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Karate, Angelo Crescenzo: “Un oro mondiale che cambia la vita”

27 novembre 2018 | 19:41
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Karate, Angelo Crescenzo: “Un oro mondiale che cambia la vita”
Karate, Angelo Crescenzo: “Un oro mondiale che cambia la vita”
Karate, Angelo Crescenzo: “Un oro mondiale che cambia la vita”
Karate, Angelo Crescenzo: “Un oro mondiale che cambia la vita”
Karate, Angelo Crescenzo: “Un oro mondiale che cambia la vita”

Racconta la sua vittoria a Madrid il neo campione iridato della Nazionale italiana. Nel kumite dei 60 chilogrammi ha sbaragliato la concorrenza. Con il sorriso prima di salire sul tatami e con la voglia di vincere

Il Faro on line – Una medaglia attesa. Dall’ItaliaTeam del karate. Un successo pazzesco arrivato solo agli sgoccioli della finale. Probabilmente, tutti i campioni sognano di vincere in questo modo. Quando lì lì sui pareggio, le cose ancora non vanno per il verso giusto. Ma poi tutto cambia. Se il cuore di un atleta lo vuole.

Questa è stata la finale a Madrid per Angelo Crescenzo. Il suo titolo iridato è arrivato a 4 secondi dalla fine del match. E con il sorriso il neo campione mondiale di kumite, dei 60 chilogrammi, è salito sul tatami. Seguito dal suo coach Salvatore Loria, Crescenzo ha imbracciato battaglia e guantini con l’avversario giapponese: “Conoscevo già il giapponese – dice Angelo, tornando con la mente ai recenti Mondiali spagnoli – anche se lui mi ha fatto capire subito – prosegue l’atleta dell’Esercito – che avrebbe cambiato le carte in tavola rispetto agli altri incontri”.

L’ultimo incontro prima del podio è differente. E lui lo sapeva. Tensione, emozione, speranza. Ma Crescenzo si è goduto ogni istante: “Era importante per me, godermi la gara con il sorriso – sottolinea il karateka azzurro – quando sono entrato, il mio unico pensiero è stato quello di godermi il pubblico, che esultava per me”. E non solo tifosi dagli spalti. Anche compagni di squadra. Tutti. E lo dice Angelo: “Erano tutti fiduciosi per questa medaglia. Facevano un casino esagerato dagli spalti”.

Frastornato ancora da una vittoria che cambia la vita, come lui stesso dichiara nel video diffuso dalla Fijlkam, sulla pagina ufficiale Facebook, della Federazione, fa fatica a ricordare quegli ultimi istanti di gara: “Ricordo tutto della finale – prosegue Crescenzo – tranne quegli ultimi 4 fatidici secondi. Ancora non riesco a ricordare.. pian piano.. le immagini stanno tornando”.

Mostra orgoglioso la medaglia d’oro Angelo e lo fa nella palestra del Centro Olimpico Matteo Pellicone di Ostia. Un luogo speciale per tutta la Nazionale italiana e anche per lui. Lungo il periodo di preparazione, verso i Mondiali. Le tappe della Premier League, gli Europei di maggio e i diversi tornei a cui ha partecipato, con la speranza di arrivare a Tokyo 2020. Un campione sa cosa vuol dire, costruire un sogno dorato: “ I sacrifici che ho fatto in questi sei mesi… – dice il campione mondiale, con particolare emozione – penso alle tante rinunce e ai momenti passati da solo in palestra. Tanti allenamenti e la voglia di migliorarsi sempre di più. Tutte queste cose insieme mi hanno messo al collo la medaglia d’oro, invece dell’argento”.

Non è facile arrivare in cima, il più in alto possibile. Rispetto agli altri. Essere il migliore al mondo ha un prezzo e niente arriva per caso. Ecco perché probabilmente quei 4 secondi finali sono aleatori nelal sua mente, ancora. L’emozione dentro è ancora viva. Molto viva. E in finale Angelo ha messo il cuore. Un oro inseguito sul tatami. Rosicchiando punti su punti, fino al 5 a 2 risolutivo: “Ho visto le  tre bandierine – racconta Crescenzo, descrivendo la sua finale per l’oro – con lo sguardo ho cercato il monitor, per capire se eravamo 2 a 2. Ho capito subito che sarei andato poi in vantaggio, al 5 a 2 per me. E cosa il mio avversario avrebbe fatto per recuperare”.

Nulla. Si è arreso il giapponese e l’Italia è arrivata prima. Con il cuore e i guantini di Angelo Crescenzo. E al secondo posto europeo conquistato in Serbia a maggio, l’alloro più bello. Quello che oltre.. non c’è più nulla.