Ostia, vigilanza contro gli incendi: bluff e carenze in Campidoglio

29 giugno 2018 | 10:18
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Ostia, vigilanza contro gli incendi: bluff e carenze in Campidoglio

Annunciati investimenti per 1,5 milioni invece la vigilanza si limita a ripristinare due telecamere varate nell’epoca Veltroni

Ostia – “Castel Fusano, partito il nuovo servizio di videosorveglianza”. E’ trionfale il comunicato del Campidoglio sulla vigilanza antincendio adottata a tutela delle pinete del litorale. La “novità” sbandierata dal governo capitolino, ovvero due telecamere puntate rispettivamente sulla pineta di Castelfusano e su quella delle Acque Rosse, non è altro che un bluff. O, quanto meno, quella che non è una novità, è stata già sperimentata con scarso successo.

Il tema è quanto dell’impegno annunciato nell’estate 2017, dopo i furiosi incendi che distrussero oltre 300 ettari di bosco solo a Ostia, è stato realmente rispettato. E’ di ieri l’annuncio trionfale della sindaca Virginia Raggi e della sua assessora aall’Ambiente. Pinuccia Montanari. “È partito il nuovo servizio di videosorveglianza per la Pineta di Castel Fusano, nel territorio del X Municipio – comunica l’amministrazione – Due telecamere, installate rispettivamente sulla Torre di Tumuleti (via Villa di Plinio n.d.r.) e sul Castello di Giulio II di Ostia Antica, sono già entrate in funzione per agevolare le attività di controllo e salvaguardia del parco urbano. Le due videocamere sono attive 24 ore su 24 e vengono puntualmente monitorate dagli addetti del Servizio Giardini di Roma Capitale”.

Due vecchie telecamere ripristinate per la lotta agli incendi. Tutto qui? Quegli occhi elettronici, posti rispettivamente sulla sommità della Rocca di Giulio II puntata verso le Acque Rosse e, per Castelfusano, in cima alla Torre d’avvistamento di via Villa di Plinio, non che non siano importanti, per carità. Dotate di controllo remoto (trasmettono le immagini alla centrale di vigilanza che si trova in via del Martin Pescatore all’Infernetto dove possono essere manovrate per ingrandire la ripresa) sono un buon deterrente e la riproposizione di un sistema che in passato non ha funzionato. Non è chiaro se abbiano una sensibilità infrarossi ovvero se sono in grado di rilevare la fonte di calore data dalle fiamme durante la notte.

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In effetti nelle giornate di vento forte, la propagazione di un incendio è molto più veloce del tempo di reazione del sistema di intervento. Tra l’allarme e l’arrivo sul posto delle cisterne possono passare anche 15-20 minuti, troppi come è già successo. Ed è forse per questo motivo che i sistemi oggi ripristinati erano stati dismessi. Quindi ben venga l’implemento della videsorveglianza ma solo se accompagnato da un reale potenziamento e una migliore dislocazione di uomini e mezzi. Ci si chiede, per esempio, perché non è stato ripristinato l’eliporto di via del Martin Pescatore dove per molte estati, quelle con minori attacchi da parte dei piromani, stazionava stabilmente il mezzo aereo?

Eppure i soldi ci sono. O, almeno, li ha promessi lo stesso Campidoglio un anno fa.

Il 22 novembre 2017, infatti, alla riapertura delle strade chiuse in pineta per la messa in sicurezza e le operazioni di bonifica, l’assessora capitolina all’Ambiente, Pinuccia Montanari, aveva fatto un annuncio roboante. “È in corso la valutazione tecnica per un bando per l’installazione di altre telecamere h24 tramite i fondi dedicati del ministero“, ha fatto sapere l’assessore. Alle telecamere, poi, andrà aggiunta anche una task force interforze: “In 10-15 giorni rafforzeremo la presenza nella pineta grazie a un protocollo d’intesa con i Carabinieri Forestali che coinvolgerà anche il ministero dell’Ambiente e il Comune di Fiumicino. Inoltre stiamo progettando all’interno del Servizio giardini una task force da destinare alla prevenzione della pineta“.

In quell’occasione l’assessora Montanari fece anche un conteggio della posta economica che sarebbe stata messa in campo. “I fondi sono intorno ai 500mila euro – ha detto – li stanzieremo nel bilancio 2018 e saranno di supporto a quelli già esistenti che sono 1 milione tra fondi vincolati non spesi negli ultimi cinque anni più quelli stanziati quest’anno sempre dal ministero dell’Ambiente. Il totale è quindi di 1,5 milioni di euro“. Già all’indomani dell’emergenza di luglio 2017 la stessa Montanari aveva anticipato queste misure costose.

Aver ripristinato due telecamere è un evento positivo ma il resto dei soldi promessi e degli interventi in programma, che fine ha fatto?