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Ostia, scontro tra M5S e opposizione: X Municipio verso la paralisi

3 dicembre 2018 | 09:50
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Ostia, scontro tra M5S e opposizione: X Municipio verso la paralisi

Dimissioni di massa dei consiglieri di opposizione dalle commissioni consiliari dopo l’approvazione del Bilancio in solitudine. Esposto al Prefetto di Roma

Ostia – I consiglieri dei partiti di opposizione non prenderanno più parte alle commissioni consiliari, bloccando di fatto l’attività politica del X Municipio. Questo mentre un esposto partirà alla volta di Palazzo Valentini, sede della Prefettura di Roma. Una decisione, quella delle dimissioni, che aspetta di essere attuata visto che oggi, lunedì 3 dicembre, l’opposizione presenzia la Commissione Scuola.

Attività politica verso il blocco come conseguenza di quello che i consiglieri di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Pd, Sogno Comune e Laboratorio civicoritengono sia stato variamente “uno sgarbo istituzionale”, “un furto di democrazia”, “ una meschinità” o “un atto di manifesta incapacità”, per dirla con le definizioni adottate dagli interessati. Per Antonino Di Giovanni, capogruppo del M5S, l’approvazione del Bilancio “è avvenuta nella piena legalità: mentre noi abbiamo rispettato l’orario, c’era chi stava banchettando senza rispetto verso l’istituzione e verso i colleghi”. (qui scopri cosa è successo giovedì 29 novembre)

In realtà lo scontro è più profondo. Al di là di una procedura che sul piano della correttezza nei rapporti istituzionali che sarà anche tema dell’esposto diretto al Prefetto di Roma, si contesta l’atteggiamento complessivo del Governo del X Municipio. “Quello proposto è un bilancio che fa tagli economici pesantissimi – osserva Monica Picca, capogruppo FdI – Taglia fondi destinati alle famiglie, ai disabili, ai centri diurni per minorenni, ai minori in affido, alla segnaletica stradale, alle emergenze per eventi meteo, alle diverse manutenzioni, da quelle stradali agli ascensori per le sedi istituzionali e per le case comunali. E ci è stato impedito di emendare questi provvedimenti”.  “Siamo al reddere rationem – aggiunge Mariacristina Masi di Forza Italia –  Da un anno procedono con l’atteggiamento del ‘comandiamo noi’. Basti dire che la Commissione bilancio convocata per discutere la manovra è durata un’ora e mezza e che i documenti ci sono arrivati all’ultimo. Gli Uffici non rispondono e quasi mai i dirigenti si presentano nelle Commissioni.  Il caso del finanziamento di 1,4 milioni d Risorse per Roma senza che ci sia stata data la spiegazione del perché, è emblematico”. “Sul piano procedurale – evidenzia Andrea Bozzi della civica Sogno comune – ci contestano di essere arrivati con 9 minuti di ritardo alla votazione del Bilancio quando dall’inizio della consiliatura loro non hanno mai iniziato l’assemblea in orario, arrivando a fare anche il terzo appello. Sul piano politico, poi, non ci è stato spiegato nulla della proposta di bilancio: da Roma è arrivato l’ordine di approvarlo in quel modo e loro lo hanno fatto con un sotterfugio meschino che ha evitato il nostro controllo politico”.

La conferenza dei consiglieri di opposizione che annunciano le dimissioni

La conferenza dei consiglieri di opposizione che annunciano le dimissioni

Sono ladri di democrazia – tuona Athos De Luca del Pd – Nella mia esperienza politica di oltre trent’anni e a tutti i livelli, non s’è mai visto. Ci tacciano di aver tardato il rientro quando loro, lo stesso giorno, a pranzo, li abbiamo aspettati per più di un’ora. Hanno votato il bilancio in 3 minuti e sono scappati via, come i ladri.  Oltre a dimetterci dalle Commissioni e a presentare l’esposto al Prefetto, chiederemo le dimissioni del Presidente dell’Assemblea che aveva il dovere di tutelare anche la minoranza”. “Loro hanno pensato bene di approfittare del ritardo – conclude Franco De Donno di Laboratorio Civico – Via tutti gli Ordini del giorno presentati dai Consiglieri assenti, voto in fretta e furia, e si va tutti a casa. Formalmente corretto, ma l’ennesima dimostrazione di una cultura democratica pari a zero. Nessuna considerazione dell’apporto che può venire da chi rappresenta decine si migliaia di cittadini”.