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Papa Bergoglio sul lavoro: “L’uomo è la risorsa più importante di ogni azienda”

7 settembre 2018 | 13:38
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Papa Bergoglio sul lavoro: “L’uomo è la risorsa più importante di ogni azienda”

Intervista del Pontefice a “Il Sole 24 Ore” sui temi del lavoro e dell’economia, Francesco: “Il danaro non sia un idolo”

Città del Vaticano – “Il singolo può essere bravo, ma la crescita è sempre il risultato dell’impegno di ciascuno per il bene della comunità“.

Lo dice Papa Francesco in una intervista esclusiva al direttore de Il Sole 24 Ore, Guido Gentili, in cui invoca “lavoro e genio creativo per un nuovo ordine economico”. E’ la prima volta che un Pontefice rilascia un’intervista ad un quotidiano che tratta di economia. “Dietro ogni attività – spiega Francesco – c’è una persona umana. Sbaglia chi pensa che i soldi si fanno con i soldi. I soldi, quelli veri, si fanno con il lavoro“.

“Vedere l’umanità come un’unica famiglia – afferma Papa Bergoglio – è il primo modo per essere inclusivi. Noi siamo chiamati a vivere insieme e a fare spazio per accogliere la collaborazione di tutti. Se ci guardiamo attorno con il cuore aperto non ci sfuggono le tante, le tantissime e preziose storie di sostegno, vicinanza, attenzione, di gesti di gratuità, toccando con mano che la solidarietà si estende sempre più. Se la comunità in cui viviamo è la nostra famiglia, diventa più semplice evitare la competizione per abbracciare l’aiuto reciproco“.

E aggiunge: “Come succede nelle nostre famiglie di appartenenza, dove la crescita vera, quella che non crea esclusi e scarti, è il risultato di relazioni sostenute dalla tenerezza e dalla misericordia, non dalla smania di successo e dalla esclusione strategica di chi ci vive accanto. La scienza, la tecnica, il progresso tecnologico possono rendere più veloci le azioni, ma il cuore è esclusiva della persona per immettere un supplemento di amore nelle relazioni e nelle istituzioni“.

Francesco torna sulla denuncia della cultura dello scarto: “Chi viene escluso, non è sfruttato ma completamente rifiutato, cioè considerato spazzatura, avanzo, quindi spinto fuori dalla società. Non possiamo ignorare che una economia così strutturata uccide perché mette al centro e obbedisce solo al denaro: quando la persona non è più al centro, quando fare soldi diventa l’obiettivo primario e unico siamo al di fuori dell’etica e si costruiscono strutture di povertà, schiavitù e di scarti“.

“Un’etica amica della persona – sottolinea invece il Pontefice – tende al superamento della distinzione rigida tra realtà votate al guadagno e quelle improntate non all’esclusivo meccanismo dei profitti, lasciando un ampio spazio ad attività che costituiscono e ampliano il cosiddetto terzo settore“.

E conclude: “Esse, senza nulla togliere all’importanza e all’utilità economica e sociale delle forme storiche e consolidate di impresa, fanno evolvere il sistema verso una più chiara e compiuta assunzione delle responsabilità da parte dei soggetti economici. Infatti, è la stessa diversità delle forme istituzionali di impresa a generare un mercato più civile e al tempo stesso più competitivo”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media