Impianti di mitilicoltura e itticoltura nel Golfo di Gaeta, in arrivo la mozione per la delocalizzazione offshore

11 marzo 2019 | 15:50
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Impianti di mitilicoltura e itticoltura nel Golfo di Gaeta, in arrivo la mozione per la delocalizzazione offshore

Marciano: “La comunità – non solo di Formia – dovrà ritrovarsi presto per manifestare anche fisicamente la sua domanda di cambiamento.”

Formia – Dopo la recente inchiesta – che ha visto finire tra gli indagati 18 concessionari che nell’area del Golfo di Gaeta hanno impianti di mitili e itti coltura, accusati di aver inquinato l’area con i loro retini (Leggi qui)a Formia il delicato tema ambientale è tornato alla ribalta. 

Sabato mattina, infatti, il tema era all’ordine del giorno della Commissione Ambiente, che si è conclusa, all’unanimità, con la presa di due indirizzi ben precisi: usare tutte le pressioni possibili in Regione affinché la Commissione Ambiente Regionale organizzi un’audizione per ascoltare le ragioni e le motivazioni per avviare la sperimentazione per la delocalizzazione degli impianti e avviare un iter procedurale attraverso l’avvocatura comunale per fare chiarezza sulle concessioni scadute e sulle inadempienze esistenti.

A confermarlo è stato proprio il sindaco di Formia, Paola Villa, che sui suoi canali social ha poi aggiunto: “È arrivato il momento che la delibera di Area Sensibile prenda corpo e consistenza tenendo conto anche dei dati inerenti elementi inquinanti, in particolare azotati e fosfati, emersi dalla relazione Samobis.
Non si resta più a guardare!”

La mozione per la delocalizzazione

Su quanto emerso durante la Commissione Ambiente, però è voluto tornare il consigliere di minoranza Claudio Marciano che, nel pomeriggio stesso, sui suoi canali social, ha scritto: “Nel prossimo Consiglio Comunale proporremo, assieme a tutti gli altri gruppi consiliari, una mozione per impegnare il Comune ad adottare tutti gli atti legali, amministrativi e politici per ottenere la delocalizzazione degli impianti di mitilicultura e itticultura.

Dopo l’indagine della Procura sull’inquinamento ambientale da retini di plastica e la verifica sullo stato delle concessioni – alcune scadute e mai rinnovate, altre in scadenza – ci sentiamo in dovere di proporre un’accelerazione del procedimento di offshoring di questa pesantissima “servitù ambientale” per Formia e tutto il Golfo.

È, infatti, inaccettabile – prosegue la nota – che un milione di metri quadri del nostro mare sia occupato da allevamenti di pesci e cozze a volte senza titolo amministrativo e in evidente incompatibilità con la legge – i regolamenti e l’inquadramento del Golfo come Area Sensibile sanciti dalla Regione Lazio-.

In commissione ambiente c’è stata l’unanimità su questa linea e abbiamo fornito alla Sindaca e alla maggioranza tutta la nostra disponibilità per fare un lavoro comune.

Lo spirito è quello giusto, ma – conclude la nota – bisogna evitare di farsi stritolare dalle lungaggini politico-burocratiche dietro cui si celano vischiosi conflitti di interesse. La comunità – non solo di Formia – dovrà ritrovarsi presto per manifestare anche fisicamente la sua domanda di cambiamento.”

(Il Faro on line)