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Barca a vela naufragata a Fiumicino, in 3 giorni l’arenile di Coccia di Morto torna ‘pulito’

3 settembre 2018 | 15:18
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Barca a vela naufragata a Fiumicino, in 3 giorni l’arenile di Coccia di Morto torna ‘pulito’
Barca a vela naufragata a Fiumicino, in 3 giorni l’arenile di Coccia di Morto torna ‘pulito’
Barca a vela naufragata a Fiumicino, in 3 giorni l’arenile di Coccia di Morto torna ‘pulito’
Barca a vela naufragata a Fiumicino, in 3 giorni l’arenile di Coccia di Morto torna ‘pulito’
Barca a vela naufragata a Fiumicino, in 3 giorni l’arenile di Coccia di Morto torna ‘pulito’

Da oggi il relitto non c’è più, e l’arenile di Coccia di Morto è stato restituito alla bellezza che lo contraddistingue

Fiumicino – Se su Ostia si era realizzato un record (leggi lì’articolo) rispetto alla tutela dell’ambiente marittimo, Fiumicino è andata oltre: da 10 a 3 giorni il tempo necessario per rimuovere un relitto naufragato sulle nostre coste.

Il fatto

Accade a Coccia di Morto, dove la Guardia Costiera è intervenuta pochi giorni fa a seguito di un naufragio di una barca a vela con due persone a bordo (leggi l’articolo). Dopo il doveroso salvataggio, in capitaneria è stato immediatamente convocato il proprietario della barca, al quale sono stati dati 3 giorni di tempo per rimuovere il relitto.

L’ultimatum

L’ultimatum scadeva oggi verso le 17, ma si è riusciti a fare anche prima. Il relitto non c’è più, e l’arenile di Coccia di Morto è stato restituito alla bellezza che lo contraddistingue.

E’ uno di quei casi in cui si sente con forza la presenza delle Istituzioni. Il relitto, infatti, è stato portato via dal proprietario a proprie spese, ma tutto è accaduto solo grazie alla tempestività prima, e alla pressione poi, che il comandante della Capitaneria di Porto di Roma, Filippo Marini, ha messo sulla vicenda.

Il controllo

Una funzione, quella del controllo, che troppo spesso gli enti pubblici dimenticano, fermandosi a sbrigare le pratiche principali (che siano assegnazioni di appalti, apertura di cantieri, ordinanze o similari) senza poi seguire l’iter fino alla fine, seguendo il percorso della vicenda, pressando affinché quel percorso resti all’interno delle regole stabilite.

Un modo virtuoso di concepire l’ordine pubblico, che passa per la prevenzione, il soccorso e la feroce determinazione a far rispettare le regole. In questo caso – alla fine – non c’è stata denuncia penale, perché il proprietario ha fatto ciò che doveva fare, non c’è stato un danno ambientale, non c’è stata un’emergenza che si protraeva nel tempo. Tutto si è risolto “semplicemente”. Un esempio che vale anche per altri ambiti della vita pubblica.