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Nuoto paralimpico, altre 15 medaglie al collo, azzurri sul tetto d’Europa

16 agosto 2018 | 18:45
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Nuoto paralimpico, altre 15 medaglie al collo, azzurri sul tetto d’Europa

35 allori in tre giornate. Eccezionali i campioni e le campionesse del nuoto paralimpico. Morlacchi oro e Camellini argento. Con sorpresa, annuncia addio alle gare

Il Faro on line – Il day 3 dell’Italia nei Campionati di nuoto paralimpico di Dublino è scritto nella faccia e nelle parole emozionate di Francesco Bocciardo che subito dopo la vittoria nella finale dei 100 rana SB5 ha dedicato la medaglia d’oro a Genova, la sua città: “Quest’oro per me ha un significato particolare. Dopo quello che è accaduto a Genova mi sembra un atto dovuto dedicarlo alla mia città. Alle vittime e ai loro familiari. Genova ce la farà anche questa volta a rialzarsi”.  Dopo il drammatico incidente che ha colpito la città ligure tutta la Nazionale si è stretta attorno al compagno ed in simbolo di solidarietà, anche ieri gli azzurri sono scesi in acqua con il lutto al braccio. Bocciardo vince il suo secondo oro, stavolta nella gara dei 100 rana SB5 e con il crono di 1’48”16 perfeziona il nuovo primato italiano già realizzato in batteria. Medaglia d’argento allo svizzero Fuhrer (1’54”36) bronzo al ceco Andrysek (1’56”91). L’Italia consolida il suo primato nella classifica generale, al secondo posto nel medagliere dietro l’Ucraina, e davanti alla Gran Bretagna, con le medaglie che nel frattempo sono arrivate a quota 35: sono 13 le medaglie d’oro, 12 gli argenti e 10 i bronzi conquistati dagli azzurri. In appena tre giorni di gare la nazionale italiana ha già superato il bottino degli ultimi europei di Funchal 2016.

Cinque ori e un record mondiale

Oltre alla vittoria di Bocciardo gli azzurri hanno conquistato altri quattro ori. Una straordinaria Carlotta Gilli mette a segno uno straordinario record del mondo nei 200 misti. L’azzurra della Rari Nantes Torino/Fiamme Oro, allenata da Andrea Grassini, ha dominato dal primo all’ultimo metro i 200 misti SM13. “Stavo fremendo, non vedevo l’ora di gareggiare – dice Carlotta – nei primi due giorni non avevo gare. Non è facile stare a guardare e io non vedevo l’ora di gareggiare”. E di vincere.  La torinese ferma il crono su 2’22”12 (passaggi 29”08 – 1’05”68 – 1’49”37 – 2’22”12) andando a migliorare il record mondiale già di sua proprietà realizzato l’anno scorso a Berlino in occasione dell’ultima tappa delle World Series  (2’23”62). L’ argento va all’ucraina Stetsenko (2’29”87) ed il bronzo a Edo Beltran (2’34”66).

Un altro momento topico della giornata di ieri è stata la finale dei 100 delfino S9. I due “fratelli d’Italia” Federico Morlacchi e Simone Barlaam, compagni di squadra nella Polha Varese e di allenamento (sono seguiti da Max Tosin),  e rivali-amici in acqua, hanno di nuovo infiammato le tribune  dell’Aquatic Centre di Dublino dopo la finale dei 100 stile.

Dai tempi di qualifica non partivano nelle corsie centrali. Ma hanno offerto da subito spettacolo duellando, al solito, su tutti gli altri rimasti a vederli da dietro, in scia. Barlaam è uscito subito in testa dall’acqua di forza e ha virato nei 50 toccando per primo la piastra. Nella seconda vasca Morlacchi ha acceso il suo “motoscafo” ed è andato alla conquista dell’oro. Un oro che vale in crono di 1’00″11, davanti al grande atleta, Simone Barlaam, di soli 65 centesimi. Tutti in piedi. “C’è da dire – racconta sorridendo Morlacchi dopo l’arrivo vittorioso – che è stato un contentino, perché secondo me la prestazione più bella l’ha fatta Barlaam che ha tirato giù due secondi dal suo personale. Sono contento di questo filotto riuscito in campo europeo e adesso spero di ripetermi anche a livello mondiale. Io e Simone ci alleniamo in maniera molto divertente e ci aiutiamo a vicenda.” “Per me – gli fa eco Barlaam – è un europeo straordinario e spero di continuare così. Sono davvero felice di allenarmi con Federico, mi dà tanti stimoli per migliorare.”

