Ambiente, si fa sul serio: rimosso un altro relitto abbandonato nel fiume Tevere

8 ottobre 2018 | 18:11
Share0
Ambiente, si fa sul serio: rimosso un altro relitto abbandonato nel fiume Tevere
Ambiente, si fa sul serio: rimosso un altro relitto abbandonato nel fiume Tevere
Ambiente, si fa sul serio: rimosso un altro relitto abbandonato nel fiume Tevere
Ambiente, si fa sul serio: rimosso un altro relitto abbandonato nel fiume Tevere
Ambiente, si fa sul serio: rimosso un altro relitto abbandonato nel fiume Tevere
Ambiente, si fa sul serio: rimosso un altro relitto abbandonato nel fiume Tevere

Rischi enormi per la collettività, soprattutto per le città che ospitano le foci dei fiumi (Ostia e Fiumicino).

Roma – E’ stata un’operazione complessa, messa in atto grazie alla determinazione della Capitaneria di Porto di Roma e alla disponibilità della Regione Lazio, che ha finanziato la bonifica con circa 25.000 euro. Parliamo del recupero dal letto del fiume Tevere – nei pressi di Ponte Principe Amedeo – di uno dei 22 relitti galleggianti censiti. Operazione complessa perché il relitto, nel momento in cui veniva sollevato, si rompeva. Alla fine si è scelto di rompere in più pezzi il relitto stesso e recuperarli separatamente.

Alle 8 di mattina, sulla sponda del Lungotevere del Sangallo, tutto era pronto: la gru della ditta incaricata, gli uomini e le donne della Capitaneria di Porto, la polizia fluviale, la polizia municipale.

Tale iniziativa, nata in favore della collettività da una sinergia di intenti tra le Amministrazioni (Regione Lazio, Autorità di Bacino, Autorità di Sistema portuale e Comuni di Roma Capitale e Fiumicino), ha portato – come detto – al censimento di un totale di 22 scafi in evidente stato di fatiscenza e abbandono e all’attuazione delle necessarie azioni coordinate per risolvere tale annosa problematica.

L’operato della Guardia Costiera è volto al ripristino delle condizioni di sicurezza del corso fluviale e alla tutela dell’ambiente, in quanto gli scafi semiaffondati rappresentano un elemento di degrado delle aree, un ostacolo ad un corretto deflusso delle acque e al transito in sicurezza delle unità nautiche.

Va ricordato come il pericolo sia duplice. Da un lato quello ambientale, perché i relitti possono sbriciolarsi nel tempo e inquinare il fiume non solo con pezzi di imbarcazione ma anche con metalli pesanti o altro materiale inquinante contenute nelle stive. Dall’altro, il rischio che un relitto si stacchi dalla posizione d’incaglio per mettersi di traverso sotto un ponte durante una delle sempre più frequenti “bomba d’acqua”, provocando un’esondazione delle acque.

Rischi enormi per la collettività, soprattutto per le città che ospitano le foci dei fiumi (Ostia e Fiumicino, in questo caso); rischi sottovalutati per anni, sui quali ultimamente, grazie all’impegno del comandante Filippo Marini della Capitaneria di Porto di Roma e dell’assessore regionale Mauro Alessandri, si sta intervenendo.

Un programma di interventi che si sta concretizzando e che durerà nel tempo, come promesso – fino alla completa bonifica dell’alveo fluviale.

LEGGI IL COMUNICATO STAMPA UFFICIALE