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Ladispoli, la provocazione di Ardita: “Intitoliamo una via a Mussolini”

19 ottobre 2018 | 06:00
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Ladispoli, la provocazione di Ardita: “Intitoliamo una via a Mussolini”

L’esponente di FdI: “La mia battuta era stimolante nei confronti dei politici di oggi che hanno fatto solo crollare strade e ponti mentre quelle realizzate 60 anni fa reggono ancora”

Ladispoli – “La prossima mozione la presentiamo sulla storia, su chi ha cambiato l’Italia, ha reso grande Roma e bonificato la nostra costa, su chi ha fatto grandi opere, strade e ponti e monumenti che non hanno mai ceduto … Diamo a Cesare quel che è di Cesare“.

Recitava così il post pubblicato su Facebook dal consigliere di Fratelli d’Italia, Giovanni Ardita. Una frase pubblicata a corredo della foto pubblicata sui social: quella di Benito Mussolini. Una provocazione per ”stimolare” i politici di oggi, le amministrazioni comunali a rimboccarsi le maniche e a fare meglio e di più.

La polemica

Ma provocazione o meno che fosse, il messaggio non è piaciuto. I primi a puntare il dito contro il consigliere di maggioranza, chiedendo al Sindaco di prendere provvedimenti, è stato il Comitato no Piazza Almirante – Ladispoli: “Crediamo ci sia un limite a tutto – hanno scritto dal Comitato – anche alle provocazioni. Il signore in questione è il consigliere comunale di Ladispoli che ha presentato la proposta per l’intitolazione di una Piazza ad Almirante. Ora chiede un riconoscimento anche per Mussolini. Siamo alla follia – hanno tuonato – è tempo di dire basta! Speriamo che il Sindaco, rappresentante di tutti i cittadini di Ladispoli, intervenga perché questo è un reato, a tutti gli effetti un’apologia di fascismo, con l’aggravante che chi la porta avanti è una persona che esercita pubbliche funzioni. Ladispoli non merita questo”.

Dopo l’intervento del Comitato, del post, sui social, non c’è più traccia. Probabilmente il consigliere, comprendendo di aver suscitato ulteriori polemiche e di non aver certamente stimolato la politica a fare meglio, come si era prefissato, ha deciso di rimuovere il post, con foto annessa.

La replica dell’Anpi

Ma anche la scomparsa del messaggio dai social non è servito a placare gli animi. A scendere in campo è stato infatti anche l’Anpi Ladispoli e Cerveteri che ha parlato di “una provocazione inaccettabile in sfregio alla Costituzione. Una dichiarazione oltraggiosa che cade anche nei giorni in cui l’Italia commemora l’Olocausto, la deportazione degli ebrei, e in modo massiccio di quelli romani. L’intenzione di Ardita – ha aggiunto l’Anpi – è un insulto alla memoria in quanto Mussolini e i fascisti, con Giorgio Almirante, sono stati fautori con le leggi razziali del 1938 e complici delle deportazioni e degli stermini“.

“Vorremmo ricordare ad Ardita che esiste il reato di apologia del fascismo e quindi, dal momento che egli è un rappresentante dello Stato, è tenuto al rispetto della Costituzione. Con questo stesso spirito invitiamo il sindaco Alessandro Grando – ha concluso l’Anpi – e la Giunta a prendere le distanze e a condannare le parole del consigliere Giovanni Ardita”.

E una condanna arriva anche dall’Osservatorio Nazionale Antifascista che ha commentato la vicenda con un tweet: “Crediamo ci sia un limite a tutto, anche alle provocazioni. Il signore in questione è il consigliere comunale di #Ladispoli che ha presentato la proposta per l’intitolazione di una Piazza ad Almirante. Ora chiede un riconoscimento anche per #Mussolini. Siamo alla follia“.

Crediamo ci sia un limite a tutto, anche alle provocazioni.
Il signore in questione è il consigliere comunale di #Ladispoli che ha presentato la proposta per l’intitolazione di una Piazza ad #Almirante.
Ora chiede un riconoscimento anche per #Mussolini. Siamo alla follia pic.twitter.com/HIdQd44v27

— Osservatorio Nazionale Antifascista (@Italiantifa) 17 ottobre 2018

Il chiarimento di Ardita

E visto il clamore suscitato e il notevole vespaio sollevato attorno alla sua frase, il consigliere comunale di maggioranza ”incriminato” ha provato a dare la sua versione dei fatti: “Dopo due o tre mesi da quando sono stato chiamato in causa per aver proposto Piazza Almirante, che democraticamente ho definito un politico stimato nei suoi 30 anni nei quali è stato parlamentare al pari di Berlinguer, dopo numerosi insulti subiti su Facebook, la mia battuta era stimolante nel voler affermare che, a differenza di quei politici che in questi ultimi 30 anni hanno fatto cadere ponti, strade e strutture pubbliche, le strade Eur, ponti, monumenti e strutture pubbliche realizzate 60 anni fa a Roma ancora oggi reggono bene. Diciamo che la mia – ha proseguito Ardita – era una provocazione alla politica di oggi per stimolarla a fare meglio“.

Per quanto riguarda poi Almirante, il consigliere è tornato a ribadire come sia stato “impeccabile nella sua lunga attività parlamentare, lontano da scandali e ligio al suo dovere di rappresentante eletto dal popolo”.

(Il Faro online)