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Il Papa all’Angelus: “Mai più seguire i canti di sirena delle ideologie naziste”

Il Pontefice a Kaunas: "L’Altissimo benedica il dialogo e il comune impegno per la giustizia e la pace"

Kaunas – “Settantacinque anni fa, questa Nazione assisteva alla definitiva distruzione del Ghetto di Vilnius; così culminava l’annientamento di migliaia di ebrei che era già iniziato due anni prima. Facciamo memoria di quei tempi, e chiediamo al Signore che ci faccia dono del discernimento per scoprire in tempo qualsiasi nuovo germe di quell’atteggiamento pernicioso, di qualsiasi aria che atrofizza il cuore delle generazioni che non l’hanno sperimentato e che potrebbero correre dietro quei canti di sirena“.

Così Papa Francesco durante la preghiera dell’Angelus, recitata al termine della Santa Messa celebrata nel Parco Santakos di Kauna (leggi qui), seconda tappa del viaggio apostolico nei Paesi Baltici.

Nel pomeriggio il Pontefice sarà a Vilnius, dove pregherà davanti al Monumento delle Vittime del Ghetto: “L’Altissimo benedica il dialogo e il comune impegno per la giustizia e la pace”.

La scelta di stare con gli ultimi

Nel suo breve discorso, il Papa torna sul brano del Vangelo proclamato durante la Messa: “Gesù ci ricorda una tentazione sulla quale dovremo vigilare con attenzione: l’ansia di essere i primi, di primeggiare sugli altri, che può annidarsi in ogni cuore umano”.

Quante volte è accaduto che un popolo si creda superiore, con più diritti acquisiti, con maggiori privilegi da preservare o conquistare – ammonisce -. Qual è il rimedio che propone Gesù quando appare tale pulsione nel nostro cuore e nella mentalità di una società o di un Paese? Farsi l’ultimo di tutti e il servo di tutti; stare là dove nessuno vuole andare, dove non arriva nulla, nella periferia più distante; e servire, creando spazi di incontro con gli ultimi, con gli scartati”.

“Se il potere si decidesse per questo, se permettessimo al Vangelo di Cristo di giungere nel profondo della nostra vita, allora la globalizzazione della solidarietà sarebbe davvero una realtà“, conclude, ricordando, davanti al riapparire di “guerre e scontri”, l’insistenza dei cristiani nel “riconoscere l’altro, sanare le ferite, costruire ponti“.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media