffusi dall’agenzia statale Anadolu, che a spoglio pressoché concluso (98,4%) danno a Erdogan il 52,5% dei consensi, e dunque la vittoria al primo turno.

Sopra il 30%il suo partito socialdemocratico, un risultato che il Chp non toccava dagli anni Settanta. Supera la soglia di sbarramento del 10% ed entra in Parlamento il partito filo-curdo Hdp, che con l’11,47% delle preferenze si è garantito 67 seggi (dato non scontato, considerando che è rimasto fuori dalle coalizioni).

La sua sarà un’opposizione senza sconti, che già con la candidatura del detenuto Demirtas ha avuto il merito di riportare al centro del dibattito la violazione dei diritti civili e politici a danni dei parlamentari e attivisti detenuti in attesa di processo.

Devam! ??

— Recep Tayyip Erdoğan (@RT_Erdogan) 24 giugno 2018

Per recuperare elettori, Erdogan ha da un lato promesso la fine dello stato di emergenza proclamato il 22 luglio 2016, a una settimana dal fallito colpo di Stato, e dall’altro ha accarezzato gli umori nazionalisti della Turchia annunciando l’avvio di operazioni militari nel Nord Iraq, dove si trovano le montagne santuario dei separatisti curdi del Pkk.

E, ad elezioni oramai concluse, proseguono le indagini contro la rete golpista di Fetullah Gulen, accusata di aver realizzato il golpe del 15 luglio 2016.

La procura di Konya, città del centro dell’Anatolia, ha ordinato l’arresto di 47 persone.La polizia per eseguire i mandati è intervenuta in 31 diverse province del Paese.

L’accusa è di far parte dell’organizzazione Feto di Fetullah Gulen, miliardario e ideologo islamico residente negli Usa, ritenuto leader dell’organizzazione terroristica Feto e mente del golpe.

Dal fallito colpo di stato a oggi, secondo quanto reso noto dal Ministero degli Interni turco, circa 155 mila persone sono state colpite da provvedimenti di arresto o sono state sentite dal giudice, circa 48 mila sarebbero invece in carcere.

(Il Faro online)