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Bonificata la palude di Torre Flavia, rimossi 1850 metri di lenze abbandonate

6 agosto 2018 | 16:11
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Bonificata la palude di Torre Flavia, rimossi 1850 metri di lenze abbandonate

Manunta: “Servono progetti di tutela e educazione ambientale da sostenere”

Ladispoli – Tra le dune del monumento naturale Palude di Torre Flavia nidificano due specie di uccelli, il Corriere piccolo (Charadrius dubius) e il Fratino (Charadrius alexandrinus). La Città metropolitana di Roma Capitale, responsabile dell’area protetta, svolge le attività di sorveglianza e tutela dell’area e svolge specifici progetti di tutela della flora e della fauna.

A marzo 2018 (prima della nidificazione di queste specie), insieme alla Lipu è iniziata la bonifica manuale dei materiali abbandonati o depositati dalle mareggiate, proprio sulle dune dove queste due specie vengono a nidificare.

Il principale pericolo sono gli ami e le lenze lasciate dai pescatori, che possono intrappolare gli uccelli, oltre a costituire un rischio per i bagnanti, in special modo bambini.

Su una superficie di 15000 mq sono stati rimossi ben 1850 metri lineari di lenze (densità: 12,34 cm/m2) e 33 ami (densità: 22 ami per ettaro). Registrati anche molti animali marini intrappolati o strappati dal fondale e alcune specie di alghe. In un’area in particolare è stato necessario ripetere il campionamento per eliminare le lenze residue dopo la prima pulizia.

I dati sono impressionanti – commenta il Consigliere metropolitano delegato all’Ambiente, Matteo Manunta – e ci fanno comprendere quanto sia delicato il lavoro che svolgono i nostri operatori e quante conseguenze negative per l’ambiente possano derivare da comportamenti apparentemente innocui, come un filo da pesca spezzato lasciato sulla spiaggia”.

Sono un pericolo per gli animali come per i bagnanti che visitano quelle spiagge. È fondamentale sostenere i progetti di tutela ambientale, ma anche dare un messaggio di maggior attenzione a chi visita l’area protetta. Per questo vanno sostenuti e incrementati non solo i progetti di tutela e ripopolazione della flora e della fauna, ma anche quelli di educazione ai cittadini al rispetto dell’ambiente che ci circonda, in aree delicate come quelle che gestiamo”, conclude Manunta.

(Il Faro online)