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Fibromialgia e ambienti di lavoro, uno studio Cfu-Asphi-Isal

18 marzo 2019 | 09:00
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Fibromialgia e ambienti di lavoro, uno studio Cfu-Asphi-Isal

Obiettivo: identificare supporti e strategie utili a migliorare la propria vita nell’ambito lavorativo

Roma – Un’indagine su eventuali difficoltà riscontrate in ambito lavorativo, con particolare riferimento a medie e grandi aziende. E’ il cuore di un progetto del Cfu Italia (Comitato fibromialgici uniti) per capire le difficoltà e/o i problemi che le persone malate di Fibromialgia incontrano durante l’espletamento delle normali mansioni lavorative.

“Ricordo – afferma  Barbara Suzzi – che la Sindrome Fibromialgica (SFM) è una malattia caratterizzata da dolore cronico diffuso. Questa sindrome conta più di 100 sintomi (astenia e fatica cronica, disturbi del sonno, stato confusionale, disturbi della vista, fibrofog, allergie, mioclonie, ipersensibilità, palpitazioni cardiache, dolore toracico, disturbi digestivi, dolore pelvico… ) molti dei quali altamente invalidanti, che peggiorano la qualità di vita, specie nei posti di lavoro.

FIBROMIALGIA, FOCUS GROUP SUGLI AMBIENTI DI LAVORO

Il CFU-Italia sta iniziando questo screening insieme alla Fondazione ASPHI Onlus e alla Fondazione Isal; lo scopo è acquisire storie di “disagio” in ambito lavorativo per ipotizzare e proporre accorgimenti utili per migliorare la condizione lavorativa.

La ricerca è finalizzata a studiare quali possono essere gli ‘adattamenti ragionevoli’ (prodotti e tecnologie – ICT e non, Ambiente naturale e cambiamenti apportati dall’uomo, Relazioni e sostegno sociale, atteggiamenti, servizi, sistemi e politiche) che possano migliorare la vita lavorativa delle persone colpite da fibromialgia.

La ricerca avrà una ricaduta innanzitutto sulle persone che soffrono di tale patologia, perché fra gli obiettivi prioritari vi è quello di identificare supporti e strategie utili a migliorare la propria vita, ma con la convinzione che sia possibile contribuire a cambiare il destino del loro percorso lavorativo, rendendolo più stabile e meno sofferto e precario.

Sarà inoltre fondamentale l’approccio al mondo delle imprese, le quali, assumendo maggiore competenza sull’argomento potranno eliminare pregiudizi e barriere, con positive ricadute sul proprio ruolo sociale e sulla reputation.

LE FASI DEL PROGETTO

Costituzione di una “Cabina di regia”, di alto profilo qualitativo ed esperienziale, composta dai partner del progetto, da ricercatori di vari Istituti nazionali, da rappresentanti dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, istituito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Coinvolgimenti delle persone fibromialgiche che si sono offerte come volontarie per fornire le proprie esperienze attraverso “focus group” a distanza (con la richiesta di compilare profili di funzionamento ICF) e in presenza.

Elaborazione dei dati e identificazione di casi pilota (persone e imprese).

Ipotesi di definizione linee guida tecniche.

Sviluppo di strumenti e di azioni di sensibilizzazione (portale informativo di I° livello, eventi regionali, ecc.).

COME SI PUO’ PARTECIPARE

La partecipazione è volontaria e totalmente anonima. Nessun dato sarà scorporato individualmente né inviato alle aziende di riferimento. Per aderire, o per chiedere ulteriori informazioni, si deve inviare una mail a info@cfuitalia.it

(Il Faro on line)