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Papa Francesco: “Quando si prega, il male ha i giorni contati”

27 febbraio 2019 | 13:25
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Papa Francesco: “Quando si prega, il male ha i giorni contati”

Il Pontefice agli oltre diecimila pellegrini che affollano piazza San Pietro: “La preghiera scaccia ogni timore, quando preghiamo il male ha paura di noi”

Città del Vaticano – “Quando Gesù incomincia a predicare, il primo a pagarne le conseguenze è proprio il male che affligge il mondo. Il male ha i giorni contati, non è eterno, non può più nuocerci: è arrivato l’uomo forte che prende possesso della sua casa. E questo uomo forte è Gesù, che dà anche a noi la forza per prendere possesso della nostra casa interiore”.

Papa Francesco prosegue il ciclo di catechesi dedicate al “Padre Nostro”, soffermandosi sulla frase “Sia santificato il tuo nome”. Lo fa in piazza San Pietro, dove tornano a svolgersi le tradizionali Udienze Generali del mercoledì, presieduta fino alla scorsa settimana nell’Aula Paolo VI a causa del freddo e del maltempo.

Sotto un sole quasi primaverile, alle oltre diecimila persone che affollano l’abbraccio del colonnato del Bernini, il Pontefice spiega la prima delle sette invocazioni della preghiera cristiana più conosciuta.

Una preghiera, fa notare il Papa, formata da sette domande facilmente divisibili in due sottogruppi: le prime tre hanno al centro il ‘Tu’ di Dio Padre; le altre quattro hanno al centro il ‘noi’ e le nostre necessità umane”.

Nella prima parte Gesù ci fa entrare nei suoi desideri, tutti rivolti al Padre; nella seconda è Lui che entra in noi e si fa interprete dei nostri bisogni: il pane quotidiano, il perdono dei peccati, l’aiuto nella tentazione e la liberazione dal male.

Per Bergoglio, “ogni preghiera umana è sempre fatta, da una parte, di contemplazione di Dio, del suo mistero, della sua bellezza e bontà, e, dall’altra, di sincera e coraggiosa richiesta di quello che ci serve per vivere, e vivere bene”.

Poi, una precisazione: “Quando parliamo con Dio, non lo facciamo per rivelare a Lui quello che abbiamo nel cuore: Lui lo conosce molto meglio di noi!”. “Se Dio è un mistero per noi, noi invece non siamo un enigma ai suoi occhi. Dio è come quelle mamme a cui basta uno sguardo per capire tutto dei figli: se sono contenti o tristi, se sono sinceri o nascondono qualcosa…”, sottolinea Francesco.

Il primo passo della preghiera cristiana, dunque, è “la consegna di noi stessi a Dio, alla sua provvidenza”. Il Pontefice fa notare come Gesù, nel discorso della montagna, “subito dopo aver trasmesso il testo del ‘Padre nostro’, ci esorta a non preoccuparci e non affannarci per le cose“.

Una contraddizione, perché “prima ci insegna a chiedere il pane quotidiano e poi ci dice: ‘Non preoccupatevi dunque dicendo: che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?'”. Ma la contraddizione, fa notare il Papa,  “è solo apparente: le domande del cristiano esprimono la confidenza nel Padre; ed è proprio questa fiducia che ci fa chiedere ciò di cui abbiamo bisogno senza affanno e agitazione”.

Se si crede in Dio si deve cercare di vivere la giustizia con tutti, secondo la regola d’oro: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Mt 7,12).

— Papa Francesco (@Pontifex_it) February 27, 2019

Ed è per questo “che preghiamo dicendo: ‘Sia santificato il tuo nome’” poiché in questa frase “si sente tutta l’ammirazione di Gesù per la bellezza e la grandezza del Padre, e il desiderio che tutti lo riconoscano e lo amino per quello che veramente è”.

Non solo: “nello stesso tempo c’è la supplica che il suo nome sia santificato in noi, nella nostra famiglia, nella nostra comunità, nel mondo intero”.

È Dio che santifica, che ci trasforma con il suo amore, ma nello stesso tempo siamo anche noi che, con la nostra testimonianza, manifestiamo la santità di Dio nel mondo, rendendo presente il suo nome. Dio è santo, ma se noi, se la nostra vita non è santa, c’è una grande incoerenza! La santità di Dio deve rispecchiarsi nelle nostre azioni, nella nostra vita. “Io sono cristiano, Dio è santo, ma io faccio tante cose brutte”, no, questo non serve. Questo fa anche male; questo scandalizza e non aiuta.

E prosegue: “La santità di Dio è una forza in espansione, e noi supplichiamo perché frantumi in fretta le barriere del nostro mondo”.

Quando Gesù incomincia a predicare, il primo a pagarne le conseguenze è proprio il male che affligge il mondo”, tanto che “gli spiriti maligni imprecano (cfr. Mc 1,24)”.

Non si era mai vista una santità così: non preoccupata di sé stessa, ma protesa verso l’esterno. Una santità – quella di Gesù – che si allarga a cerchi concentrici, come quando si getta un sasso in uno stagno. Il male ha i giorni contati – il male non è eterno –, il male non può più nuocerci: è arrivato l’uomo forte che prende possesso della sua casa (cfr. Mc 3,23-27). E questo uomo forte è Gesù, che dà anche a noi la forza per prendere possesso della nostra casa interiore.

La preghiera scaccia ogni timore“, dice infine il Papa. Che conclude: “Noi abbiamo una grande certezza: Dio mi ama; Gesù ha dato la vita per me! Lo Spirito è dentro di me. È questa la grande cosa certa. E il male? Ha paura. E questo è bello“.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media