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In pista questa sera la staffetta maschile per il podio, Tortu: “Ci tengo tantissimo, gruppo eccezionale”

12 agosto 2018 | 12:51
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In pista questa sera la staffetta maschile per il podio, Tortu: “Ci tengo tantissimo, gruppo eccezionale”

Questa sera gara di chiusura degli Europei. Il primatista italiano entusiasta. Con lui, Desalu, Jacobs, Manenti, Rigali, Howe e Cattaneo. Una squadra da sogno

Il Faro on line – Sette azzurri per la staffetta 4×100. Sette amici pronti a dare battaglia nella serata conclusiva dei Campionati Europei di Berlino, domenica 12 agosto, con la batteria e l’eventuale finale in meno di due ore.

Microfono agli azzurri a Casa Atletica Italiana, all’undicesimo piano del Golden Tulip Berlin: il primatista italiano e quinto d’Europa dei 100 Filippo Tortu e il sesto classificato dei 200, Fausto Desalu, all’indomani dello straordinario 20.13 della finale, hanno presentato la staffetta insieme agli altri convocati Marcell Jacobs, Andrew Howe, Federico Cattaneo, Davide Manenti e Roberto Rigali.

Filippo Tortu: “È una delle gare più importanti dell’anno e ci tengo particolarmente perché siamo un bellissimo gruppo di amici. Abbiamo lavorato molto quest’anno e abbiamo ottime possibilità di giocarci qualcosa di importante. Non sappiamo ancora nulla della formazione, ci mettiamo tutti a disposizione del prof Di Mulo. Ci chiedete se ci diamo soprannomi? Io Manenti lo chiamo lo “zio Da”. Il motivo è che ne ha corse tante di staffette, ho imparato molto da lui e penso non si offenda se dico che è il veterano. Guardandomi dentro, la mia figura di riferimento è sempre stata Livio Berruti, che ho avuto la fortuna di incontrare. Lo stimo non solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello umano per come viveva lo sport”.

Fausto Desalu: “Ho dormito dopo i 200? Sì e no. L’ho detto e lo confermo, da qui a due anni punto ad avvicinarmi al record di Mennea. È l’obiettivo che mi pongo. Sono prontissimo per la staffetta, possiamo fare belle cose, perché oltre ad essere tutti elementi forti siamo un bel gruppo affiatato. Ho la fortuna di essere vicino a quello che era il mio idolo da bambino, Andrew Howe. Ero in punizione e non potevo guardare la tv quando gareggiò nella finale di Osaka. Da allora ho iniziato a imitarlo, suono anche la batteria come lui. Alla fine abbiamo trovato una distanza che ci accomuna e devo ringraziarlo perché è lui che mi ha dato la carica per diventare un professionista e per batterlo nei 200. Questo 20.13 è anche suo”.

Marcell Jacobs: “Sono pronto a riscattarmi dai 100. Punto a fare molto bene, siamo una grande squadra e non vediamo l’ora di scendere in pista. Anche a me fa piacere essere qui vicino a Andrew. Quando ho iniziato con l’atletica tifavo gli azzurri, e lui è sempre stato un punto di riferimento e uno stimolo da ragazzino. Ero quasi riuscito a superarlo nel lungo: un po’ di vento me l’ha impedito ma cercherò ancora di raggiungerlo”.

Andrew Howe: “Sono stato contentissimo per Fausto, se lo merita, è un grande fenomeno e un ragazzo umile. È stato bello vedere un italiano in finale e soprattutto fare quel tempo. È un grande onore sapere di averlo ispirato, speriamo che lui possa fare altrettanto e faccia avvicinare i ragazzi all’atletica. Anche io ne avevo di idoli da piccolo: Carl Lewis, ma anche Michael Johnson che guardavo come qualcosa di impossibile da raggiungere. Se penso ai miei di 200, dico che qualcosa posso ancora migliorarlo”.

Federico Cattaneo: “La staffetta è una gara che unisce più valori individuali e dobbiamo puntare a fare il meglio. Il mio soprannome Chuck che uso per i social deriva da Chuck Norris, avevo i capelli più lunghi e un mio amico a scuola mi chiamò così. Giocavo a calcio ma ho iniziato con l’atletica nel 2010 e proprio in quella stagione ho visto Collio e Di Gregorio fare due frazioni incredibili nella staffetta degli Europei di Barcellona: da lì mi sono appassionato molto”.

Davide Manenti: “Abbiamo preparato la staffetta da tanto tempo, dobbiamo fare il nostro e vediamo dove siamo capaci di arrivare. Il mio idolo? Vengo dal calcio, e da piccolo non sapevo nemmeno cosa fosse l’atletica. Ma poi mi sono fatto ‘traviare’ da Mennea”.

Roberto Rigali: “Il fatto di essere in mezzo ai grandi è un sogno che si sta realizzando. Quando ho iniziato a fare atletica il mio idolo era Lemaitre: mi piaceva il suo modo di correre. Ora è Filippo Tortu!”.

Foto : Fortunato/Fidal