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Ladispoli, è polemica sull’assunzione dei bagnini, intervengono Perretta e Ribomar

18 luglio 2018 | 16:50
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Ladispoli, è polemica sull’assunzione dei bagnini, intervengono Perretta e Ribomar

7 bagnini di origine siciliana e calabrese, fanno scoppiare il caso mediatico.

Ladispoli – “Una certa stampa locale continua a perseguire il sensazionalismo a tutti i costi piuttosto che diffondere una informazione corretta. Qualche giornalista offre la triste impressione di voler usare la propria penna solo per bassa propaganda politica”.

Con queste parole il vice sindaco ed assessore al demanio marittimo, avvocato Pierpaolo Perretta, ha stigmatizzato il nuovo episodio di cattiva informazione sul web, relativo alla convenzione comunale per la gestione delle spiagge libere, ottenuta dalla rete di imprese Ribomar, attraverso un apposito bando pubblico.

“Ancora una volta – continua il vice sindaco Perretta – siamo in presenza di una fake news, altrimenti definita fandonia, in cui viene descritta una vicenda in maniera totalmente difforme dalla realtà. L’ennesimo film in cui viene raccontato alla città quanto sarebbe brutto e cattivo il sindaco Alessandro Grando e la sua amministrazione.

Questa volta a fare scalpore, secondo questo desolante modo di fare informazione, sarebbe l’impiego di ben 7 bagnini di origine -si badi bene- sicule e calabresi in un piano di salvamento collettivo il cui fine è quello di salvare vite e non quello di impiegare, a prescindere, personale con carta di identità locale. Certo questa informazione d’assalto “de noantri” ed attenta alla economia locale avrà fatto sicuramente una guerra mediatica, quando la precedente amministrazione spendeva solo nel biennio 2016/2017 circa 460.000 euro per la pulizia degli arenili liberi.

E ciò con i risultati che tutti i cittadini ben ricordano, come la mancanza di servizi sulle spiagge e senza il fondamentale salvamento e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Non abbiamo memoria, però, di tali approfondimenti da parte della stampa locale negli anni scorsi nei quali le nostre spiagge libere erano pressocchè prive di servizi, e non vi era nemmeno la volontà o la coscienza politica di dare la giusta attenzione ad una parte fondamentale del nostro territorio.

Adesso che, invece, tutto questo c’è, anche grazie a questa sinergia della Amministrazione con l’impresa locale rappresentata dalla Ribomar, apprendiamo che per certa stampa, più che salvare vite nel mare di Ladispoli,  è importante che a farlo non siano italiani di “origini siciliane o calabres”i.  A questo aberrante e strumentale modo di fare informazione, al quale la cittadinanza sta cominciando a dare il peso che si merita, preferiamo rispondere con i fatti.

Le nostre spiagge libere in convenzione nel 2018 hanno servizi efficienti, sono pulite e soprattutto possono avvalersi di un piano di salvamento collettivo ed altamente professionale, indispensabile ad una città che voglia rilanciare la propria immagine in ambito turistico e tutto ciò con un importante economia cittadina. Il percorso amministrativo ed autorizzativo è pubblico e consultabile nel sito comunale, quindi accessibile a tutti: ci dispiace per i fautori della teoria del complotto, ma dietro questa convenzione non c’è alcun torbido segreto.

Comica poi è la questione dei servizi affidati a terzi, come se i concessionari, ossia i titolari di stabilimenti balneari in virtù di apposita concessione, svolgessero di persona sia il servizio di salvamento che quello di pulizia della spiaggia. Ovviamente i concessionari assumono personale che provvede a tali servizi, che sono obbligatori per l’esercizio di una concessione demaniale marittima. Il convenzionante, ossia colui che ha in convenzione spiagge libere con il comune, come nel caso della Ribomar, è equiparato dalla normativa di riferimento al concessionario e deve provvedere a fornire alcuni servizi, tra i quali il salvamento e la pulizia.

Che, similmente al concessionario, potrà affidare a propri dipendenti, dietro corrispettivo. Naturalmente – conclude Perretta – in tutto questo l’amministrazione non ha alcun diritto di interferire essendo questioni di natura essenzialmente privatistica. Ciò che conta per il Comune di Ladispoli e per la città è che gli impegni assunti siano correttamente eseguiti  e rispettati. E’ vero, però, che a Ladispoli ci sono 30 bagnini impiegati nel Piano di Salvamento Collettivo, di cui 7, per qualità mostrate durante la selezione, hanno meritato più di altri di essere scelti. Sono 7 bravi bagnini e sono di origine siciliana e calabrese. Evidentemente per qualche mass media questo è un problema. Non lo è certamente per chi, come la Amministrazione del Sindaco Grando, crede nel valore delle persone e nella meritocrazia.”

