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Accordo Cina-Santa Sede, Taiwan: “Non cambiano i nostri rapporti col Vaticano”

23 settembre 2018 | 07:30
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Accordo Cina-Santa Sede, Taiwan: “Non cambiano i nostri rapporti col Vaticano”

Il portavoce del ministero degli Esteri, Andrew Lee: “L’intesa possa portare a una più grande diffusione della libertà religiosa”

Pechino – Taiwan ha espresso la speranza che l’accordo provvisorio tra Cina e Santa Sede (leggi qui) sulla nomina dei vescovi possa portare a una “più grande diffusione della libertà religiosa” nel Paese comunista.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Andrew Lee, citato dall’agenzia statale Central News Agency (Cna), ha detto che il Vaticano ha ripetutamente assicurato che l’intesa non avrà peso sui rapporti diplomatici bilaterali.

La Santa Sede è l’unico Paese europeo, tra i 17 a livello globale, a riconoscere ancora Taiwan, formalmente la Repubblica di Cina, malgrado in forte e crescente pressing diplomatico di Pechino.

La Cina tagliò le sue relazioni diplomatiche con il Vaticano due anni dopo la presa del potere del Partito comunista cinese, ateo per definizione, nel 1949. La Santa Sede, da allora, ha mantenuto ininterrottamente i rapporti diplomatici con Taiwan, che Pechino considera una provincia “ribelle”, quindi impossibilitata ad avere rapporti internazionali autonomi.

La Chiesa cattolica patriottica fu poi istituita nel 1957 come organizzazione sotto il governo centrale che decide la nomina dei vescovi a prescindere dal consenso o meno del pontefice di Roma. Il numero ufficiale di 12 milioni di cattolici in Cina, sulla popolazione complessiva di 1,3 miliardi di persone, è divisa in due parti di cui una fa capo alla Chiesa cattolica patriottica e un’altra alla Chiesa “sotterranea” fedele a Roma e bersaglio di atti vessatori di ampio e vario tipo da parte delle autorità.

Proprio questa condizione ha sollevato diverse critiche alla ipotesi di accordo basato – è la spiegazione – sul sacrificio dei “fedeli” che hanno affrontato le persecuzioni rivendicando la lealtà al Papa.

Il cardinal Joseph Zen, ex vescovo di Hong Kong, ha ad esempio nei mesi scorsi definito “malvagio” l’accordo mettendo in guardia dalle possibili conseguenze sulla dottrina della Chiesa.

(Il Faro online)