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Abusi su minori in Irlanda, il Papa: “La Chiesa ha fallito nell’affrontare questi crimini ripugnanti”

25 agosto 2018 | 14:11
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Abusi su minori in Irlanda, il Papa: “La Chiesa ha fallito nell’affrontare questi crimini ripugnanti”

Il Pontefice: “La gravità degli scandali degli abusi, che hanno fatto emergere le mancanze di tanti, serva a sottolineare l’importanza della protezione di minori e adulti vulnerabili da parte dell’intera società”

Dublino – “Considerando la realtà dei più vulnerabili, non posso che riconoscere il grave scandalo causato in Irlanda dagli abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli. Il fallimento delle autorità ecclesiastiche – vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri – nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica. Io stesso condivido questi sentimenti”.

Inizia con l’ombra dello scandalo degli abusi sessuali su minori compiuti dai sacerdoti cattolici il 24mo viaggio apostolico di Papa Bergoglio, che questa mattina ha lasciato Roma alla volta di Dublino, in Irlanda, in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie.

Dal castello di Dublino, dove il Pontefice ha incontrato le autorità civili e politiche irlandesi (è presente anche una delegazione dell’Irlanda del Nord), Francesco ha denunciato l’incapacità delle gerarchie ecclesiastiche irlandesi nell’affrontare la spinosa questione della pedofilia.

Ha poi citato il suo predecessore, Papa Benedetto, che “non risparmiò parole per riconoscere la gravità della situazione e domandare che fossero prese misure ‘veramente evangeliche, giuste ed efficaci’ in risposta a questo tradimento di fiducia”.

“Il suo intervento franco e deciso continua a servire da incentivo agli sforzi delle autorità ecclesiali per rimediare agli errori passati e adottare norme stringenti volte ad assicurare che non accadano di nuovo”, ha aggiunto Francesco.

Poi, a braccio, ha aggiunto: “Più recentemente, in una Lettera al Popolo di Dio, ho ribadito l’impegno, anzi, un maggiore impegno, per eliminare questo flagello nella Chiesa; a qualsiasi costo, morale, e di sofferenza”

Ogni bambino è infatti un dono prezioso di Dio da custodire, incoraggiare perché sviluppi i suoi doni e condurre alla maturità spirituale e alla pienezza umana – ha sottolineato Bergoglio -. La Chiesa in Irlanda ha svolto, nel passato e nel presente, un ruolo di promozione del bene dei bambini che non può essere oscurato”.

Da qui l’auspicio “che la gravità degli scandali degli abusi, che hanno fatto emergere le mancanze di tanti, serva a sottolineare l’importanza della protezione di minori e adulti vulnerabili da parte dell’intera società. In questo senso, siamo tutti consapevoli dell’urgente necessità di offrire ai giovani un saggio accompagnamento e valori sani per il loro cammino di crescita”.

Chiesa, famiglia di famiglia

Francesco ha ricordato anche la ragione della sua visita a Dublino, ovvero l’Incontro Mondiale delle Famiglie: “La Chiesa è, effettivamente, una famiglia di famiglie, e sente la necessità di sostenere le famiglie nei loro sforzi per rispondere fedelmente e gioiosamente alla vocazione data loro da Dio nella società”.

“Per le famiglie, questo Incontro è un’opportunità non soltanto per riaffermare il loro impegno all’amorevole fedeltà, al mutuo aiuto e al sacro rispetto per il dono divino della vita in tutte le sue forme – ha proseguito -, ma anche per testimoniare il ruolo unico svolto dalla famiglia nell’educazione dei suoi membri e nello sviluppo di un sano e fiorente tessuto sociale“.

Famiglia, il collante della società

Per il Papa, l’Incontro Mondiale delle Famiglie è “una testimonianza profetica del ricco patrimonio di valori etici e spirituali, che è compito di ogni generazione custodire e proteggere”.

