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Simeone: “Dalla Regione via libera alla coltivazione del peperone e del peperoncino nella piana di Fondi e del sud pontino”

Simeone: "L'interdizione di queste coltivazioni era dovuta al proliferare del punteruolo del peperone che aveva raso al suolo ettari ed ettari di terreno."

Sabaudia, San Felice, Terracina, Fondi, Sperlonga, Gaeta, Formia e Minturno – Confermata l’anticipazione di due mesi fa. Dopo 5 anni di blocco, la Regione Lazio ha dato il via libera alla ripresa della produzione del peperone e del peperoncino nei Comuni del sud della provincia di Latina e nella piana di Fondi.

Giuseppe Simeone, presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione socio sanitaria e welfare della Regione Lazio esprime la sua personale soddisfazione per il risultato raggiunto, al termine di una lunga battaglia.

Si tratta di un momento importante per il comparto agricolo del nostro territorio dopo anni di stallo causati dall’interdizione di queste coltivazioni per via del proliferare del punteruolo del peperone che aveva letteralmente raso al suolo ettari ed ettari di terreno, cancellando intere coltivazioni e compromettendo i raccolti -afferma il consigliere regionale di Forza Italia- su questo tema ci siamo battuti in Consiglio regionale, raccogliendo l’appello proveniente dagli imprenditori, anche attraverso la presentazione di una interrogazione al question time, per chiedere, tra l’altro, a Zingaretti di sostenere le aziende colpite dal blocco delle produzioni, prendendo in considerazione forme di compensazione per il gravoso danno economico subito.

Arriva finalmente una boccata di ossigeno per il nostro territorio e, in particolare, per i Comuni di Fondi, Sperlonga, Monte San Biagio e Terracina che nei mesi di ottobre e novembre sono stati colpiti, a causa della tromba d’aria e del maltempo, da ulteriori ingenti danni che hanno messo in ginocchio l’economia locale in generale e quella agricola in particolare”.

La produzione del peperone rappresenta per il territorio una vera e propria ricchezza, dà lavoro a migliaia di famiglie generando un volume d’affari di diversi milioni di euro. In paesi come il Canada e l’Olanda, il coleottero è stato eradicato con successo grazie a una combinazione di severe misure igieniche, modifica delle condizioni ambientali e trattamenti fitosanitari.

Nella determina approvata si prende atto dell’avvenuta eradicazione del punteruolo ‘Anthonomus eugenii’ e di conseguenza vengono rimosse: 1) la delimitazione di “zona focolaio” riferita all’area geografica costituita dalla porzione dei territori dei comuni di Fondi, Sperlonga, Monte S. Biagio e Terracina; 2) la delimitazione di “zona di sicurezza” riferita all’area geografica che comprende le porzioni dei territori dei comuni di Terracina, Fondi, Sperlonga e Monte S. Biagio che non rientrano nella “zona focolaio”, a cui si aggiungono, per intero, i territori dei comuni di S. Felice Circeo, Sabaudia, Pontinia, Sonnino, Amaseno, Vallecorsa, Lenola, Campodimele, Itri, Gaeta, Formia, Spigno Saturnia e Minturno.

(Il Faro on line)