Quota 100

Scuola, quota 100: Sono 17 mila su 77 mila le domande di pensionamento anticipato

2 marzo 2019 | 15:20
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Scuola, quota 100: Sono 17 mila su 77 mila le domande di pensionamento anticipato

Orizzonte Scuola: “Adesso toccherà a scuole e Inps accertare il diritto alla pensione”

SCUOLA – Sono 17 mila su 77 mila le domande di pensionamento anticipato. Una su quattro di quelle preventivate. Per il prossimo anno, comunque, si prevedono almeno 70 mila cattedre scoperte.

Cambieranno i decimali, ma sull’anticipo pensionistico che richiede almeno 38 anni di contributi e 62 di età, per la scuola i giochi sono fatti: a fronte di 77.483 domande, l’Inps ha comunicato che ci sono circa 17 mila richieste presentate da insegnanti, Ata e presidi. Tra queste, le richieste dei docenti dovrebbero essere attorno alle 14 mila unità; poi ci sono oltre 21 mila pensionati che usufruiscono dei requisiti imposti dalla legge Fornero o che lasciano per età o contributi versati; ma anche le 32.217 cattedre non assegnate ai ruoli la passata estate

Per sapere con certezza se potranno lasciare il lavoro, docenti, Ata e dirigenti scolastici dovranno attendere diverse settimane. Secondo la rivista specializzata Orizzonte Scuola, “adesso toccherà a scuole e INPS accertare il diritto alla pensione. Un’operazione che potrà essere svolta entro il 31 maggio”. Nel frattempo, “il Ministro Bussetti continua a ribadire che l’anno scolastico sarà avviato regolarmente. Una informativa su quota 100 sarà fornita ai sindacati durante la riunione al Miur del 5 marzo prossimo”.

I CONTEGGI

I conti sono inequivocabili: per quanto riguarda quota 100, le domande dei docenti dovrebbero essere quantificate attorno alle 14 mila unità; poi ci sono oltre 21 mila pensionati che usufruiscono dei requisiti imposti dalla legge Fornero o che lasciano per sopraggiunti limiti di età o per aver sforato i 41 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in più per gli uomini); ma anche le 32.217 cattedre non assegnate ai ruoli la passata estate; a cui si potrebbero aggiungere almeno 30 mila posti di sostegno agli alunni disabili, sempre che si sblocchi l’attuale assurda determinazione delle cattedre con scadenza 30 giugno anziché 31 agosto. P .

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, torna a chiedere con forza di “riaprire le GaE e di estendere il doppio canale di reclutamento alle graduatorie d’istituto. Qualsiasi altra soluzione, considerando la lentezza con cui si stanno conducendo i concorsi, andrà a compromettere il turnover. Con il paradosso, tutto italiano, che ci ritroveremo con decine di migliaia di docenti abilitati e candidati al ruolo, con tutti i titoli a posto, ma che continuano ad essere relegati nelle graduatorie che non portano a quell’assunzione definitiva che mai in questo momento sarebbe servita per ridurre i disagi derivanti dall’assegnazione di un numero inaudito di supplenze annuali”.

“Inoltre – continua Pacifico – non va mai dimenticato che continuiamo a detenere il numero di insegnanti più anziani d’Europa e quindi servirebbero provvedimenti analoghi a quelli oggi in vigore in altri Pasi, come la Germania, dove si continua a lasciare la cattedra anche con soli 27 anni di anzianità senza decurtazioni sostanziali. Invece, in Italia continua a governare le pensioni la riforma Fornero: prima di tutto perché i fondi per quota 100 sono inadeguati e limitati a tre anni; in secondo luogo perché si è studiato ad arte un sistema per penalizzare chi lascia prima, facendo ricadere la decisione di rimanere sul lavoratore e non sui disincentivi imposti”.

“È tutto dire che i pensionamenti attesi tra i docenti dovevano essere 50-60 mila, invece se ne vanno meno della metà della metà. Con l’aggravante che sono in buon numero pure stanchi e vittime del burnout, quindi esposti alle malattie psichiatriche e oncologiche che ne derivano. A salvarli dal pensionamento alle soglie dei 70 anni potrebbe essere l’inclusione della docenza, a tutti i livelli, tra le professioni usuranti. Ma il motto del governo del cambiamento – conclude Pacifico – sinora, tranne piccole novità, sembra proprio essere quello di chi vuole cambiare tutto per non cambiare nulla”.