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Abusi, migranti e accordo Cina-Santa Sede: la conferenza aerea di Papa Francesco di ritorno dal Baltico

26 settembre 2018 | 03:02
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Abusi, migranti e accordo Cina-Santa Sede: la conferenza aerea di Papa Francesco di ritorno dal Baltico

Il Pontefice: “Gli abusi sono un fatto mostruoso, ma ora la Chiesa gli affronta”. E sull’intesa con Pechino: “Ambedue perdono qualcosa, ma vescovi li nomino io”

Città del Vaticano – Una conferenza stampa in volo in cui Papa Francesco ha voluto rispondere soprattutto sul viaggio appena compiuto nei Paesi Baltici – Lituania, Lettonia ed Estonia -, indugiando anche in dichiarazioni non sollecitate dai cronisti e replicando solo a due domande ‘extra’, una sugli abusi sessuali della Chiesa e una sull’accodo siglato sabato scorso, proprio nel primo giorno in Lituania, tra Cina e Vaticano sulle nomine dei vescovi. Questi i contenuti dei 55 minuti di confronto con i giornalisti sull’aereo da Tallinn.

Abusi, “un fatto mostruoso”

“Benché fosse stato un solo prete ad abusare di un bambino o una bambina, questo è mostruoso, perché quell’uomo è stato scelto da Dio per portare quel bambino o bambina al Cielo”, ha detto il Papa.

Ma guardando “al caso della Pennsylvania, i primi anni erano tanti i preti che sono caduti in questa corruzione. Poi, in tempi più recenti, sono diminuiti, perché la Chiesa se n’è accorta che doveva lottare in un altro modo“.

“In tempi antichi queste cose si coprivano – ha ricordato -. Si coprivano anche a casa, quando lo zio violentava la nipotino, quando il papà violentava il figlio. Si copriva perché era una vergogna molto grande. Era il modo di pensare del secolo scorso”.

Accordo Cina-Santa Sede: “I vescovi li nomino io”

“Quando si fa un accordo di pace, un negoziato, ambedue le parti perdono qualcosa: questa è la legge. Ambedue le parti, e si va avanti”: così il Papa ha replicato a chi critica l’accordo sulle nomine dei vescovi in Cina come una “svendita” di una Chiesa che ha tanto sofferto.

Sui nomi dei vescovi, ha chiarito il Pontefice, “c’è un dialogo su eventuali candidati, la cosa si fa in dialogo, ma nomina Roma, nomina il Papa, questo è chiaro”.

“Le carceri sovraffollate sono una forma di tortura”

La crudeltà dei tempi dei totalitarismi “non è finita. C’è la stessa crudeltà oggi”, ha detto Francesco. “Oggi si trova in tanti posti di detenzione. Si trova in tante carceri, anche col sovraffollamento, che è un modo di tortura, di non vivere con dignità. Un carcere che oggi è sistemato senza dare al detenuto l’uscita della speranza, già è una tortura“, ha affermato, aggiungendo: “Questo è uno scandalo, un grave scandalo della nostra cultura e della nostra società”.

“Le spese per le armi sono uno scandalo”

“Oggi le spese mondiali in armi sono scandalose. Mi dicevano che con quello che si spende in armi in un mese, si potrebbe dare da mangiare a tutti gli affamati del mondo per un anno. E’ terribile”, ha risposto il Papa.

“L’industria, il commercio delle armi, e anche il contrabbando delle armi, è una delle corruzioni più grandi”, ha aggiunto. Per Francesco, nella “logica della difesa”, un Paese “deve avere un ragionevole e non aggressivo esercito di difesa. Così la difesa è lecita e anche è un onore difendere la patria così”.

“Baltico, un esempio di apertura ai migranti”

“Il messaggio sull’apertura ai migranti è abbastanza avanti nel vostro popolo. Non ci sono forti blocchi populisti. Anche Estonia e Lettonia sono popoli aperti, che hanno voglia di integrare i migranti, ma non massicciamente perché non si può. Integrarli con la prudenza del governo”, ha risposto Bergoglio a un inviato lituano sui suoi richiami all’apertura verso i migranti.

“Abbiamo parlato che due dei tre capi di Stato di questo – ha detto -. L’argomento lo hanno introdotto loro, non io. E nei discorsi dei tre presidenti la parola ‘accoglienza’, ‘apertura’ è stata frequente. Questo indica la voglia di universalità, nella misura che si possa, con lo spazio, il lavoro, la misura che si integrino, è molto importante, e la misura che non sia una minaccia per la propria identità”. In definitiva, una “apertura prudente e ben pensata”.

Il rientro a Roma

Atterrato all’aeroporto di Ciampino, Papa Francesco, prima di fare rientro in Vaticano, si è fermato a pregare davanti all’icona della Salus Populi Romani, custodita nella basilica di Santa Maria Maggiore, sull’Esquilino, per ringraziare la Vergine Maria del viaggio appena concluso nei Paesi del Baltico.

Back Home in Rome
Grazie pic.twitter.com/5DTdnvcv3j

— Greg Burke (@GregBurkeRome) 25 settembre 2018

(fonte Ansa)