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Ardea, Loredana Ussia, il mio chiosco di fiori chiuso da 4 anni per cavilli burocratici

Lettera aperta della fioraia al Sindaco di Ardea: '...non mi sembra giusto che lei faccia figli e figliastri...'

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Ardea – Far impresa, piccola o grande che sia, in Italia è sempre un’impresa, ad Ardea..ancor di più!!!  Quello che sembra un gioco di parole, è la realtà che attanagli commercianti, artigiani, lavoratori autonomi, quando devono ricevere le autorizzazioni per poter esercitare le loro attività lavorative. E’ il caso della Sig.ra Ussia Loredana, che è costretta a tenere chiuso da 4 anni il suo chiosco dei fiori situato davanti al cimitero, per cavilli burocratici. Ora, la titolare dell’unico chiosco di fiori ancora chiuso (altri sullo stesso piazzale sono aperti) ha deciso di scrivere una lettera aperta al Sindaco per avere notizie certe.

Desidero ricordare al sindaco che ancora non ho ricevuto alcuna notizia in merito. Del resto voglio anche ricordargli che oltre un anno fa insieme al mio tecnico mi sono recata in comune dove lei ci ha ricevuti personalmente e dopo un breve colloquio e dopo che ha riempito la sua agenda di appunti per ricordarsi il da fare mi ha assicurato che mi avrebbe a breve dato notizie. A tutt’oggi ancora neppure una telefonata. Sindaco solo per ricordarle che oltre un anno fa il mio avvocato ebbe a scrivergli, ed anche a lui mai è stata data risposta, successivamente lo stesso, inviava con posta certificata una richiesta di incontro alla quale lei ancora una volta non si è degnato di dare alcuna risposta. Sindaco, ancora una volta le scrivo per sollecitare un riscontro, oltre al fatto di capire se tra l’altro i due chioschi che sono aperti hanno tutti i necessari documenti per poter esercitare la vendita. Capisco che il mio cognome non viene da lei ricordato come quelli di altre persone che giornalmente le ruotano intorno. Non mi sembra giusto che lei faccia figli e figliastri per quanto riguarda i titolari di attività commerciali che operano sul territorio di Ardea di cui lei è il sindaco di tutti e dove trattare salomonicamente tutti applicando per tutti la stessa legge. Sono ancora fiduciosa in un suo rapido ed immediato riscontro al fine di poter espletare la pratica ritirando ogni ostacolo che possa mantenere in piedi i vari ricorsi. Ricorsi che, una volta risolto ciò che secondo il comune, osta all’apertura del mio chiosco, questo, possa operare come le due attività che attualmente sono come il mio nel piazzale del cimitero di Via N. Strampelli, ricorsi che verrebbero subito ed automaticamente ritirati per “cessata materia del contendere”.

La risposta che diede il Sindaco è riportata qui di seguito: “Mi impegno a chiarire la situazione – rispose tempo fa il Sindaco Savarese alla Sig.ra Ussia Loredana – . E’ una situazione assai ingarbugliata sulla quale sto indagando come su molte altre. Furono gli stessi fiorai ad invocare l’intervento della PPLL lamentando disservizi da parte del comune che non aveva previsto l’allaccio in fogna e quello dell’acqua per le piazzole. La PPLL – continua Savarese – convocata non ha potuto fare a meno di redigere un verbale in difformità e il Comune fu obbligato a chiudere le attività. Dopo un batti e ribatti piuttosto infruttuoso tra esercenti e Comune la situazione a oggi vede aperte tre attività e chiuse le altre. Perché? Costoro hanno ottemperato ad obblighi loro richiesti? Ed eventualmente perché non si sono adeguati anche gli altri. Sto indagando perché la cosa non mi è chiara ed è necessario che capisca esattamente come stanno le cose prima di prendere una posizione. Alla signora – conclude il Sindacoposso garantire per il momento solo il mio impegno a chiarire la situazione e, nel caso, a ristabilire quel che è giusto. Per quanto riguarda l’intervento della polizia locale, questo è stato superato fin da subito, in quanto è stato previsto l’allaccio in fogna e quello dell’acqua con serbatoio“.

In questo momento dove c’è necessità di sviluppare economia nel territorio di Ardea, sembra che si faccia del tutto per rallentare, limitare o bloccare  lo sviluppo delle attività economico produttive del territorio. E questo, in un paese già carente e sofferente di molti servizi, non è certamente, un bene per la collettività.

 

(Il Faro on line)

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