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Olimpus Parco Leonardo, Zarzana: “Siamo una big family”

18 gennaio 2019 | 06:05
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Olimpus Parco Leonardo, Zarzana: “Siamo una big family”
Olimpus Parco Leonardo, Zarzana: “Siamo una big family”
Olimpus Parco Leonardo, Zarzana: “Siamo una big family”
Olimpus Parco Leonardo, Zarzana: “Siamo una big family”

Si frequentano anche fuori dal campo le giocatrici di Mister Ciotti. Racconta di questo aspetto e della sua vita Simona Zarzana, difensore e mamma. Non solo nella vita.. ma anche nel calcio.. perché ? Ecco svelato il mistero..

Fiumicino – Una famiglia nella famiglia sportiva. Quante volte succede nello sport ? Ci sono padri e figli. Allenatori e atleti. La storia di Pino Maddaloni segna il tempo. Il papà che lo allena e lui che vince le Olimpiadi di Sydney.

Sempre un passo indietro però, tra il campo e il bordo campo. Un confine. Non per l’Olimpus. Nella  squadra femminile nata questa estate da un sogno dei fratelli Berardo, anche loro. Madre e figlia. Simona e Beatrice. Zarzana e Quilli. Due opposti sul rettangolo di gioco. Una delle più grandi in maglia blu e una delle più piccole a puntare alla porta. Difesa e attacco. Simona fa il difensore e Beatrice gioca più avanzata. Velocissima.

E quanti episodi preoccupanti per Simona che la vede correre. Le avversarie la vorrebbero fermare. Il calcio è maschio si sa ma la piccola quindicenne Bea non molla e mamma Simona che si preoccupa in partita. Ma fino ad un certo punto. Entrambe giocatrici della compagine di Mister Ciotti sanno vestire bene i panni delle atlete che rappresentano Parco Leonardo in Serie D. E Simona lo racconta: “Mi trattengo molto – dichiara nella sua intervista – so gestire la mia reazione. Se vuoi giocare devi accettare anche questo”.

E da giocatrice appassionata e seria, la Zarzana della difesa dell’OlimpusParco Leonardo mantiene la calma, in campo. Se le avversarie vogliono fermare Beatrice lei si comporta da giocatrice. Da compagna di squadra: “Quando torniamo a casa discutiamo sulla partita”. Se le altre giocatrici del team si lasciano il campo alle spalle tornando a casa, Simona affronta ancora l’argomento “calcio”. E lo fa con sua figlia. Ma non solo. Marito e figlio entrambi innamorati del pallone ne parlano.

E’ la bellezza di chi ha una passione. E Simona per il calcio l’ha sempre avuta. Solo da tre anni però gioca. Prima nella categoria amatoriale con il Real Fiumicino si divertiva ad inseguire la palla, adesso in Serie D, le cose sono un po’ diverse. Nella categoria antecedente ai professionisti della C, Simona e compagne si danno da fare in gara. Non mollano. Si diverte ancora la mamma del team, ma con uno spicchio di spirito di competizione che condivide con ampi margini, con il resto della truppa dell’Olimpus. E’ una delle amazzoni che rappresentano il quartiere di Fiumicino.

Lei abita all’Isola Sacra ma in campo rappresenta tutto il territorio del Comune laziale e in giro per il Lazio, da il cuore, insieme alle altre e con Bea. Stanno vivendo un momento di flessione nel torneo. Dopo un avvio scoppiettante, ecco un po’ di rilassamento. Probabilmente fisiologico, se la compagine arriva da una categoria non prettamente competitiva. Ma loro lo sono sul rettangolo di gioco e danno il meglio. Con carattere, con la forza di una donna.

Tra poche ore ci sarà la prima partita del girone di ritorno. Allo Stadium, Simona e compagne giocheranno con il Trastevere. Una delle squadre più ostiche del torneo. Con tanta voglia di risalire e tornare a prendersi i tre punti. Lo sottolinea Simona. Ma l’obiettivo del campionato è il quinto posto e sarebbe eccezionale se le ragazze di Ciotti potessero agganciare i piedi del podio. Il sogno è arrivare tra le prime cinque del campionato di calcio a 5 del Girone B.

