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Almirante, Pascucci contro Grando: “Aberrante dedicare una piazza a chi istigò all’odio razziale”

16 marzo 2019 | 17:00
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Almirante, Pascucci contro Grando: “Aberrante dedicare una piazza a chi istigò all’odio razziale”

Il Sindaco di Cerveteri: “Deve far riflettere il silenzio del Viminale e della Prefettura di Roma conniventi con chi inneggia al fascismo occupando sedi pubbliche da oltre 15 anni”

Cerveteri – “L’odio razziale è qualcosa di aberrante e Giorgio Almirante nella sua carriera di fascista ne ha fatto una bandiera politica come dimostrano le parole scolpite nel testo La Difesa della Razza. Giorgio Almirante è stato membro del Partito Nazionale Fascista, aderì alla Repubblica di Salò e non solo non rinnegò mai il suo passato ma fu addirittura indagato per aver tentato di ricostruire il Partito Fascista dopo la guerra. Per questo anche solo aver pensato di dedicargli una piazza è qualcosa di vergognoso oltre che anti costituzionale”. A sostenerlo è Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e coordinatore nazionale di Italia in Comune.

“Una scelta provocatoria che originariamente prevedeva l’inaugurazione il 24 marzo, in concomitanza con le celebrazioni per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, poi anticipata per le polemiche sollevate dall’Anpi e non solo. Ma deve far riflettere in tutta questa storia il silenzio del Viminale e della Prefettura di Roma, sempre in prima fila su sgomberi o sulle bandiere della Pace esposte nei Comuni, ma gravemente assenti, se non conniventi, con chi inneggia al fascismo occupando sedi pubbliche da oltre 15 anni”, osserva Pascucci riferendosi alla sede di Casapound in Via Napoleone a Roma, a pochi metri dal Viminale.

“In questi anni – prosegue il sindaco di Cerveteri – abbiamo fondato le nostre comunità sui temi della Pace, del rispetto della Costituzione e dell’antifascismo. Lo abbiamo fatto come Sindaci mettendo la bandiera della pace sul palazzo comunale, dando la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati nella nostra nazione, promuovendo i temi dell’accoglienza e dell’integrazione. Azioni anche simboliche ma che hanno consentito di tenere alta l’attenzione, disegnando il sogno di una società migliore e indicando la strada che vogliamo percorrere per realizzarla”.

Per questo, conclude il primo cittadino, “faccio un appello al sindaco di Ladispoli in nome di quella Costituzione sulla quale giuriamo e che ripudia il fascismo. Se non per noi, se non per quei cittadini, l’amministrazione di Ladispoli riveda questa scelta almeno per tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita in nome dei valori dell’antifascismo e della Resistenza, regalandoci la libertà e la democrazia che abbiamo oggi nel nostro Paese. Quella democrazia che ci consente di essere democraticamente eletti sindaci delle nostre comunità e oggi, ancor più di prima, è necessario essere sindaci di tutti affinché torni indietro su questa scelta”.

(Il Faro online)