Papa Francesco: “Amare Dio e il prossimo sono la vera forza del credente”

4 novembre 2018 | 12:19
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Papa Francesco: “Amare Dio e il prossimo sono la vera forza del credente”

Il Pontefice condanna l’attentato che due giorni fa ha colpito la Chiesa Copta-ortodossa in Egitto: “Uccisi perché cristiani”

Città del Vaticano – “Amare Dio vuol dire investire ogni giorno le proprie energie per essere suoi collaboratori nel servire senza riserve il nostro prossimo, nel cercare di perdonare senza limiti e nel coltivare relazioni di comunione e di fraternità”.

E’ completamente incentrata attorno al “Comandamento dell’amore” (cfr. Mc 12,28b-34) la riflessione di Papa Francesco in occasione del tradizionale Angelus domenicale.

Il Papa fa notare alle migliaia di pellegrini che affollano piazza San Pietro, nonostante la pioggia battente, che “amare Dio” e “amare il prossimo”, “pur se posti in sequenza, essi sono le due facce di un’unica medaglia: vissuti insieme sono la vera forza del credente!“. Poi, la condanna dell’attento che nei giorni scorsi ha colpito la Chiesa Copta-ortodossa in Egitto.

Precetti inseparabili

“Scegliendo queste due Parole rivolte da Dio al suo popolo e mettendole insieme – spiega il Papa -, Gesù ha insegnato una volta per sempre che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili, anzi, di più, si sostengono l’un l’altro”.

Essi, infatti, “pur se posti in sequenza, sono le due facce di un’unica medaglia: vissuti insieme sono la vera forza del credente!”.

Amare Dio è vivere di Lui e per Lui, per quello che Lui è e per quello che Lui fa. E il nostro Dio è donazione senza riserve, è perdono senza limiti, è relazione che promuove e fa crescere. Amare Dio vuol dire investire ogni giorno le proprie energie per essere suoi collaboratori nel servire senza riserve il nostro prossimo, nel cercare di perdonare senza limiti e nel coltivare relazioni di comunione e di fraternità

La Messa domenicale è al centro della vita della Chiesa: lì incontriamo il Signore risorto, ascoltiamo la sua parola, ci nutriamo alla sua mensa e così diventiamo Chiesa. #sundaymass

— Papa Francesco (@Pontifex_it) 4 novembre 2018

Nessuna  pre-selezione

L’evangelista Marco, fa notare il Pontefice, “non si preoccupa di specificare chi è il prossimo, perché il prossimo è la persona che incontro nel cammino delle mie giornate“. “Non si tratta di pre-selezionare il mio prossimo”, ammonisce, e a braccio aggiunge: “Questo non è cristiano, è pagano”.

Non si tratta di scegliere il nostro prossimo, dunque, ma “di avere occhi per vederlo e cuore per volere il suo bene. Se ci esercitiamo a vedere con lo sguardo di Gesù, ci porremo sempre in ascolto e accanto a chi ha bisogno”.

I bisogni del prossimo richiedono certo risposte efficaci, ma prima ancora domandano condivisione. Con un’immagine possiamo dire che l’affamato ha bisogno non solo di un piatto di minestra, ma anche di un sorriso, di essere ascoltato e anche di una preghiera, magari fatta insieme

In altre parole, “il Vangelo di oggi invita tutti noi ad essere proiettati non solo verso le urgenze dei fratelli più poveri, ma soprattutto ad essere attenti alla loro necessità di vicinanza fraterna, di senso della vita e di tenerezza”.

Il rischio della comunità

Questo comandamento, prosegue Bergoglio, “interpella le nostre comunità cristiane”, che corrono il rischio di diventare “stazioni di servizio” dove si vivono “molte iniziative” ma con “poche relazioni” e “poca compagnia, nel senso pieno e cristiano di questo termine”.

Dio, che è amore, ci ha creati per amore e perché possiamo amare gli altri restando uniti a Lui. Sarebbe illusorio pretendere di amare il prossimo senza amare Dio; e sarebbe altrettanto illusorio pretendere di amare Dio senza amare il prossimo. Le due dimensioni dell’amore, per Dio e per il prossimo, nella loro unità caratterizzano il discepolo di Cristo

La preghiera per l’attentato in Egitto

Dopo la benedizione, il pensiero del Papa va all’Egitto e alla Chiesa Copta-ortodossa, colpita nei giorni scorso da un attentato: “Prego per le vittime, pellegrini uccisi per il solo fatto di essere cristiani, e chiedo a Maria Santissima di consolare le famiglie e l’intera comunità”. E, con tutta la piazza, prega un’Ave Maria.

Infine, l’immancabile saluto: “A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

(Il Faro online)