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Terracina, presentata in III Commissione la posizione del Wwf su agricoltura e pesticidi

13 marzo 2019 | 15:50
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Terracina, presentata in III Commissione la posizione del Wwf su agricoltura e pesticidi

Il WWf: “Necessari un regolamento e il controllo sull’uso della chimica nelle campagne e un’inversione di tendenza nella nostra agricoltura.”

Terracina – “Dopo gli ultimi eventi avvenuti nell’autunno del 2018, che hanno colpito pesantemente l’Italia e la nostra provincia, con meteore raramente osservate, nubifragi, trombe d’aria, allagamenti, smottamenti , è giunto il momento -fanno sapere, in una nota, i membri del Wwf litorale pontinodi fare alcune considerazioni e appelli a quanti svolgono un ruolo Istituzionale (Regione, Comuni, Associazioni di Categoria , Società Civile, …), per quanto riguarda la salvaguardia del territorio e sul suo utilizzo, sulla attività agricola che rappresenta, per noi, una grande risorsa economica che utilizza e condiziona la maggior parte del territorio provinciale.

Gli eventi che si sono verificati in quest’ultimo periodo, sono sicuramente legati ad una particolare situazione climatica che ha prodotto nel periodo equinoziale un’atmosfera particolarmente ricca di energia , calore, che ha innescato e sorretto le meteore , e ha prodotto un’eccezionale piovosità che si è concentrata in poco tempo sul nostro territorio provocando una vera catastrofe.

La pioggia caduta non è riuscita a defluire regolarmente in mare, utilizzando le normali vie naturali e quelle create dall’uomo soprattutto dopo la bonifica, spesso mal gestite o non curate; e soprattutto i terreni sotto il livello del mare sono arrivati velocemente alla saturazione capillare e si sono allagati, mettendo in pericolo molte colture in atto.

A tal proposito – prosegue la nota -, si possono iniziare a fare alcune considerazioni su come è cambiata l’agricoltura nel nostro territorio, passando da coltivazioni estensive, dove venivano sostanzialmente rispettate la stagionalità e le norme delle rotazioni colturali, alle coltivazioniintensive, che hanno allargato le dimensioni dei campi coltivati, abolendo fossi e scoline, alla Agricoltura protetta e forzata, con estese attività di serricoltura, che è arrivata a coprire migliaia di ettari, la superficie agricola utilizzabile (SAU) provinciale.

Fino agli anni ‘80, la superficie agricola del nostro territorio era adibita a coltivazioni di cereali, erbai, ortaggi, barbabietole, vigne, legate spesso alla zootecnia da latte, con ordinamenti che oltre all’habitat naturale e al suolo rispettavano, essendo più confacenti ad esse, le caratteristiche dei territori di pianura.

Tutto questo significava anche rispettare le caratteristiche pedologiche e orografiche, oltre al rispetto dell’avvicendamento tra piante miglioratrici e depauperanti, che avevano sui terreni un ruolo importante nel rispetto delle colture e nell’utilizzo dei letami per il miglioramento delle caratteristiche della fertilità del terreno, oltre che delle produzioni.

Purtroppo, alla fine gli anni ’80 sono iniziati notevoli cambiamenti socio-economici in agricoltura e, con l’avvento delle quote (latte, zucchero e vino), molte aziende agricole non sono riuscite a sopravvivere. Stessa sorte è toccata alle aziende agro-industriali di trasformazione (Caseifici, Zuccherificio, Industrie di Trasformazione del pomodoro, cantine, conserve vegetali), che, in poco tempo, hanno abbandonato la provincia, causando un grande cambiamento delle produzioni agricole, con ricadute anche sull’ambiente e sul territorio, che si è man mano ricoperto sempre più di serre e di coltivazioni di kiwi e prugne.

Si è passati, così, da un’agricoltura non convenzionale ad un’agricoltura convenzionale, che ha portato notevoli cambiamenti, introducendo sistemi intensivi di coltivazione ottenendo notevoli vantaggi nella quantità di produzione.

Rispetto a tutto ciò, la superficie agricola, ma anche il suolo, ha subito un vero stravolgimento, i terreni risultano essere più sfruttati ( stressati ) di prima; sono cambiati, inoltre, i sistemi di coltivazione (ormai solo monocolture e serre) e, per questo, si sono aggravati i problemi di drenaggio delle acque meteoriche nel terreno.

Cosa comportano i sistemi di coltivazione in uso nel nostro territorio:

— Impoverimento del suolo agricolo con perdita di fertilità;

— Modifiche dell’equilibrio naturale del territorio, modificazioni delle fitocenosi e zoocenosi anche a livello edafico

— Peggioramento dello stato fisico del terreno, eccessi di lavorazioni profonde, utilizzo smodato di correttivi, concimi e geodisinfestanti, minor apporto di sostanza organica;

— Nuovi patogeni, Insetti,acari, funghi, batteri , virus esotici che non hanno rapporti con l’ecosistema e sfuggono ai processi di omeostasi naturali;

— Eccessivo utilizzo di concimi, fertilizzanti, antiparassitari, pesticidi,..;

— Inquinamento delle falde acquifere, soprattutto delle falde freatiche della pianura che sono sempre più salificate e inquinate a maggiore profondità;

— Inquinamento del mare, laghi, fiumi e canali;

— Scomparsa di molti insetti e soprattutto di nicchie di rifugio.

Per questi motivi- prosegue la  nota- , bisogna fare una serie di riflessioni e cominciare a pensare di favorire pratiche agricole sostenibili, incentivare le coltivazioni che abbiano caratteristiche legate al territorio e che i nostri agricoltori sanno produrre molto bene.

Proteggere le produzioni del luogo, non come prodotti di “NICCHIA”, che in pochi possono usufruire, ma sostenere e incentivare: I prodotti tipici della zona; Le qualificazioni delle produzioni e delle varietà preferendo quelle autoctone; Le poltiche di sostegno alla produzione con aiuti agli agricoltori; L’applicazione di nuove modalità produttive o agrotecniche che favoriscano un equilibrio ambientale ed il rispetto dei cicli naturali e produttivi con buona qualità dei prodotti ottenuti, tramite formazione specifica e programmi di sostegno; La trasformazione aziendale o locale ; Lo sviluppo, migliorandone la qualità, dei mercati locali per diminuire i soggetti della filiera di commercializzazione che comportano sempre un aumento del prezzo al consumo; L’integrazione tra la produzione e la trasformazione per aumentare la possibilità di mercato (es. industria farmaceutica).

Se è vero che in molti settori produttivi iniziano a farsi spazio i concetti di Ssostenibilità ed economia circolare come elementi essenziali a garanzia del futuro dell’umanità, l’attività produttiva agricola, che è quella più confacente, non può che farli propri.

Per questo – concludono dal Wwf- crediamo siano necessari un regolamento e il controllo del suo rispetto sulluso della chimica nelle campagne, oltre che un’inversione di tendenza nell’agricoltura del nostro territorio.”

(Il Faro on line)