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Cerveteri, associazioni e movimenti in piazza per difendere la bandiera della pace

11 gennaio 2019 | 06:05
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Cerveteri, associazioni e movimenti in piazza per difendere la bandiera della pace

L’Anpi: Scagliarsi contro la bandiera della pace è solo un mezzuccio per guadagnare visibilità politica sul territorio”

Cerveteri – Dopo le polemiche sull’esposizione della bandiera della pace sulla facciata del Municipio di Cerveteri (leggi qui) movimenti e associazioni del territorio scendono in piazza per manifestare solidarietà alla scelta del sindaco Pascucci.

Per sabato 12 gennaio è previsto un presidio, dalle ore 10 alle ore 13, davanti al Monumento ai Caduti, al quale parteciperà anche l’Anpi che in una nota invita “anche la cittadinanza ad esporre il vessillo arcobaleno alle finestre, ai balconi, in luoghi visibili, e alla tracotanza di chi vorrebbe andare a rimuovere di sua mano la bandiera della pace dal Comune di Cerveteri, con tanto di annunciata manifestazione rispondiamo con i fatti e cioè con la giurisprudenza“.

“Il caso delle bandiere della pace risale alla guerra in Iraq (2003) quando molti Comuni le esposero. ‘L’art. 12 del D.P.R. 07/04/2000 n. 121 – recita la sentenza in questione – ( Cassazione – Esposizione delle bandiere all’esterno degli Edifici pubblici) demanda all’autonomia normativa e regolamentare delle Pubbliche Amministrazioni (comune, provincia, regione) la possibilità di esporre gonfaloni e/o bandiere diverse da quella Nazionale e dell’Unione Europea (obbligatorie ‘ex lege’)’. Il DPR n. 121/2000 non contiene alcuna sanzione penale né alcun rinvio espresso a norme del Codice Penale”, sottolinea l’Anpi.

“Pertanto – si legge nel testo diffuso dai partigiani – l’esposizione della bandiera internazionale della Pace non costituisce reato, in quanto non esiste nel nostro ordinamento alcuna specifica norma sanzionatoria. Deve quindi applicarsi correttamente il principio di diritto ‘Nullum crimen, nulla poena sine lege’!. Nel diritto penale vige il principio della tassatività della norma e quindi il divieto dell’analogia, ne consegue che in assenza di una norma penale specifica non esiste alcun reato”.

Non è possibile neppure applicare il reato di vilipendio della bandiera dello Stato, previsto dall’art. 292 c.p. – prosegue il comunicato – Infatti il vilipendio della bandiera Nazionale presuppone una manifestazione di spregio o disprezzo del nostro tricolore; a tal proposito il Tribunale di Milano ha correttamente sostenuto che: ‘Il vilipendio punito dall’art. 292 c.p. non è qualsiasi forma di dissenso politico e aggressione allo Stato ed ai suoi simboli rappresentativi, bensì è il comportamento gratuitamente offensivo e fine a se stesso esorbitante dal legittimo esercizio della libertà di manifestazione del pensiero, in quanto non funzionale alla manifestazione di critica politica’ (25/5/2001)”.

“Esporre la bandiera dell’”arcobaleno” non solo non costituisce alcun ‘disprezzo’ per il tricolore italiano – afferma l’Anpi -, ma anzi fa onore alla bandiera Nazionale proprio perché serve a ricordare ai cittadini ed ai governanti quanto e’ stabilito dall’art. 11 della Costituzione Repubblicana: ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali'”.

Conclude dicendo: “A nostro avviso, scagliarsi contro la bandiera arcobaleno, come se fosse un pericolo pubblico, è solo un mezzuccio per guadagnare visibilità politica sul territorio. E nella studiata ignoranza i nuovi ‘bravi’ di Casa Pound spacciano per intimazione la risposta della Prefettura che ha puntualizzato come vanno collocati i vessilli: ‘Non è impedita la possibilità di esporre la bandiera della pace ma questa andrà issata in posizione distante e ben separata da quelle istituzionali’. Quindi il Comune di Cerveteri è in regola”.

(Il Faro Online)