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Cronaca Locale
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Cantiere a Ostia Antica, parla la società Stazi

11 settembre 2018 | 15:25
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Cantiere a Ostia Antica, parla la società Stazi

Comunicato di chiarimenti sui lavori nella zona di Ostia Antica.

Ostia –  Come da norme di legge, riceviamo e pubblichiamo.

“La società F.lli Stazi S.r.l, in data 18.01.2017, otteneva da Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma regolare autorizzazione a costruire un edificio a destinazione mista residenziale-commerciale, di piani n°4 comprendente 27 appartamenti con relative pertinenze e garage interrarti, nonché un supermarket nell’area di Ostia Antica (Rm) e, precisamente, nella zona compresa tra Via dei Romagnoli e Via del Castello.

In relazione all’articolo pubblicato online, firmato dal giornalista Giulio Mancini, si chiede l’immediata rettifica di esso, a partire dal titolo, dal seguente e diffamatorio incipit: “OSTIA ANTICA, INAGIBILI AULE VICINE AL CANTIERE ECOMOSTRO”, lasciando falsamente intendere al lettore comune che si sta per realizzare una speculazione edilizia ai danni della collettività.
Parallelamente, con riferimento al fondo dell’articolo, viene nuovamente utilizzato il l’incipit: “…. contiguo al cantiere dell’ecomostro”, il cui carattere diffamatorio del termine ecomostro risulta vieppiù aggravato per l’utilizzo del grassetto di colore rosso.

Il tutto, ancora una volta, lascia falsamente intendere dell’esistenza di una speculazione edilizia all’uopo autorizzata, in spregio ai più elementari canoni di continenza, verità oggettiva e della pertinenza, a cui dovrebbe sempre uniformarsi un imparziale diritto di cronaca.

Del pari, tendenzioso e grave è l’accostamento in termini di certezza circa la presenza di crepe del vicino asilo con i lavori del cantiere, non offrendo alcuna prova certa né tecnico scientifica che avvalorasse tale inquietante sillogismo.

Insomma, la notizia dell’esistenza di lesioni in due aule dell’asilo testé si è rivelato essere un artificio giornalistico per porre in essere un maldestro tentativo di screditare e diffamare la scrivente società costruttrice, che è titolare di permesso di costruire per la realizzazione di un complesso edilizio residenziale con annessa attività commerciale, che, all’evidenza, non può minimamente essere accostato al subdolo e diffamatorio “ecomostro”.

Insomma, dal complesso dell’articolo si adombra il sospetto di una sorta di favoritismo dell’ente comunale nella concessione del PdC in questione, inducendo il lettore medio a percepire una sorta di illegalità e /o poca trasparenza nel rilascio del titolo.

Ebbene anche tale grave accostamento e/o insinuazione oltre ad essere gravemente lesiva della reputazione e dell’immagine della scrivente società, risulta trasbordare dai summenzionati criteri della continenza, della verità oggettiva e della pertinenza, che dovrebbero costituire la stella polare per qualsiasi organo di stampa.

Sul punto, va precisato che, a scanso di equivoci, a prescindere dall’accertamento delle cause di tali crepe e/o fessurazioni, la scrivente società si è immediatamente attivata per la nomina di un tecnico super partes ( tra quelli indicati dal Consiglio dell’ordine degli Ingegneri di Roma) a cui è stato affidato l’incarico di verificare la natura e l’entità delle crepe e la loro potenziale riconducibilità ai lavori del cantiere di cui sopra, predisponendo all’uopo in caso affermativo, una relazione finalizzata ad individuare le più opportune soluzioni tecniche per ripristinare lo status quo ante.

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Pubblichiamo con piacere i chiarimenti della società costruttrice dalla quale aspettavamo un contatto annunciato ma inattuato. Ci corre l’obbligo, però, di specificare che questo giornale non ha mai scritto né lasciato intendere che la costruzione in questione non fosse regolarmente autorizzata da parte degli organi competenti. È un fatto in ogni caso che il cantiere ha dovuto sospendere l’attività per il sequestro preventivo effettuato dalla Polizia locale di Roma Capitale poco prima della pubblicazione dell’articolo menzionato.

In quanto alle crepe che hanno convinto i vigili del fuoco a vietare l’uso e l’accesso alla scuola d’infanzia di via del Castello l’articolo non addebita responsabilità dirette alla realizzazione dell’edificio (spetterà alla magistratura stabilirlo) ma si limita ad annotare che l’area sottoposta all’inagibilita’ confina con il cantiere e che altri immobili sono stati dichiarati inagibili dalla medesima autorità e in eguale vicinanza.

Si obietta sull’uso del termine “ecomostro”. La parola è in uso tra i residenti di Ostia Antica per indicare la costruenda palazzina che, in quanto a linee architettoniche e dimensioni a ridosso di una zona di particolare pregio come il Borgo Medievale, può suscitare perplessità e termini come, appunto, ecomostro. Ci venga permesso di evidenziare che definirlo tale non è un atto dispregiativo ma certamente sintetizza l’incongruenza architettonica con i monumenti del posto.

In ultimo la presunta evidenziazione in grassetto arancione, non è altri che l’avvertimento che esiste un link esterno all’articolo, verso un altro articolo. E’ così su tutto il sistema editoriale e non solo per questo articolo.

(Giulio Mancini)