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Gabriele Cera al Karate Combat, parla il suo coach Luigi Di Francia: “Esperienza eccezionale, in cuor nostro abbiamo vinto”

9 ottobre 2018 | 06:00
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Gabriele Cera al Karate Combat, parla il suo coach Luigi Di Francia: “Esperienza eccezionale, in cuor nostro abbiamo vinto”
Gabriele Cera al Karate Combat, parla il suo coach Luigi Di Francia: “Esperienza eccezionale, in cuor nostro abbiamo vinto”
Gabriele Cera al Karate Combat, parla il suo coach Luigi Di Francia: “Esperienza eccezionale, in cuor nostro abbiamo vinto”
Gabriele Cera al Karate Combat, parla il suo coach Luigi Di Francia: “Esperienza eccezionale, in cuor nostro abbiamo vinto”
Gabriele Cera al Karate Combat, parla il suo coach Luigi Di Francia: “Esperienza eccezionale, in cuor nostro abbiamo vinto”
Gabriele Cera al Karate Combat, parla il suo coach Luigi Di Francia: “Esperienza eccezionale, in cuor nostro abbiamo vinto”

Non unanime il risultato finale a favore dell’avversario spagnolo. Allo One World Karate League, l’Italia c’è stata. Gabriele si è battuto da grande combattente. Manifestazione mondiale suggestiva. Contratto per lui di 40 mesi, nel circuito

Il Faro on line – Era l’una e mezza di notte, quando Gabriele è entrato nell’arena. Allestita all’ultimo piano del grattacielo più alto di New York, il karateka romano ha rappresentato l’Italia. Nella notte italiana, tra il 27 e il 28 settembre scorso, lo hanno seguito i suoi tifosi.

In diretta streaming sul sito internet della manifestazione, gli appassionati di karate combat e chi conosce il valore di Gabriele, lo hanno accompagnato a vivere, quella che per lui probabilmente, è stata una delle esperienze più eccitanti della sua vita. Prima volta per lui, nel karate combat. E prima volta lassù in cima, sullo One World. Suggestiva. La sfida. Suggestivo il panorama di una Grande Mela di sera, da brividi.

E mentre la vita laggiù per le strade scorreva, ecco la competizione. Ad un passo dal cielo. Tanti i partecipanti e provenienti da tutto il mondo. Quarta la tappa americana in cui, si sono ritrovati i combattenti più forti del pianeta. Nel circuito mondiale della Premier Full Contact Karate League, il guerriero italiano, accompagnato dal suo staff tecnico e dal suo allenatore Luigi Di Francia a bordo ring, ha imbracciato la sfida con il suo avversario. Un combattimento impegnativo. Ricco di personalità e coraggio. Attenzione e accortezza di quelle tecniche pulite e precise che Gabriele ha messo a segno. Con rispetto e semplicità. Voleva questo alla vigilia. Divulgare la bellezza e i valori delle arti marziali che da sempre, lo accompagnano nella vita.

Contro Fernando Moreno Paz, Cera ha dimostrato grande cuore. Ha vinto il suo avversario, non all’unanimità, come indica il suo coach Di Francia. Nonostante il risultato finale, c’è grande orgoglio per una gara che Cera ha disputato al meglio. E come debuttante. E l’esperienza contribuirà a rendere il karateka italiano ancora più preciso, forte e proficuo.

Di seguito, il racconto di Di Francia, al ritorno da New York :

“Un meraviglioso ambiente degno delle arti marziali, quello che abbiamo trovato. Esperienza fantastica. Un’organizzazione stellare. E’ stato un match vinto da Paz, con giudizio non unanime. Da parte mia, non ho contestato nulla. Non è nella nostra filosofia farlo. Sappiamo che in cuor nostro, il match lo ha vinto Gabriele. Al di là di questo, devo dire che l’Organizzazione stessa ha dichiarato su Instagram che quello è stato l’unico combattimento contestato. Alcuni membri dell’Organizzazione non erano d’accordo con gli arbitri della Federazione Internazionale di Kick Boxing. Tuttavia, gli organizzatori ci hanno ringraziato moltissimo. Noi tutti, i partecipanti. Una bellissima serata. E abbiamo da poco ottenuto un contratto di 40 mesi !”. Dal punto di vista tecnico, Di Francia commenta la gara di Gabriele: “Per quanto riguarda la parte in piedi, ha preso d’incontro un paio di colpi. La completa attività di Paz. Gabriele invece ha tirato pochi colpi di atemi, però ha mostrato una mobilità e una gestione buone delle distanze. Il suo avversario spagnolo non faceva nulla. E Gabriele non si faceva avvicinare. Con le leve lunghe e con le distanze. Ogni volta che ci provava, Paz veniva proiettato e faceva un clinch da una posizione che sapeva essere pericolosissima. Nell’MMA viene chiamata side control. L’arbitraggio avrebbe dovuto contare 5 secondi di norma, nel ground and pound, cosa che non ha mai fatto. Ci hanno sempre stoppato il lavoro del ground and pound, prima di alcuni secondi dall’inizio dell’azione. Questo è stato molto penalizzante. Da quella distanza i colpi possono essere molto duri. Per disorientare l’avversario. Il match si è un pochino addormentato. Lo ha fatto nelle ultime due riprese. Avevamo lavorato in tecniche di striking. Ma nel match d’esordio, è naturale. Se in allenamento fai 100 colpi, poi in gara ne puoi fare 10. Chi è combattente lo sa. Può succedere, al debutto. Poi con l’esperienza che acquisisci nel tempo, arrivi a migliorare la perfomance e acquisisci la tua tranquillità, di volta in volta”.