Il capitano della nazionale Efrem Morelli, classe 1979, ha vinto l’oro nella finale dei 50 rana classe SB3, specialità in cui detiene il Record europeo. Il bresciano parte subito a tutta e con un crono di 49”03 sale sul podio più alto lasciando l’amaro in bocca all’israeliano Dadaon (55”06) e all’austriaco Ernhofer (59”44), distanziati non di poco. “Ci tenevo a difendere il titolo – racconta l’atleta della Bresciana no Frontiere ai microfoni di Raisport – e sono davvero soddisfatto, non so dove arriverò, ma di sicuro voglio fare ancora del mio meglio. Questa è una nazionale eccezionale. Grazie al lavoro del ct Riccardo Vernole e di tutto il suo team della Finp”.

Arjola Trimi ha vinto l’oro – “è stata una meravigliosa sorpresa” nei 50 rana classe SB3. L’atleta milanese in forza alla Polha Varese in questi europei torna dopo una lunga serie di guai fisici. Le sue vittorie hanno un doppio valore, perché battono anche la sfortuna, oltre alle avversarie. “Non ho molte parole, non mi immaginavo questo risultato sinceramente, non è la mia gara e non so come ho fatto a vincere la medaglia d’oro”, racconta dopo la vittoria Arjola che finora ha già vinto due ori individuali, un argento ed un bronzo. Più agguerrita che mai. L’azzurra allenata da Micaela Biava con il crono di 1’04”48 nei 50 rana fa cantare l’inno di Mameli ai suoi tifosi seduti in tribuna e soprattutto alla sorella, qui a Dublino a sua insaputa. Meravigliosa sorpresa quindi riuscita per entrambe. Alle spalle di Arjola la ceca Mickova (1’07”89) e l’ucraina Sviderska (1’12”23).

Il dottore volante e il platino di Fabrizio

Inseguita, voluta, conquistata. E soprattutto promessa, eh sì, perché il Marco Dolfin, (Briantea 84/FF.OO) “The Doctor”, prima di partire i suoi due gemellini gli avevano chiesto la medaglia e lui, il chirurgo volante torinese, qui al National Aquatic Centre come ogni bravo papà ha mantenuto la promessa. Con un crono di 1’41”36 e una progressione che ha dell’incredibile, Dolfin passa dalla quarta posizione fino alla seconda senza mai dar tregua ai suoi avversari, vola verso l’arrivo e si va a prendere il tanto desiderato argento. Davanti a lui solo lo spagnolo Ponce (1’29”85).

Terzo posto al portoghese Rocha (1’44”25). “Sono molto felice per i miei bambini e per mia moglie, per la mia società per le Fiamme Oro per i miei colleghi dell’ospedale e per tutti coloro che hanno lavorato nell’ombra per aiutarmi a raggiungere questo risultato che mi ripaga di tutto”. Degna di nota, “per me vale come una medaglia di platino”, la prestazione del sempreverde Fabrizio Sottile. L’atleta varesino nella finale dei 100 stile libero classe S12 ha fatto segnare il suo personale, inseguito da anni, scendendo sotto i 25 secondi. “Non ho mai visto arrivare uno così felice”, racconta uno degli allenatori della nazionale. Sottile ha fermato il crono a 24”77. Che gli vale un quarto posto, la medaglia di legno. Dietro tre ucraini che sembravano appartenere a un altro pianeta. “Fare per dieci anni – scrive l’atleta varesino su Fb – sempre costantemente solo 25 secondi è una cosa frustrante, logorante, deprimente. Ti fa arrabbiare, innervosire, ti demoralizza. Poi, quando meno te lo aspetti, in una piscina verde, dopo una qualifica al mattino da dimenticare… 24”77! La gioia che ho provato quando mi è stato riferito il tempo era un’emozione che non ricordavo nemmeno più. Non so come ho fatto”.

Sorpresa delle sorprese al terzo posto c’è l’altra italiana, Martina Rabbolini (non vedenti Milano) che chiude la finale in 5’49”94. “Non riesco neanche a parlare e a descrivere la gara – racconta Martina – devo ancora rendermene conto. Questo è un piccolo passo in avanti e ci tengo a dedicarla alla mia famiglia e alle bellissime persone che mi sono state vicine ”.

