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Ostia, confiscati il porto, il Plinius e la spiaggia libera Hakuna Matata

10 gennaio 2019 | 10:27
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Ostia, confiscati il porto, il Plinius e la spiaggia libera Hakuna Matata

Confiscati beni per circa mezzo miliardo di euro all’imprenditore Mauro Balini: 15 società e 897 unità immobiliari incluso il porto, i suoi negozi e le quote societarie di Plinius e Hakuna Matata

Ostia – Confiscati i beni per oltre mezzo miliardo di euro all’imprenditore Mauro Balini. Lo comunica la Guardia di Finanza: i militari del comando provinciale delle Fiamme gialle di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca, emesso dal Tribunale-Sezione Misure di Prevenzione, di numerosi immobili, auto, società, conti bancari e crediti, per un valore complessivo di oltre mezzo miliardo di euro.

Destinatario del provvedimento l’imprenditore romano, operante nel settore turistico e immobiliare, già arrestato dalle Fiamme Gialle nel 2015 per associazione per delinquere finalizzata a fatti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni, il cui principale centro di affari, secondo l’accusa, era il porto turistico di Ostia, oltre agli stabilimenti balneari Hakuna Matata e Plinius.

«Ultima spiaggia», spiegano le Fiamme Gialle, «costituisce l’epilogo di meticolose indagini patrimoniali, delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina agli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, che hanno consentito di documentare come avesse accumulato un ingentissimo patrimonio in mancanza di fonti di reddito lecite tali da giustificare le proprie operazioni mobiliari e immobiliari, compiute avvalendosi di componenti del proprio nucleo familiare o di compiacenti ‘prestanome’. Inoltre, le attività investigative hanno permesso di accertare i rapporti tra Balini ed esponenti di organizzazioni malavitose egemoni sul litorale romano, come i clan Fasciani e Spada». Va sottolineato che nei confronti di Mauro Balini non è stata contestata la violazione dell’associazione criminale finalizzata ad attività mafiose ovvero l’articolo 416 bis del codice penale.

«Relazioni emerse, in particolare, – spiegano gli investigatori – con riguardo alla figura di Cleto Di Maria, narcotrafficante di elevato spessore criminale al quale aveva concesso a un prezzo irrisorio, attraverso una società assegnataria della relativa concessione demaniale, la gestione di un bar all’interno dello stabilimento balneare ‘Hakuna Matata’ e che, per suo conto, curava i servizi di sicurezza e vigilanza all’interno del porto turistico». Balini, secondo gli investigatori, «si era, inoltre, fatto carico di sostenere economicamente la famiglia del pregiudicato Roberto Giordani, meglio noto come ‘Cappottone’, durante la detenzione conseguente al tentato omicidio di Vito Triassi, commesso nel 2007, elargendo alla moglie di Giordani la somma di 5.000 euro mensili. Ancora, l’imprenditore aveva affidato a titolo gratuito a una cooperativa riferibile, tra gli altri, a Roberto Pergola, personaggio intraneo al clan Spada, come acclarato successivamente nel contesto dell’indagine ‘Eclissi’, la gestione del parcheggio interno al porto turistico».

L’evidente sproporzione tra le ricchezze possedute e i redditi dichiarati, insieme alla conclamata pericolosità sociale, aveva portato, tra luglio 2016 e ottobre 2017, al sequestro dei beni oggi confiscati. Il provvedimento in corso di esecuzione riguarda quote societarie, capitale e intero compendio aziendale di 15 società, operanti nel settore immobiliare, nella gestione di servizi e di stabilimenti balneari e nella ristorazione, cui sono riconducibili, tra l’altro, i circa 840 posti barca del porto turistico di Ostia; 897 unità immobiliari tra appartamenti, locali commerciali, box, posti auto e terreni a Roma e in provincia di Rieti; 7 auto e una moto; rapporti finanziari e crediti societari.