Convivenza, matrimoni e annullamenti: il vademecum del Papa sulla famiglia

27 settembre 2018 | 19:02
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Convivenza, matrimoni e annullamenti: il vademecum del Papa sulla famiglia

Nella basilica del Laterano, Papa Francesco incontra i partecipanti al corso “Matrimonio e famiglia” promosso dalla Sacra Rota Romana. Il Pontefice: “La Chiesa è madre premurosa che non abbandona, non scarta, ma si accosta con tenerezza, abbraccia e incoraggia”

Roma – La Chiesa non può “abbandonare” gli sposi. La cura pastorale delle coppie “non termina con la celebrazione delle nozze, ma ‘scorta’ almeno i primi anni di vita coniugale”. “La fragilità che, sotto questo profilo, si riscontra spesso nei giovani che si avvicinano al matrimonio rende necessario accompagnare il loro cammino oltre la celebrazione delle nozze“.

Nella basilica di San Giovanni in Laterano, dove Papa Francesco incontra i partecipanti al Corso di formazione promosso dalla Diocesi di Roma e dal Tribunale della Rota Romana, su “Matrimonio e famiglia”, al quale hanno partecipato parroci, diaconi permanenti, sposi e operatori della pastorale familiare, il Pontefice ribadisce “la necessità di un catecumenato permanente per il Sacramento del matrimonio che riguarda la sua preparazione, la celebrazione e i primi tempi successivi”.

Una proposta già avanzata dal Pontefice nei mesi scorsi, quando nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, in Vaticano, inaugurava l’anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana.

L’accompagnamento, ribadisce Bergoglio, “è un’esperienza di gioiosa maternità, quando gli sposi novelli sono oggetto delle cure sollecite della Chiesa che, sulle orme del suo Maestro, è madre premurosa che non abbandona, non scarta, ma si accosta con tenerezza, abbraccia e incoraggia“.

Questo cammino, spiega Francesco “condiviso tra sacerdoti, operatori pastorali e sposi cristiani”, nella fase del fidanzamento “aiuterà i futuri sposi a comprendere che il matrimonio tra un uomo e una donna è segno dell’unione sponsale tra Cristo e la Chiesa, rendendoli consapevoli del significato profondo del passo che stanno per compiere”.

E sottolinea: “Più il cammino di preparazione sarà approfondito e disteso nel tempo, più le giovani coppie impareranno a corrispondere alla grazia e alla forza di Dio e svilupperanno anche gli ‘anticorpi’ per affrontare gli inevitabili momenti di difficoltà e di fatica della vita coniugale e familiare”.

Non solo. Secondo il Papa, nei corsi di preparazione al matrimonio “è indispensabile riprendere la catechesi dell’iniziazione cristiana alla fede”, in quanto il messaggio cristiano, il più delle volte “è tutto da riscoprire per chi è rimasto fermo a qualche nozione elementare del catechismo della prima Comunione e, se va bene, della Cresima”.

In altre parole: “Mediante un sincero atteggiamento di accoglienza delle coppie, un linguaggio adeguato e una presentazione chiara dei contenuti è possibile attivare dinamiche che superino le lacune oggi molto diffuse: sia la mancanza di formazione catechetica, sia la carenza di un senso filiale della Chiesa, che pure fa parte dei fondamenti del matrimonio cristiano”.

Dopo la celebrazione delle nozze, la presenza della Chiesa è importante, fa notare il Papa, perché “tante volte la radice ultima delle problematiche, che vengono alla luce dopo la celebrazione del sacramento nuziale, è da ricercare non solo in una immaturità nascosta e remota esplosa improvvisamente, ma soprattutto nella debolezza della fede cristiana e nel mancato accompagnamento ecclesiale, nella solitudine in cui vengono lasciati di solito i neo-coniugi dopo la celebrazione delle nozze”.

Per il Pontefice, “soltanto messi di fronte alla quotidianità della vita insieme alcuni si rendono conto di non aver compreso pienamente quello che andavano ad iniziare”, scoprendosi “inadeguati, specialmente se si confrontano con la portata e il valore del matrimonio cristiano, per quanto riguarda i risvolti concreti connessi all’indissolubilità del vincolo, all’apertura a trasmettere il dono della vita e alla fedeltà“.

Francesco tocca poi l’argomento della nullità matrimoniale, precisando: “Riguardo a quei coniugi che sperimentano seri problemi nella loro relazione e si trovano in crisi, occorre aiutarli a ravvivare la fede e riscoprire la grazia del Sacramento; e, in certi casi – da valutare con rettitudine e libertà interiore – offrire indicazioni appropriate per intraprendere un processo di nullità”.

Quanti si sono resi conto del fatto che la loro unione non è un vero matrimonio sacramentale e vogliono uscire da questa situazione, possano trovare nei vescovi, nei sacerdoti e negli operatori pastorali il necessario sostegno, che si esprime non solo nella comunicazione di norme giuridiche ma prima di tutto in un atteggiamento di ascolto e di comprensione.

Il Papa si dice poi soddisfatto di come la normativa sul nuovo processo matrimoniale, che “richiede di essere applicato concretamente e indistintamente da tutti, ad ogni livello ecclesiale, poiché la sua ragione ultima è la salute delle anime”, sia stata recepita da “Vescovi e Vicari giudiziali”, che hanno “prontamente accolto e attuato il nuovo processo matrimoniale, a conforto della pace delle coscienze, soprattutto dei più poveri e lontani dalle nostre comunità ecclesiali”.

L’auspicio finale del Pontefice è che “l’orizzonte della pastorale familiare diocesana sia sempre più vasto, assumendo lo stile proprio del Vangelo, incontrando e accogliendo anche quei giovani che scelgono di convivere senza sposarsi. Occorre testimoniare loro la bellezza del matrimonio!”, conclude il Papa.

(Il Faro online)