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Aggressione e coltellate a Fiumicino, l’altra faccia della verità

4 novembre 2018 | 13:33
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Aggressione e coltellate a Fiumicino, l’altra faccia della verità

La “vittima” a sua volta era “carnefice”, e il territorio ha reagito con violenza.

Fiumicino – La notizia, lo scorso 19 ottobre (leggi qui l’articolo) aveva fatto scalpore: un diciannovenne era finito all’ospedale Grassi di Ostia dopo essere stato stato pestato e accoltellato intorno alle 23 circa a Fiumicino centro, nella zona di via delle Ombrine.

Il ragazzo da tempo aveva segnalato aggressioni e minacce, anche nei giorni precedenti. Secondo un prima ricostruzione da parte della polizia, intervenuta sul posto, gli aggressori sarebbero stati parte di un gruppetto di una decina di persone lo aveva già malmenato, forse a causa di un furto.

Il giovane è dunque passato come “vittima”. Il che per un certo punto di vista è corretto, sia  perché il pestato in quel caso era lui, sia perché nessuna violenza può essere mai giustificata.

Ma… c’è un ma. A distanza di tempo, stanno venendo fuori particolari che fanno leggere ciò che è accaduto con una luce diversa.

Il ragazzo, a detta di molti testimoni, da qualche giorno prima dell’aggressione, terrorizzava via delle Ombrine.Danneggiamenti di auto, aggressioni fisiche, persino pugni in faccia contro un 80enne.

Si faceva forte agendo con un complice, un romeno senza fissa dimora, e spadroneggiava, tanto da aver messo su quasi un sistema di controllo di via delle Ombrine. La reazione del territorio è stata violenta.

Da qui a giustificare un’aggressione ce ne corre, anche perché se passa il messaggio che chiunque può farsi giustizia da solo “saltano” tutti i paletti della democrazia e la città diventa un far west.

Ma è un campanello d’allarme per le Istituzioni, alle quali è demandato l’ordine e la sicurezza pubblica. Questo episodio è emblematico; non si può far finta di non vedere.