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Lo sport entra nelle carceri, a Rebibbia maschile, la festa promossa da Coni Lazio

27 giugno 2018 | 06:00
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Lo sport entra nelle carceri, a Rebibbia maschile, la festa promossa da Coni Lazio
Lo sport entra nelle carceri, a Rebibbia maschile, la festa promossa da Coni Lazio
Lo sport entra nelle carceri, a Rebibbia maschile, la festa promossa da Coni Lazio

Si rinnova questa importante iniziativa di recupero sociale legata allo sport. Tra i testimonial presenti anche Santopadre, ex campione di tennis

Il Faro on line – Si svolgerà oggi mercoledì 27 giugno all’interno della Casa di Reclusione Rebibbia Maschile, la festa finale del progetto CONI Lazio “Lo sport entra nelle carceri”.

Oltre 100 detenuti, che durante l’anno sono stati coinvolti dai tecnici delle Federazioni sportive di riferimento nella pratica continuativa di alcune discipline sportive, parteciperanno alla giornata conclusiva.

Dalle 9 alle 13, insieme ai loro istruttori e ai dirigenti federali delle discipline presenti, i detenuti si cimenteranno in tornei di bocce, bridge, biliardino, calcio, scacchi, tennis e tennis tavolo, vivendo un momento di aggregazione e condivisione sotto il segno della pratica sportiva.

Insieme al Presidente Riccardo Viola, che darà il calcio d’inizio della partita di pallone con il Direttore Stefano Ricca, è prevista la presenza di alcuni testimonial sportivi che trascorreranno la mattinata a Rebibbia. Tra questi, l’ex tennista Vincenzo Santopadre, che già da alcuni anni ha abbracciato il progetto del CONI Lazio, affiancando il Comitato nelle sue iniziative di promozione sportiva e a carattere sociale.

Nel corso del 2017 il progetto “Lo sport entra nelle carceri” ha fatto visita ai sei principali istituti penitenziari della regione, coinvolgendo oltre mille detenuti in 19 differenti discipline sportive.

“E’ un momento importante e un appuntamento al quale siamo particolarmente legati. Il rapporto con Rebibbia, consolidato da anni – spiega il Presidente Riccardo Viola – risponde al principio dello sport diritto di tutti; ha motivazioni legate alla salute di chi vive in condizioni di restrizione e vuole regalare a queste persone qualche ora di ordinaria normalità e di scambi con il mondo fuori di qui.”