Il progetto |
Cronaca Locale
/

Terracina, Legambiente e Sib Confcommercio insieme per diventare ‘guardiani della costa’, nasce “Ecolabel”

7 febbraio 2019 | 14:01
Share0
Terracina, Legambiente e Sib Confcommercio insieme per diventare ‘guardiani della costa’, nasce “Ecolabel”

Giannetti e Di Spigno: “Lanceremo insieme al dipartimento nazionale Legambiente Turismo, il progetto per l’ottenimento dell’etichetta ecologica (ecolabel).”

Terracina – “Legambiente nazionale ha sempre mostrato attenzione verso le coste e le spiagge italiane, elaborando dossier preziosi come il recente “Le Spiagge sono di Tutti”,  un documento analitico che mette in risalto che, nel nostro Paese, le concessioni demaniali marittime sono in totale 52619 e, 27335 sono per uso turistico ricreativo.

Si può così stimare – fanno sapere, in una nota, da Legambiente Terracina – che oltre 60% dei lidi in Italia sono occupati da stabilimenti balneari, con un solo 40% destinato alla libera fruizione.

La nostra associazione, pur consapevole che il settore della balneazione attrezzata è composto di 30.000 imprese e impiega circa 100 mila addetti si è fatta, quindi, carico di chiedere modifiche al quadro nazionale degli arenili italiani per la tutela, chiedendo, soprattutto, come è ovvio che sia, un aumento delle spiagge libere ma, soprattutto, che vi siano premialità per la qualità ambientale degli stabilimenti, una rimodulazione dei canoni che tenga conto anche di sgravi per la riqualificazione ambientale, un maggiore controllo di legalità per evitare che le concessioni diventino appannaggio della criminalità organizzata.

È da molti anni, poi, che Legambiente monitora la salute del mare e delle coste: dall’abusivismo edilizio nel dossier “Mare monstrum” ai casi locali di erosione costiera in “Spiagge indifese”, fino al Rapporto Ambiente Italia 2016, tutto dedicato a questo tema.

Secondo i dossier, è più di un terzo delle nostre spiagge ad essere soggetto al fenomeno di degrado delle coste; e più della metà dei litorali italiani sono stati trasformati irreversibilmente da costruzioni edilizie, per la maggior parte abitazioni private e questo nonostante la legge Galasso – che tutela le aree a 300 m dalle coste-, dagli anni Ottanta l’andamento è di 8 km ogni anno.

La situazione dell’erosione costiera, poi, sta ormai diventando un’emergenza nazionale e sul fenomeno incidono vari fattori: sia la scomparsa, causata dal consumo di suolo, di 4/5 delle dune costiere, sia la sempre maggior difficoltà per fiumi imbrigliati da dighe e altri sbarramenti di riportare i necessari sedimenti, a volte anche erroneamente prelevati.

Alcuni tentativi di contrasto all’erosione, come le scogliere artificiali, hanno solo peggiorato il fenomeno, visto che le barriere modificano il flusso delle correnti, moltiplicando così l’effetto dell’erosione nelle spiagge vicine, e visto che le barriere sono ormai considerate superate e dannose nella concezione dalla maggior parte della comunità scientifica.

Per Legambiente oggi servono, invece, risposte di ingegneria naturalistica: recuperare cioè gli apporti dei corsi d’acqua, e adoperarsi per il ripascimento morbido, ovvero la riaccumulazione di sabbia sulle spiagge, evitando di sprecare troppe risorse in ripascimenti sabbiosi di durata irrisoria e volumi irrilevanti o progetti di frangiflutti perpendicolari e paralleli alla costa, mettendo al centro la protezione degli ambienti dunali e le praterie di Posidonia, così come il contrasto alla impermeabilizzazione degli alvei fluviali che non permettono più nessun apporto detritico, senza progetti di strutture in mare, almeno se non si mette in cantiere l’abbattimento del cemento sulla costa e la rinaturalizzazione dei fiumi.