Lo spera Simona e vuole lasciare un segno in questa squadra. Come i suoi gol hanno fatto fino ad ora. Ricorda l’emozione di quello siglato nel derby con il Ladispoli. Insieme a Luana Pallaria, autrice della prima rete, ecco Simona chiudere la pratica con la sua. E farlo giocando in difesa è ancora più bello: “Non vado spesso in avanti, ma quando capita ed è capitato anche di segnare..è stato bellissimo”. Lo ammette il difensore del team di Parco Leonardo. E con il Ladispoli e in trasferta la gioia è stata grande.

Mancano sette punti per sognare e Ciotti le incoraggia le sue amazzoni. Con una partita in meno ancora e da recuperare, tutto sembra ancora possibile. E poi..si vedrà.. Intanto la Zarzana della difesa ama raccontare di sé e di sua figlia. Dell’importanza del gioco di squadra e dei valori che lo sport può trasmettere. Ecco le sue parole..

Cara Simona, facciamo il punto sul campionato. Dopo un inizio positivo, state vivendo un periodo di flessione. Quali sono le tue impressioni ?

“Abbiamo lavorato tanto dopo le vacanze. Anche se alcune ragazze non sono state bene. La partita persa contro la Luiss in casa ha avuto un risultato immeritato. Nel calcio, succede anche questo. Quando la palla non vuole entrare non c’è niente da fare. Abbiamo sbagliato il rigore e ci siamo innervosite..”.

Nel prossimo turno, giocherete con il Trastevere in trasferta. Come state preparando questa sfida ?

“Abbiamo avuto un incontro dopo la scorsa partita. Abbiamo parlato delle cose da correggere e quelle da conservare. Abbiamo parlato con il mister dell’incontro con il Trastevere. La prepariamo sul lato tecnico. Vediamo come possiamo migliorare, per prendere i tre punti che da un po’ mancano”.

Qual è l’obiettivo che vi siete prefisse per questo campionato ?

“Vogliamo crescere tutte insieme. Noi veniamo dall’amatoriale. Ci sono ragazze che hanno militato in altre serie. Luana Pallaria è più esperta, gioca da tanti anni. Ci da una mano. Io spero che riprendiamo la giusta strada..per arrivare almeno al quinto posto. Con queste sconfitte che abbiamo avuto..sembra lontana la meta..ma il mister ci dice sempre che ci mancano solo sette punti, con una partita in meno da recuperare. Speriamo.. vorremmo stare tra le prime cinque. Comunque vada per noi è stato il primo anno di Serie D e quello che viene sarà un’esperienza comunque. Noi siamo tenaci e combattiamo  fino alla fine”.

Perché hai accettato di far parte del progetto Olimpus ?

“Ho mia figlia Beatrice che gioca con me. Questa passione l’ha sempre avuta. Mia figlia gioca da tre anni. Ha cominciato con i maschietti. Poi ha abbandonato. E’ cresciuto il fratello e ha cominciato a giocare a pallone e lei ha ripreso la sua passione tra i piedi. Il calcio femminile sta crescendo, ma sul calcio a 11 ci sta qualche perplessità ancora. Nel calcio a 5 le cose erano migliori. E allora abbiamo trovato una squadra. Il Real Fiumicino. Mi ci sono messa pure io e abbiamo dato il via a questa avventura. Abbiamo avuto l’offerta di Matteo e Alessio Berardo e abbiamo provato a fare questa esperienza”.

Cosa ti piace del calcio Simona ?

“Il gioco di squadra. Ho incontrato persone che mi fanno stare bene. Noi siamo una “big family”. Oltre la passione per il calcio ci unisce l’affetto. Ho sempre giocato, sia con i miei nipoti che con i miei figli. Ho cominciato a giocare  da poco. Mi sono detta che avrei potuto tentare questa strada..ed eccomi qui. Ho avuto questa possibilità. Ho iniziato con l’amatoriale. E’ il terzo anno che gioco. Cerco di migliorarmi sempre di più. Prima giocavamo con il Real Fiumicino. E poi sono passata all’Olimpus in Serie D”.

Qual è la differenza che tu hai percepito tra la categoria amatoriale e l’attuale Serie D ?

“Stiamo incontrando squadre con giocatrici di alto livello. Con giocatrici che scendono dalla A ed anche dalla C. Hanno molta esperienza e sono brave. Per noi è sempre una battaglia. Quasi un esame. Ti metti sempre alla prova. Io sono una delle più grandi insieme alla Pallaria. Le altre sono più piccole, come mia figlia Beatrice Quilli. Ci sono di tutte le età. A volte con difficoltà superiamo l’esame. Di sicuro noi giochiamo con il cuore”.