Non occorre essere profeti per accorgersi delle difficoltà che le famiglie affrontano nella società odierna in rapida evoluzione o per preoccuparsi degli effetti che il dissesto del matrimonio e della vita familiare inevitabilmente comporteranno, ad ogni livello, per il futuro delle nostre comunità – ha ammonito -. La famiglia è il collante della società; il suo bene non può essere dato per scontato, ma va promosso e tutelato con ogni mezzo appropriato”.

Famiglia di popoli…

È nella famiglia che ciascuno di noi ha mosso i primi passi nella vita. Lì abbiamo imparato a convivere in armonia, a controllare i nostri istinti egoistici, a riconciliare le diversità e soprattutto a discernere e ricercare quei valori che danno autentico significato e pienezza alla vita“, ha proseguito Francesco.

Il pensiero del Pontefice è poi andato ai fratelli e sorelle più deboli: “Troppo spesso ci sentiamo impotenti di fronte ai mali persistenti dell’odio razziale ed etnico, a conflitti e violenze inestricabili, al disprezzo per la dignità umana e i diritti umani fondamentali ed al crescente divario tra ricchi e poveri”.

“Quanto bisogno abbiamo di recuperare, in ogni ambito della vita politica e sociale, il senso di essere una vera famiglia di popoli! E di non perdere mai la speranza e il coraggio di perseverare nell’imperativo morale di essere operatori di pace, riconciliatori e custodi l’uno dell’altro”.

…che vive in pace

Il Papa ha poi ricordato l’Accordo del Venerdì Santo, firmato vent’anni or sono, che sancisce lo status e il sistema di governo dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito, la relazione tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda, e la relazione tra la Repubblica d’Irlanda e il Regno Unito.

“Il Governo irlandese, in unione con i Capi politici, religiosi e civili dell’Irlanda del Nord e del Governo britannico e col sostegno di altri Leader mondiali, diede vita a un contesto dinamico volto alla pacifica composizione di un conflitto che aveva causato enormi sofferenze da ambo le parti – ha aggiunto -. Possiamo rendere grazie per i due decenni di pace che sono seguiti a questo storico Accordo, mentre esprimiamo la ferma speranza che il processo di pace superi ogni rimanente ostacolo e favorisca la nascita di un futuro di concordia, riconciliazione e mutua fiducia”.

“Il Vangelo ci ricorda che la vera pace è in definitiva dono di Dio; sgorga da cuori risanati e riconciliati e si estende fino ad abbracciare il mondo intero – ha sottolineato il Pontefice -. Ma richiede anche, da parte nostra, una costante conversione, fonte di quelle risorse spirituali necessarie a costruire una società veramente solidale, giusta e al servizio del bene comune. Senza questo fondamento spirituale, l’ideale di una famiglia globale di nazioni rischia di diventare nient’altro che un vuoto luogo comune”.

Contro la “cultura dello scarto”

“Possiamo dire che l’obiettivo di generare prosperità economica, o finanziaria, porta da sé a un ordine sociale più giusto ed equo? Non potrebbe invece essere che la crescita di una ‘cultura dello scarto’ materialistica, ci ha di fatto resi sempre più indifferenti ai poveri e ai membri più indifesi della famiglia umana, compresi i non nati, privati dello stesso diritto alla vita?”, si è domandato il Papa, facendo indirettamente riferimento al recente trionfo del “Sì” al referendum con il quale l’Irlanda ha legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza.

Poi, un pensiero per i migranti, tema centrale del suo pontificato: “Forse la sfida che più provoca le nostre coscienze in questi tempi è la massiccia crisi migratoria, che non è destinata a scomparire e la cui soluzione esige saggezza, ampiezza di vedute e una preoccupazione umanitaria che vada ben al di là di decisioni politiche a breve termine”.

La preghiera per l’Irlanda

Infine, dopo aver ricordato la storia dello Stato d’Irlanda, una preghiera per il Paese che lo ospiterà in questi due giorni: “Prego affinché l’Irlanda, mentre ascolta la polifonia della contemporanea discussione politico-sociale, non dimentichi le vibranti melodie del messaggio cristiano, che l’hanno sostenuta nel passato e possono continuare a farlo nel futuro”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media