Comune di Roma, mazzette in edilizia: 4 arresti e 9 interdizioni professionali

14 gennaio 2019 | 11:11
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Comune di Roma, mazzette in edilizia: 4 arresti e 9 interdizioni professionali

Dipendenti del Comune di Roma agli arresti domiciliari e professionisti sospesi per corruzione: favorivano il rilascio di documenti edilizi in tempi rapidi

Roma – Quattro dipendenti comunali agli arresti e nove professionisti sospesi per un anno dall’esercizio per l’accusa di corruzione. Per la magistratura si era creato un sistema per il quale in cambio di mazzette i dipendenti, uno dei quali di Risorse per Roma, facevano ottenere copia di documenti edilizi in tempi rapidi ai professionisti.

Sono stati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma ad aver dato attuazione stamattina, lunedì 14 gennaio, a un’ordinanza con la quale il Tribunale ha applicato le misure degli arresti domiciliari per 4 dipendenti (3 di Roma Capitalee 1 della società in house Risorse per Roma S.p.A.) impiegati presso il Direzione Edilizia del Comune e dell’interdizione dall’esercizio della professione, per un anno, nei confronti di 9 soggetti tra architetti, ingegneri e geometri. Sono finiti agli arresti domiciliari per il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio: Rocco Di Girolamo di 65 anni, Antonio Di Pietro di 63, Fabio Piccioni di 55 e Guido Federico di 65.

Le indagini, dirette dalla locale Procura della Repubblica e condotte dal Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno fatto emergere un collaudato sistema corruttivo in base al quale, previa corresponsione di somme di denaro – variabili in ragione della tipologia di richiesta – i predetti professionisti riuscivano ad ottenere in pochi giorni il rilascio di copia di documenti edilizi che, seguendo l’ordinaria procedura, avrebbe richiesto anche alcuni mesi. Secondo il dispositivo firmato dal Gip Chiara Gallo, sulla scorta di intercettazioni e riscontri documentali, gli indagati ricevevano per telefono o tramite sms le richieste di documenti da ottenere in due-tre giorni ad un prezzo variabile tra 30 e 100 euro a seconda della pratica edilizia.

Gli accertamenti, scaturiti dalla denuncia presentata da un dirigente dell’Ente locale, hanno portato alla luce un inquietante mercimonio di pubbliche funzioni, nel cui contesto gli “ordinativi” venivano effettuati telefonicamente ed era previsto un “tariffario” che contemplava sconti per i clienti abituali o in caso di plurime richieste. Neppure il trasferimento di uno degli odierni arrestati ad altro incarico è stato sufficiente a impedire la prosecuzione delle attività illecite.

Oltre alla riduzione dei tempi di evasione delle pratiche, il sistema consentiva di risparmiare il versamento dei diritti, seppur di importo ridotto, previsti per la consegna o consultazione dei documenti. Come viene stigmatizzato nel testo dell’ordinanza, “si tratta di un vero e proprio ‘mercato parallelo’, un secondo lavoro che i dipendenti esercitano all’interno dell’ufficio, con i mezzi dell’ufficio, ed in contrasto con le regole interne ad esclusivo beneficio dei professionisti che li hanno assoldati”.

E’ importante ricordare che per la legge gli indagati e arrestati fino a sentenza di terzo grado sono da considerare innocenti e che le prove dell’ipotesi di reato si formano durante il processo.