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Latina, il sindaco Coletta a muso duro contro Salvini

10 ottobre 2018 | 11:44
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Latina, il sindaco Coletta a muso duro contro Salvini

“Non è nel potere del ministro delegittimare con la disdetta di un incontro un Sindaco democraticamente eletto di una città come Latina”

Latina – Il sindaco di Latina Damiano Coletta, al di là delle spiccate capacità amministrative, dimostra forza, schiena dritta e autenticità di valori, rivendicando il suo ruolo di Primo Cittadino. In quest’intervista dice la sua esprimendo le sue valutazioni sul ministro degli interni Matteo Salvini, dopo il suo passaggio a Latina, per la Festa regionale della Lega.

Sindaco quali sono i reali motivi di questo mancato appuntamento con il Ministro dell’interno?

“Dalla segreteria del Ministro dell’Interno, ci è arrivata una chiamata per disdire l’incontro un paio d’ore prima dell’appuntamento in Prefettura, fissato per le 19 con Prefetto e Questore. Ci hanno detto che si trattava di un contrattempo e non abbiamo modo di appurare il reale motivo. Si sono fatte tante congetture, alcune sono davvero fantasiose e altre invece sembrano più plausibili, ma credo che non sia importante indugiare oltre, perché rischiamo di perdere di vista l’aspetto più importante.

La cosa che mi premeva e mi preme di più, è sottoporre direttamente a Matteo Salvini, cioè al Ministro dell’Interno e al VicePremier, le richieste di una città e di un territorio che sia io, in qualità di Sindaco, che lui, in qualità di Ministro dell’Interno, rappresentiamo: riguardano la sicurezza e il futuro di un territorio, al di là delle idee che ognuno di noi ha. Si parla spesso di rispetto della volontà popolare: beh, dovremmo rispettarla nel concreto delle nostre azioni amministrative, e non soltanto usare l’espressione come slogan”.

Che ne pensa dei primi mesi del ministro Salvini?

«So per esperienza che i primi tempi sono i più duri, per chi si ritrova a ricoprire un ruolo importante per la prima volta. Da quel che vedo, posso constatare che abbiamo scelto due strade diverse: la strada che ho deciso di prendere è quella del duro lavoro, anche sotterraneo… direi da mediano, vista la mia esperienza calcistica, per mettere le basi di un futuro migliore, visto che a Latina ci siamo trovati difronte alla necessità di ri-bonificare il Comune partendo dalla sua macchina amministrativa; la strada che ha scelto lui è quella di far prevalere, almeno per il momento, la comunicazione all’azione vera e propria. Probabilmente la sua strada è più utile a prolungare la luna di miele con l’elettorato, soprattutto per rinsaldare il consenso in vista delle Europee. Magari nel breve periodo è più funzionale la sua, ma credo che nel lungo periodo, sia la strada del lavoro paziente e continuo a portare risultati più duraturi».

Come viene vissuta l’immigrazione e l’integrazione a Latina?

«Molto bene. Al di là delle polemiche sterili e ideologiche, a Latina abbiamo un sistema di Sprar che funziona alla perfezione ed è preso come modello virtuoso sia dall’Anci che dalle Università interessate al fenomeno. Non ci sono evidenti tensioni razziali, proprio perché siamo riusciti a dare sostanza al termine integrazione, con progetti di coinvolgimento che sono casi di studio in Italia e nel Mondo.

Di contro siamo preoccupati dal recente decreto sicurezza, perché indebolisce un sistema virtuoso come lo Sprar , per rinforzare invece lo strumento del Cas, che viene gestito dalle Prefetture: non vorremmo si vogliano creare problematiche sul territorio, indebolendo di fatto la posizione dei Comuni e spuntando le armi dell’accoglienza. Di questo avremmo voluto e vorremmo ancora parlare col Ministro».

Il sottosegretario Durigon, ha risposto alla sua lettera asserendo di non esser mai stato interpellato, nonostante sia cittadino di Latina, e accusa l’amministrazione di negligenza. Come risponde?

