“Non possiamo essere cristiani senza infamia e senza lode: o santità o niente”

1 novembre 2018 | 12:59
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“Non possiamo essere cristiani senza infamia e senza lode: o santità o niente”

Il Pontefice nella Solennità di Ognissanti: “Quella di oggi è una festa di famiglia”. E striglia i fedeli: “I Santi tifano per noi affinché scegliamo Dio”

Città del Vaticano – “O santità o niente”. E’ l’esortazione che Papa Francesco rivolge ai tanti fedeli che, nonostante la pioggia battente, sono accorsi in piazza San Pietro per recitare con il Pontefice la preghiera dell’Angelus.

Nel giorno in cui la Chiesa celebra la Solennità di Ognissanti, il Santo Padre striglia i fedeli, incalzandoli a scegliere le cose del Cielo, seguendo l’esempio dei Santi che, dal paradiso, “tifano” per noi.

Non solo. “Lassù – precisa il Pontefice – cantano insieme, lodano Dio con gioia”. Un canto bellissimo che possiamo immaginare, aggiunge Bergoglio, durante la Messa, “quando cantiamo ‘Santo, santo, santo il Signore Dio dell’universo’. È un inno di lode che viene dal cielo“, e cantandolo tutti insieme “non solo pensiamo ai santi, ma facciamo quello che fanno loro: in quel momento, nella Messa, siamo uniti a loro più che mai”.

E siamo uniti a tutti i santi: non solo a quelli più noti, del calendario, ma anche a quelli “della porta accanto”, ai nostri familiari e conoscenti che ora fanno parte di quella moltitudine immensa. Oggi allora è festa di famiglia. I santi sono vicini a noi, anzi sono i nostri fratelli e sorelle più veri. Ci capiscono, ci vogliono bene, sanno qual è il nostro vero bene, ci aiutano e ci attendono. Sono felici e ci vogliono felici con loro in paradiso.

Cita poi il brano evangelico odierno, quello delle “Beatitudini”, facendo notare la differenza tra la logica di Dio e quella del mondo: “Il Vangelo dice beati i poveri, mentre il mondo dice beati i ricchi. Il Vangelo dice beati i miti, mentre il mondo dice beati i prepotenti. Il Vangelo dice beati i puri, mentre il mondo dice beati i furbi e i gaudenti”. Una via, quella della santità, che “sembra portare alla sconfitta. Eppure i Santi hanno vinto, non il mondo. E ci esortano a scegliere la loro parte, quella di Dio che è Santo”.

Chiediamoci da che parte stiamo: quella del cielo o quella della terra? Viviamo per il Signore o per noi stessi, per la felicità eterna o per qualche appagamento ora? Domandiamoci: vogliamo davvero la santità? O ci accontentiamo di essere cristiani senza infamia e senza lode, che credono in Dio e stimano il prossimo ma senza esagerare? Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Insomma, o santità o niente! Ci fa bene lasciarci provocare dai santi, che qua non hanno avuto mezze misure e da là “tifano” per noi, perché scegliamo Dio, l’umiltà, la mitezza, la misericordia, la purezza, perché ci appassioniamo al cielo piuttosto che alla terra.

In altre parole, i Santi “non ci chiedono di sentire un’altra volta un bel Vangelo, ma di metterlo in pratica, di incamminarci sulla via delle Beatitudini”. “Non si tratta di fare cose straordinarie – conclude il Papa -, ma di seguire ogni giorno questa via che ci porta in cielo, in famiglia, a casa“.

Oggi quindi intravediamo il nostro futuro e festeggiamo quello per cui siamo nati: siamo nati per non morire mai più, siamo nati per godere la felicità di Dio! Il Signore ci incoraggia e a chi imbocca la via delle Beatitudini dice: ‘Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli’.

Infine, l’immancabile e tradizionale saluto: “A tutti auguro una buona festa nella compagnia spirituale dei Santi. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

(Il Faro online)