Korea Week, a Roma il “grido di pace” della Corea del Sud

20 novembre 2018 | 17:22
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Musica, teatro, arte: nella Capitale esplode il fattore K. Spettacoli ed eventi gratuiti aperti a tutti per conoscere la cultura del Paese del Calmo Mattino

Roma – Venti di pace soffiano sulla penisola coreana, mentre in Italia dilaga sempre più il “fattore K”. Il Bel Paese, infatti, nel 2017 taglia il traguardo del milione di turisti coreani, mentre nel 2014 non si raggiungeva neanche il mezzo milione. Un amore ricambiato, visto che nello stesso anno ben 44mila italiani hanno visitato il Paese asiatico.

Italia e Corea del Sud, due stati lontani geograficamente accomunati dal reciproco interesse per la storia e la cultura. Per questo Roma ospiterà, dal 26 al 2 dicembre, la terza edizione della Korea Week, promossa dall’Ambasciata della Repubblica di Corea.

Organizzata dall’Istituto Culturale Coreano, la manifestazione si pone due obiettivi: far conoscere la cultura coreana agli italiani, e cercare un punto comune con gli usi e costumi del Bel Paese in modo tale da formare una cultura sinergica tra Italia e Corea del Sud.

Tema comune a tutte le manifestazioni sarà quella della pace: “Finalmente nella nostra terra iniziano a soffiare venti di pace – afferma il direttore dell’Istituto Culturale Coreano, Soo Myoung Lee, presentando la kermesse alla stampa -. E per questa terza edizione della Korea Week non potevamo non trasmettere questo desiderio e voglia di pace che hanno oggi i cittadini coreani“.

Politica e diplomazia, dunque, ma anche musica, teatro e arte saranno i protagonisti dell’evento che si aprirà con un convegno – in collaborazione con Istituto Affari Internazionali (K-Forum, Palazzo Rondanini, 26 novembre ore 15.00) – sugli importanti accordi di partnership strategica tra Italia e Sud Corea siglato il 18 ottobre alla presenza del presidente coreano Moon Jae-in e del presidente del consiglio Giuseppe Conte. Gli accordi riguardano il settore della tecnologia e della robotica, i servizi aerei per far crescere il commercio e il turismo, la difesa e la sicurezza.

Dopo sarà la volta delle arti: il 27 novembre, nella splendida cornice del Teatro Torlonia, le performance dedicate alla tradizione coreana: percussioni, danze tradizionali, esecuzione Haegeum (violino tradizionale coreano), Geomungo (strumento a corda tradizionale) e tante altre esibizioni di strumenti coreani. Il 28 novembre, sempre al teatro Torlonia, il K-Jazz, un concerto dove la musica orientale sposa quella occidentale unendo tradizione e modernità.

Spazio anche all’arte figurativa: all’Istituto Culturale Coreano, sito in via Nomentana 12, sarà inaugurata giovedì 29 novembre la mostra “Un giorno di vento”, incisioni in legno su carta Hanji dell’artista Lee Chul Soo. L’estemporanea, che si chiuderà il 28 dicembre, racconta la voglia di democrazia e libertà provati dall’artista durante gli anni ’50 del XX secolo, quando era in corso la Guerra di Corea.

Lee Chul Soo, attraverso i suoi disegni, analizza la società coreana contemporanea in cui molti contadini e operai popolano le sue visioni. Allo stesso modo, l’artista viene ispirato dalla propria vita personale (è diventato un coltivatore di riso e buddista degli anni ’90) con particolare interesse per il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente.

La kermesse si chiuderà sabato 1 e domenica 2 dicembre con una rappresentazione teatrale inserita nel cartellone del Teatro India (unico evento a pagamento ingresso euro 10, ridotto 7 euro) che unisce marionette, recitazione, mimo e danza coreana. Sul palco la storia della Guerra di Corea vista dagli occhi di una bambina, Dallae, che vede improvvisamente svanire il suo mondo a causa delle armi.

(Il Faro online)