Abbiamo chiesto un appuntamento direttamente al Ministro dell’Interno, attraverso il Prefetto, rispettando i ruoli di ognuno. L’onorevole Durigon mi sembra sia Sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali. Non esiteremmo un istante a coinvolgerlo su questi temi, che pure ci premono; crediamo che non si tratti di un semplice cittadino di Latina, ma di un esponente del Governo che, siamo convinti, senta il dovere di aiutare il suo territorio, al di là delle posizioni politiche divergenti che possono esistere tra lui e il Sindaco della sua città”.

Latina è storicamente uno delle città più di destra d’Italia, basti pensare al Sindaco Aimone Finestra. Una città con queste radici così forti, oggi sotto quale veste si presenta?

“Latina è stata fondata nel 1932 durante il regime fascista. Nell’immediato dopoguerra ha avuto come primo sindaco un repubblicano che poi è passato alla DC, aprendo una lunghissima fase di governi democristiani che si sono chiusi ad inizio anni 90. Negli anni ’80 si diceva che Latina fosse la città più ‘bianca’ d’Italia. E le percentuali lo testimoniavano. Poi è diventato, con il sindaco Finestra , il “laboratorio della destra”. E più di recente, con la mia vittoria, si è detto che fosse diventata uno degli esempi del civismo.

Al di là dei luoghi comuni, credo che Latina sia una città giovanissima, piena di vita, che non disdegna di lanciarsi in nuove avventure quando sente che è il momento di cambiare. Siamo sempre stati una frontiera, della politica e della società di questo Paese. Spesso è proprio qui che hanno mosso i primi passi le tendenze politiche e sociali che poi hanno preso piede nel resto del Paese. So che la mia esperienza amministrativa viene guardata a livello nazionale come un possibile riferimento e modello in virtù delle cose che sono state fatte nell’ambito di una realtà complessa come Latina. E questo mi riempie di orgoglio”.

Sindaco pensa che la candidatura alla segreteria del partito di Nicola Zingaretti, possa essere la strada giusta per ridare centralità al partito di sinistra ?

“Ho avuto modo di apprezzare il modo di governare di Nicola Zingaretti. Ha impostato l’azione amministrativa su principi che condivido: l’accessibilità, l’uguaglianza nelle condizioni di partenza, lo stare dalla parte dei più deboli, un senso del dovere molto forte, la trasparenza. Latina, anche grazie alla Regione Lazio, può pensare di puntare ad uno sviluppo concreto, a strutture migliori, a trovare un sistema di collegamento efficace con Roma”.

Sindaco Coletta, pensa che il diniego al suo incontro con Matteo Salvini, nasca dalla volontà di delegittimarla pubblicamente del suo ruolo?

“Non penso che possa essere questa l’intenzione, altrimenti dovremmo essere tutti preoccupati. Per quanto possa essere importante un Ministro dell’Interno e un VicePremier, non è in suo potere delegittimare con la disdetta di un incontro un Sindaco democraticamente eletto di una città come Latina, che conta quasi 130 mila abitanti ed è la seconda città del Lazio, dopo Roma”.

Cosa conteneva il corposo dossier sulla legalità che aveva preparato per il ministro Salvini? Ritiene che la provincia pontina sia stata abbandonata dalle istituzioni?

“Il dossier conteneva una serie di esigenze, che ho condiviso con altri sindaci del territorio, e che manifestiamo da tempo: l’aumento delle forze dell’ordine per un contrasto ancora più efficace alla criminalità organizzata, basti pensare all’apertura di un posto di polizia al Mof e di un presidio della Polfer alla stazione di Latina; un’azione efficace per sveltire la giustizia sul territorio, con il completamento della Cittadella Giudiziaria a Latina e la riapertura del Tribunale di Gaeta; un chiarimento sui meccanismi che il nuovo decreto sicurezza avrebbe sul governo del fenomeno migratorio sul territorio; maggiori fondi per il miglioramento e la manutenzione delle infrastrutture su tutto il territorio pontino”.