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“La base del matrimonio è la fedeltà, ma non bastano tre conferenze in parrocchia per prepararlo”

24 ottobre 2018 | 14:38
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“La base del matrimonio è la fedeltà, ma non bastano tre conferenze in parrocchia per prepararlo”

Il Pontefice: “La fedeltà è la caratteristica della relazione umana libera, matura, responsabile”

Città del Vaticano – “Per accedere al Sacramento del matrimonio, i fidanzati devono maturare la certezza che nel loro legame c’è la mano di Dio, che li precede e li accompagna”. Una coppia non può promettersi fedeltà “solo sulla base della buona volontà o della speranza che ‘la cosa funzioni”, al contrario ha “bisogno di basarsi sul terreno solido dell’Amore fedele di Dio”.

E’ quanto afferma Papa Francesco, che in una piazza San Pietro riscaldata da un caldo sole autunnale, prosegue il ciclo di catechesi dedicate ai Dieci Comandamenti. Si sofferma sul sesto comandamento, “Non commettere adulterio”, ribadendo la necessità di un “catecumenato” per le coppie di fidanzati che si avvia verso il matrimonio:

Prima di ricevere il Sacramento del Matrimonio, ci vuole un’accurata preparazione, direi un catecumenato, perché si gioca tutta la vita nell’amore, e con l’amore non si scherza. Non si può definire “preparazione al matrimonio” tre o quattro conferenze date in parrocchia; no, questa non è preparazione: questa è finta preparazione. E la responsabilità di chi fa questo cade su di lui: sul parroco, sul vescovo che permette queste cose. La preparazione deve essere matura e ci vuole tempo. Non è un atto formale: è un Sacramento. Ma si deve preparare con un vero catecumenato.

Fedeltà, la base di ogni rapporto

Il sesto comandamento, fa notare il Pontefice, “è un  richiamo immediato è alla fedeltà”, base sulla quale si fonda ogni “rapporto umano autentico”.

“Non si può amare solo finché ‘conviene’ – sottolinea il Papa -; l’amore si manifesta proprio oltre la soglia del proprio tornaconto, quando si dona tutto senza riserve”. In altre parole, “la fedeltà è la caratteristica della relazione umana libera, matura, responsabile”.  E aggiunge: “Anche un amico si dimostra autentico perché resta tale in qualunque evenienza, altrimenti non è un amico”.

Il bisogno di amare

Secondo Papa Bergoglio, “l’essere umano ha bisogno di essere amato senza condizioni, e chi non riceve questa accoglienza porta in sé una certa incompletezza, spesso senza saperlo”. Così, “il cuore umano cerca di riempire questo vuoto con dei surrogati, accettando compromessi e mediocrità che dell’amore hanno solo un vago sapore”, correndo un forte rischio: “quello di chiamare ‘amore’ delle relazioni acerbe e immature, con l’illusione di trovare luce di vita in qualcosa che, nel migliore dei casi, ne è solo un riflesso”.

Francesco fa l’esempio dell’attrazione fisica, spesso sopravvalutata, “che in sé è un dono di Dio ma è finalizzata a preparare la strada a un rapporto autentico e fedele con la persona”. A tal rigurado cita le parole di Papa Wojtyla: “L’essere umano è chiamato alla piena e matura spontaneità dei rapporti, che è il graduale frutto del discernimento degli impulsi del proprio cuore. È qualcosa che si conquista, dal momento che ogni essere umano deve con perseveranza e coerenza imparare che cosa è il significato del corpo”.

La vita coniugale

Pertanto, la chiamata al matrimonio “richiede un accurato discernimento sulla qualità del rapporto e un tempo di fidanzamento per verificarla”.

I fidanzati, sottolinea il Papa, “non possono promettersi fedeltà ‘nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia’, e di amarsi e onorarsi tutti i giorni della loro vita, solo sulla base della buona volontà. Hanno bisogno di basarsi sul terreno solido dell’Amore fedele di Dio”.

E, a braccio, ribadisce la necessità di un catecumentato per chi decide di intraprendere la “coraggiosa” via del matrimonio:

Prima di ricevere il Sacramento del Matrimonio, ci vuole un’accurata preparazione, direi un catecumenato, perché si gioca tutta la vita nell’amore, e con l’amore non si scherza. Non si può definire “preparazione al matrimonio” tre o quattro conferenze date in parrocchia; no, questa non è preparazione: questa è finta preparazione. E la responsabilità di chi fa questo cade su di lui: sul parroco, sul vescovo che permette queste cose. La preparazione deve essere matura e ci vuole tempo. Non è un atto formale: è un Sacramento. Ma si deve preparare con un vero catecumenato.

Uno stile di vita

Per il Pontefice, “la fedeltà infatti è un modo di essere, uno stile di vita. Si lavora con lealtà, si parla con sincerità, si resta fedeli alla verità nei propri pensieri, nelle proprie azioni. Una vita intessuta di fedeltà si esprime in tutte le dimensioni e porta ad essere uomini e donne fedeli e affidabili in ogni circostanza”.

Tuttavia, ammonisce, “per arrivare ad una vita così bella non basta la nostra natura umana, occorre che la fedeltà di Dio entri nella nostra esistenza, ci contagi”. Da qui l’invito a rivolgere “lo sguardo a Cristo, che con la sua fedeltà può togliere da noi un cuore adultero e donarci un cuore fedele. In Lui, e solo in Lui, c’è l’amore senza riserve e ripensamenti, la donazione completa senza parentesi e la tenacia dell’accoglienza fino in fondo”.

E conclude: “Dalla sua morte e risurrezione deriva la nostra fedeltà, dal suo amore incondizionato deriva la costanza nei rapporti. Dalla comunione con Lui, con il Padre e con lo Spirito Santo deriva la comunione fra di noi e il saper vivere nella fedeltà i nostri legami”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media