Le altre medaglie

Bellissimo il podio della finale dei 100 rana SB4, composto da due eccezionali azzurre: Giulia Ghiretti (Ego nuoto/FF.OO) e Monica Boggioni (AICS nuoto). Una gara molto combattuta dove entrambe le italiane hanno speso tutto quello che avevano soprattutto la Ghiretti che ai microfoni di Raisport confessa: “E’ una medaglia molto importante, speravo di fare un pochino di più, ma ho tirato fuori tutto quello che avevo, è comunque un bellissimo argento”. “Questa per me – le fa eco Monica Boggioni – è una medaglia importante, in più trovo sia bellissimo condividere il podio con la mia compagna di nazionale”. Boggioni medaglia di bronzo (1’57”13)  chiude alle spalle di una forte Ghiretti (1’53” 04). Davanti alle due italiane arriva l’unghese Hilles (1:51.13).

Neanche il tempo di prender fiato che sale sui blocchi di partenza la “furia azzurra” Xenia Palazzo. La veronese poliglotta – papà siciliano e mamma russa – allenata da Marcello Rigamonti ha affrontato prima la qualificazione poi la finale dei 50 stile S8 con una concentrazione incredibile. Fin dalle prime ore del pomeriggio è entrata in quel suo “silenzio” quasi scaramantico quanto insolito per una che non manca mai di parole e battute con i compagni. Ha condotto una gara in maniera perfetta chiudendola con un crono eccezionale, 31”34, timbrando anche il suo nuovo primato italiano. Argento per Xenia: “Non so cosa dire, dopo due medaglie d’oro arriva anche l’argento ho lavorato tanto ed ho fatto altrettanti sacrifici per raggiungere questi obiettivi. Ne sono veramente fiera anche se ora non riesco a parlare dall’emozione”. Oro alla francese Supiot (31”22), bronzo all’ucraina Denysenko (32”47).

Sorprendente  la finale dell’azzurra Alessia Berra (Polha Varese) che nei 50 stile libero S12 con il tempo di 28”67, porta a casa un altro bronzo. “Ancora non ci credo – racconta subito dopo l’arrivo – che bello però! Devo ringraziare tutta la squadra della nazionale perchè io sono proprio un disastro dimentico le cose in giro, ho avuto Federico Morlacchi e Gioele Ciampricotti che mi hanno aiutato a recuperarne alcune che ho lasciato sia in piscina che negli spogliatoi. Avere una squadra unita come questa, che mi aiuta a rimettere insieme i pezzi, è davvero fantastico”. Sul podio più alto stavolta si entra in due per un parimerito della britannica Russel e alla tedesca Krawzow con 27″94, chiude la spagnola Delgrado con 29”22.

Chiude la serie dei bronzi il veronese Stefano Raimondi nella gara dei 400 stile libero S10. Raimondi è riuscito ad essere all’altezza dei due “mostri” che gli nuotavano accanto. E’ riuscito a controllare la situazione per poi spingere fino a dare il massimo. Ferma il tempo dopo 4’06”71. Vince l’oro l’ucraino Krypak (4’01”86) seguito dall’olandese Takken (4’03”89).

L’impresa di Salvatore

Nella finale dei 400 stile, classe S11, impresa di Salvatore Urso, (Noived Napoli), esordiente a questo Europeo. Salvatore sente addosso l’emozione e la responsabilità di una gara molto impegnativa. Sa anche quanto siano forti i suoi rivali, ma poco importa, lui nuota prudente la prima metà della gara, attacca nella seconda e arriva al tanto sudato argento con uno strepitoso crono – 5’17”56.

Doppietta per l’ucraina che si aggiudica l’oro con Smyrnov (5’01”63) ed il bronzo con Serbin (5’17”56) “ E’ una felicità che ripaga tanti sacrifici – dice Salvatore ai microfoni di Raisport – sono molto soddisfatto ed altrettanto emozionato. E’arrivata e finalmente ho aperto questa rassegna nel migliore dei modi. Lo sport è un’attività abbastanza complessa ed io mi sono impegnato, vorrei ringraziare la mia famiglia, il mio allenatore ed i miei amici. Vorrei dire ai ragazzi che lo sport gratifica, molto più che stare seduti davanti ad un film a mangiare pop corn, lo sport gratifica non solo fisicamente, ma mentalmente“. Applausi.

Foto : Augusto Bizzi