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Ostia, forza Manuel. “Sono tornato me stesso”

13 marzo 2019 | 16:50
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Ostia, forza Manuel. “Sono tornato me stesso”

Manuel Bortuzzo, il nuotatore di 20 anni paralizzato alle gambe per gli spari all’Axa, incontra la stampa al Polo natatorio. “Sopra sono perfetto e il mio obiettivo restano le olimpiadi”

Ostia – Manuel che sorride. Manuel che brinda. Manuel che distribuisce ottimismo e speranza. Nulla è cambiato nel carattere di questo atleta di 19 anni, nuotatore per passione, paraplegico per destino. Se non fosse per un maledetto proiettile che gli ha reciso il midollo spinale inchiodandolo su una sedia a rotelle.

Manuel Bortuzzo 50 giorni dopo quella maledetta notte di piazza Eschilo, ha voluto incontrare la stampa e ringraziare chi non gli ha fatto mancare mai l’affetto ed il sostegno. Lui che ringrazia chi, invece, ha tratto esempio e coraggio. E che in questo non manca di restare ancora una volta sorpreso.

«Il mio obiettivo era quello di partecipare alle Olimpiadi e non è cambiato: se tutto andrò bene ci andrò» ha esordito nel giorno del suo ritorno al centro federale FIN di Ostia, il primo fuori dalla Fondazione Santa Lucia dove sta facendo la riabilitazione. «Se c’è la speranza di andare ai Giochi? Certo, nella mia testa c’è sempre speranza. Non ho pensato alle Paralimpiadi, voglio prima vedere dove posso arrivare», aggiunge il nuotatore 19enne, rimasto paralizzato agli arti inferiori dopo essere stato ferito nella notte tra il 2 e 3 febbraio all’Axa, il quartiere disteso tra Roma e Ostia.

Da sinistra il papà di Manuel, Franco, la fidanzata Martina e il presidente della FIN, Paolo Barelli

Da sinistra il papà di Manuel, Franco, la fidanzata Martina e il presidente della FIN, Paolo Barelli

«Il sorriso c’era prima e c’è adesso, non sono cambiato. Manuel che piange è molto raro ma ci sono stati momenti, soprattutto a inizio terapia, in cui non riuscivo nemmeno a girarmi sul lettino. Lì sono stato colpito da un pò di sconforto ma ora ci rido su, perché riesco a girarmi benissimo. Sono fortunato che mi sono ripreso al 110 percento – dice nell’incontro con la stampa – Ok, non ho più l’uso delle gambe, ma sopra sono perfetto. Forse il terrore più grande era quello di non tornare più me stesso».

«Non mi cambierebbe niente, penso che se li avessi davanti mi metterei a ridere, perchè non ha senso quello che hanno fatto» ha risposto a chi gli ha chiesto se fosse arrabbiato con chi gli ha sparato e per tutto quello che è successo. «No, l’ho detto un sacco di volte. Io in quel momento stavo vivendo la mia vita, ero felice, non stavo facendo niente per andare incontro a una cosa del genere. Evidentemente doveva succedere»