Qual è la caratteristica della vostra squadra ?

“Quando ci sono dei problemi noi ne parliamo tra noi. Cerchiamo sempre di aiutarci. Ci incontriamo fuori dal calcio, questa è la forza del gruppo. Cerchiamo di aiutarci. Anzi.. abbiamo Emanuela Arma con noi. La ragazza non udente. E’ passata con noi dall’Olimpus Roma, giocava con la juniores. L’abbiamo accolta a braccia aperte. E’ stato subito amore a prima vista. Reciproco. Si trova bene con noi. E’ un tipo forte di carattere e si trova bene. Si gioca tutte insieme”.

Avere una giocatrice come Emanuela Arma in squadra, probabilmente può rappresentare un segnale importante verso la società. Lo sport abbatte le barriere..

“Certo. Si può fare tutto con lo sport”.

Qual è il tuo ruolo in squadra ?

“Sono centrale difensivo. A volte vengo impiegata anche sul lato destro. Quest’anno gioco centrale difensivo. Sono una bella capoccia tosta (ride) sono propensa per le retrovie. Sono grintosa e attenta. Difendo”.

Qual è l’emozione più bella che hai vissuto in campo ?

“Ho fatto un gol con il Ladispoli. Grande emozione. Abbiamo segnato io e Luana Pallaria. iro poco in porta. E’ stata una bella emozione. Giocare mi rende sempre orgogliosa. Si gira nel calcio a 5, ma tendo ad essere più difensiva. Ma si gioca tutti in avanti”.

Sei una mamma che gioca. Probabilmente hai una sensibilità particolare nei confronti dei valori che divulga il calcio. Cosa pensi di questo ?

“E’ importante trasmettere i valori del calcio buono. Io giro tanti campi, dal calcio a 5 a quello a 11. Vedo tante cose.. . Però il messaggio dello sport buono è giusto. Lo sport fa bene. Specialmente quello di squadra. I ragazzi devono comprendere l’aggregazione e l’unione di squadra ed essere indirizzati bene, anche dagli allenatori”.

Ti sta cambiando il calcio Simona ?

“Un po’ si. Trovo delle giocatrici molto aggressive. Io non sono così in campo. Nella vita magari sono più coriacea ma nel calcio cerco di calmare le acque.. anche con le mie compagne. Nei confronti dei falli o degli sbagli arbitrali”.

Vivi in squadra una particolare realtà. Gioca con te tua figlia Beatrice Quilli. Siete madre e figlia in campo, allora. Come vivete questa situazione ?

“Non nego che qualche arrabbiatura me la prendo. Lei ancora ha 15 anni con gli ormoni a mille (ride) e mi riprende.. . Quando torniamo a casa discutiamo sulla partita.. ma comunque la viviamo bene. In casa siamo tutti giocatori.. in famiglia ne parliamo..appassionati di calcio. Consigli da parte di tutti”.

Quando sei in campo, ti preoccupi di tua figlia ?

“Devo dire che mi trattengo molto. Anche quando prende dei falli, è più dall’esterno che c’è preoccupazione, io la vedo direttamente e so gestire la mia reazione. Lei è molto veloce e cercano tutte di fermarla.. penso che può farsi male.. e allora mi preoccupo. Ma questo è il calcio. Se vuoi giocare devi accettare anche questo. Lati positivi e negativi. Noi siamo molto rispettose delle avversarie”.

Ti rende orgogliosa rappresentare una squadra del territorio dove abiti ?

“Si certo. Quando dico che gioco per Parco Leonardo mi sento molto orgogliosa”.

Che cosa ti ha convinto a partecipare a questo progetto ?

“Siamo state prese tutte insieme. Decisione unanime. Ne abbiamo parlato e deciso di provare. La  Serie D è importante e la giochiamo tutte insieme”.

Con la squadra maschile esiste uno scambio di consigli ?

“Ci siamo allenati sempre in campi diversi, non ci vedevamo. Abbiamo fatto una partita insieme prima di Natale, divertente. Ma non abbiamo mai parlato della tattica direttamente. Sicuramente siccome ci alleniamo allo Sporting Fiumicino adesso, ci vediamo più spesso. Perché no.. ? Potremo allenarci anche insieme .. “.

(Il Faro on line)