Spiagge già fragili dovranno, infine, affrontare i cambiamenti climatici: la prospettiva più plausibile, secondo il rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), è che, a causa del riscaldamento globale, alla fine del secolo il mare si alzerà in media da 70 cm a 100 cm rispetto al 1700. Tra gli effetti più devastanti ci sarà la futura invivibilità delle coste causata dall’innalzamento dei mari, che sommergerebbe le coste.

Il nostro Circolo, fin dalla sua nascita, ha iniziato una proficua collaborazione con la fitta rete di Stabilimenti di Terracina, insieme al Sindacato Balneari di Confcommercio, lavorando fianco a fianco per la creazione di consapevolezza sulle problematiche ambientali delle coste e delle spiagge e la loro gravità e la diffusione di comportamenti virtuosi soprattutto per la prevenzione della plastica e della sostituzione con bio-plastiche, arrivando a creare una innovativa rete territoriale, una delle prime in Italia, denominata Plastic Free Beaches Terracina, impegnata a diffondere buone pratiche durante l’estate e che ha sviluppato importanti progetti con i pescatori come “Fishing for Litter Terracina” e che è stata riconosciuta anche come iniziativa “Plastic Free” dal Ministero dell’Ambiente.

“Come Circolo Legambiente attivo, ci occupiamo di tutelare e preservare la natura degli habitat costieri, liberare l’accesso alle spiagge e liberarle dal cemento, avviare una radicale riqualificazione dell’esistente e progettare e realizzare opere di adattamento dell’erosione costiera, a partire dalla salvaguardia dei sistemi dunali, lavorare per l’adozione di un approccio integrato e complessivo di riqualificazione della costa.

Chiediamo con urgenza un tavolo tecnico cittadino permanente con associazioni, balneari, amministrazioni ed esperti, che sia in grado di interloquire con la Regione e il Ministero, facendo un ragionamento di sistema su tutto il litorale e non interventi spot.

Inoltre, grazie alla stabilizzazione dei titoli concessori, lanceremo finalmente a breve il progetto di conversione ecologica degli stabilimenti, partendo inizialmente con gli Stabilimenti Balneari soci di Legambiente e iscritti a Confcommercio SIB, e costruiremo una iniziativa congiunta sia sul fronte dell’Osservatorio dei Rifiuti cittadino, per contrastare aumenti indiscriminati della Tariffa Rifiuti- che non tengono conto dei comportamenti virtuosi messi in atto in particolar modo nei confronti della plastica-, e chiederemo insieme la costituzione di un Tavolo sulla Salvaguardia della Costa dai fenomeni erosivi, per portare all’attenzione delle Amministrazioni locali, la conoscenza e il sapere della Categoria dei Balneari e di Legambiente.

Con un prossimo convegno, aperto a tutti, lanceremo insieme al dipartimento nazionale Legambiente Turismo, il progetto locale per l’ottenimento dell’etichetta ecologica (ecolabel) “Consigliato per l’impegno in difesa dell’ambiente”, un progetto strategico che mira a incrementare la qualità ambientale delle località turistiche e delle strutture ricettive, partendo da un marchio di qualità ambientale che contraddistinguerà gli stabilimenti balneari aderenti alla Rete e che vede in primo piano proprio le politiche di riduzione dei rifiuti plastici per ridurre l’impatto delle proprie attività ma anche le politiche di promozione del territorio.

Una struttura ricettiva e/o turistica “Consigliata da Legambiente per l’impegno in difesa dell’ambiente”, si impegna a migliorare la propria gestione ambientale, con particolare riferimento alla riduzione dei rifiuti con acquisti più mirati, la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio, il risparmio idrico ed energetico con un uso razionale delle risorse naturali e la sicurezza degli alimenti”, dichiarano Anna Giannetti, presidente del Circolo locale di Legambiente e  Felice Di Spigno, coordinatore della rete Plastic Free Beaches Terracina e presidente della sezione Terracina del Sindacato Balneari Sib.

(Il Faro on line)