Ribomar: “L’offerta di lavoro per queste mansioni altamente qualificate è stata superiore alla domanda locale”

“In merito al Piano Collettivo di Salvamento (PCS), negli ultimi giorni, sulla stampa locale, sono circolate illazioni circa l’assunzione di personale proveniente dalla Calabria o dalla Sicilia, a discapito delle risorse del nostro territorio. A tali illazioni, con la presente, si vuole dare specifica e decisa replica.Sugli oltre 30 assunti per il solo servizio di salvamento (se si considerasse l’organico coinvolto anche per la pulizia arenili il numero aumenterebbe ancora) soltanto 7 provengono da regioni a Sud del Lazio.

Il motivo di tale esigua integrazione è semplice: A parità di requisiti, l’offerta di lavoro per queste mansioni altamente qualificate e con elevati standard di servizio è stata superiore alla domanda locale, pertanto si è reso necessario ricercare ovunque ragazzi volenterosi e qualificati che affiancassero le eccellenze locali nell’espletamento di questo delicatissimo servizio a tutela della vita umana.

Rete Ribomar ed Assobalneari hanno anche cercato di ridurre ad una quota minima il numero degli assistenti neo brevettati perché il lavoro sulle torrette richiede piena autonomia ed esperienza maturata su diversi lidi nazionali dove già si è operata qualche sperimentazione collettiva. A tal proposito, essendo il servizio in continua evoluzione, si invitano tutti gli interessati maggiorenni a candidarsi per il servizio di salvataggio presentando i propri curriculum presso la base operativa centrale Dolphin sul lungomare marina di palo snc.

Al momento, essendo solo 7 su 30 gli assistenti non autoctoni (meno di 1/3 del totale), la notizia per cui sarebbero “almeno una ventina i bagnini di Ladispoli rimasti a casa quest’anno” è pertanto infondata o non relazionabile alla messa in esercizio del PCS tanto più che molti ragazzi di Ladispoli non si sono presentati alle selezioni in quanto, per questo primo anno di esercizio, l’impiego sarebbe stato dal 15.6 al 15.9 mentre loro cercavano un lavoro più lungo.

Gli imprenditori balneari costituiti in Rete hanno sottoscritto una Convenzione che stanno rispettando puntualmente, la stessa Rete sta coordinando, promuovendo e sostenendo economicamente il servizio, mentre per alcune attività operative è stato richiesto supporto a società specializzate selezionate sul territorio.

Tali società hanno organizzato le selezioni degli assistenti, istruito e sottoposto tutti i ragazzi assunti ad un capillare lavoro di team building e di ulteriore approfondimento professionale, ognuno infatti è stato ulteriormente certificato come operatore BLSD dall’Azienda Regionale per l’Emergenza Sanitaria ARES 118 per l’uso dei defibrillatori utilizzati nel progetto.

Inoltre, ogni 10 giorni, presso la sede della Dolphin, che da anni è impegnata in attività di monitoraggio e tutela della costa, si eseguono specifiche esercitazioni nonché puntuali test atletici e organizzativi anche sotto stress per mantenere gli elevati standard prestazionali di tutto lo staff e garantire l’eccellenza del servizio.

In definitiva, essendo l’offerta di lavoro aumentata sia in termini qualitativi che quantitativi con l’introduzione del servizio integrato di Salvataggio e pulizia degli arenili è evidente la ricaduta positiva e qualificante per l’intera economia e per il turismo locale. I numeri che confermano queste asserzioni sono i seguenti:

Sono più di 50 gli interventi documentati ad oggi portati a termine dagli assistenti bagnanti che lavorano per PCS, frutto dell’intesa tra gli imprenditori balneari locali, la Capitaneria di Porto di Civitavecchia e il Comune di Ladispoli.

In particolare, il pronto intervento di questa equipe di professionisti del salvamento, in almeno 10 casi, ha impedito che una meritata esperienza di mare si tramutasse in vera e propria tragedia, ricevendo anche il ringraziamento del sindaco e dei cittadini.

E’ anche importante sottolineare che, grazie all’immediatezza del collegamento radio di tutte e 28 le postazioni di presidio, il tempo necessario per individuare i genitori dei bambini dispersi sugli oltre 3km di spiaggia monitorata, si aggira addirittura tra i 30 e i 50 secondi. Ad oggi sono stati almeno 17 i bambini tra i 3 e i 10 anni prontamente restituiti alle famiglie.

L’azione di presidio non si ferma a questo ma include il monitoraggio e la segnalazione alla Capitaneria di tutti i casi da cui possa scaturire pericolo per i bagnanti come il mancato rispetto delle regole per la pesca, comportamenti autolesivi sulle scogliere, fenomeni di inquinamento delle acque.

Ancora una volta l’Assobalneari e la Ribomar, che riuniscono gli imprenditori balneari di Ladispoli e S.Nicola, ringraziano tutte le partnership che collaborano al progetto per l’egregio lavoro finora svolto su tutto il litorale ma soprattutto ringraziano tutti gli assistenti bagnanti operanti nel PCS giacché la competenza, la voglia di lavorare e la professionalità non conoscono discriminazioni in base alla regione di provenienza.

In definitiva si invitano gli organi di stampa a verificare le notizie apprese da fonti non ufficiali prima di pubblicare notizie non rispondenti al vero.”