Al Cimitero Laurentino la preghiera del Papa per i bambini non nati

2 novembre 2018 | 17:42
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Al Cimitero Laurentino la preghiera del Papa per i bambini non nati

Il Pontefice nel “Giardino degli Angeli”: “Oggi è un giorno di speranza”. Al rientro in Vaticano la sosta nelle Grotte della basilica di San Pietro

Roma – “Oggi è un giorno di speranza”. Papa Francesco riflette sulle tre dimensioni temporali della vita (passato, presente e futuro), nella sua omelia, pronunciata completamente a braccio, durante la celebrazione eucaristica presieduta tra le tombe del Cimitero Laurentino, alla periferia di Roma.

Al suo arrivo, prima di celebrarvi la Messa per la Commemorazione dei defunti, il Santo Padre sosta in preghiera nell’area ribattezzata “Giardino degli Angeli”, il cimitero dei bambini, dove sono sepolti anche i feti prodotti da aborti spontanei o procurati.

Ad accoglierlo, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, il cardinale vicario, Angelo De Donatis, il vescovo ausiliare per il settore Sud, mons. Paolo Lojudice, il cappellano della chiesa di Gesù Risorto, situata all’interno del Laurentino, mons. Claudio Palma.

Il Pontefice passeggia per alcuni minuti tra le piccole tombe, in silenzioso raccoglimento, deponendo anche un diversi mazzi di fiori sulle lapidi. Poi, il saluto ad alcune famiglie in un momento di forte commozione.

Bergoglio è il primo Papa in visita al Cimitero Laurentino. E si tratta del quarto campo santo visitato da Francesco in occasione della Commemorazione dei defunti: per tre anni consecutivi (2013, 2014 e 2015) celebrò la messa al cimitero monumentale del Verano; nel 2016 fu a Prima Porta; lo scorso anno si è recato al cimitero americano di Nettuno, con sosta, al ritorno, alle Fosse Ardeatine.

Memoria del passato…

“Oggi è un giorno di memoria del passato, un giorno per ricordare coloro che hanno camminato prima di noi, che ci hanno anche accompagnato, ci hanno dato la vita”, dice il Santo Padre, sottolineando il ruolo della memoria:

E’ciò che fa forte un popolo, perché si sente radicato in un cammino, radicato in una storia, radicato in un popolo. La memoria ci fa capire che non siamo soli, siamo un popolo: un popolo che ha storia, che ha passato, che ha vita”, aggiunge.

Memoria di tanti che hanno condiviso con noi un cammino, e sono qui“, prosegue, indicando le tante lapidi. “Non è facile fare memoria – sottolinea -. Tante volte facciamo fatica a tornare indietro col pensiero a quello che è successo nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro popolo“. E ribadisce: oggi, “la memoria che ci porta alle radici”.

Gesù ha tolto alla morte l’ultima parola: chi crede in Lui sarà trasfigurato dall’amore misericordioso del Padre per una vita eterna e beata.

— Papa Francesco (@Pontifex_it) 2 novembre 2018

…guardando al futuro

Ma quella odierna è anche una giornata “di speranza”. Rievoca l’immagine della Gerusalemme celesta, un’immagine, precisa, che la Bibbia “usa per farci capire quello che ci aspetta: la bellezza“.

Memoria e speranza, speranza di incontrarci, speranza di arrivare dove c’è l’Amore che ci ha creati, dove c’è l’Amore che ci aspetta: l’amore di Padre.

Seguire la strada

Fra queste due dimensioni c’è quella “della strada che noi dobbiamo fare e che percorriamo“. Una strada difficile da percorre, ammette, ma Dio stesso, dice il Papa, ci ha dato un “navigatore” per non smarrirci: “Le Beatitudini che nel Vangelo Gesù ci ha insegnato. La mitezza, la povertà di spirito, la giustizia, la misericordia, la purezza di cuore sono le luci che ci accompagnano per non sbagliare strada: questo è il nostro presente”.

In questo cimitero ci sono le tre dimensioni della vita: la memoria, possiamo vederla lì; la speranza, la celebreremo adesso nella fede, non nella visione; e le luci per guidarci nel cammino per non sbagliare strada, le abbiamo sentite nel Vangelo: sono le Beatitudini.

La preghiera finale

Infine, invita i fedeli a pregare affinché il Signora conceda la grazia di non perdere mai la memoria, “di persona, di famiglia, di popolo”; la grazia della speranza, “perché la speranza è un dono suo: saper sperare, guardare l’orizzonte, non rimanere chiusi davanti a un muro”; “la grazia di capire quali sono le luci che ci accompagneranno sulla strada per non sbagliare, e così arrivare dove ci aspettano con tanto amore”, conclude.

Al termine della messa al Cimitero Laurentino, al rientro in Vaticano, Francesco si recherà nelle Grotte della Basilica Vaticana per un momento di preghiera in privato, per i Pontefici defunti.

Dopo la messa celebrata al cimitero Laurentino, rientrato in Vaticano, #PapaFrancesco si è recato nelle Grotte di San Pietro dove ha pregato per i suoi predecessori defunti

— L'Osservatore Romano (@oss_romano) 2 novembre 2018

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media