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Arresto De Vito, Codacons: “Stop allo stadio e scioglimento del consiglio comunale”

20 marzo 2019 | 10:30
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Arresto De Vito, Codacons: “Stop allo stadio e scioglimento del consiglio comunale”

Contestate consulenze ad amici di De Vito. L’inchiesta si aggiunge al procedimento su altri venti accusati di favoritismi per lo stadio della Roma

Roma – L’imprenditore «Luca Parnasi, al fine di acquisire il favore di Marcello De Vito, che guidava in qualità di presidente del Consiglio Comunale di Roma Capitale i lavori dell’Assemblea Capitolina riguardanti il progetto per la realizzazione del Nuovo Stadio della Roma, si è determinato, in adesione ad una specifica richiesta di De Vito, a promettere e poi ad affidare diverse remunerative consulenze all’avvocato Mezzacapo il quale ha operato quale espressione dello stesso De Vito». Dunque, secondo le motivazioni che hanno portato all’arresto, per il gip le consulenze date da Parnasi al collaboratore di De Vito servivano per asservire la funzione del presidente del Consiglio Comunale di Roma.

Oltre al presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito sono stati arrestati l’avvocato Camillo Mezzacapo, Gianluca Bardelli e Fortunato Pititto.

L’inchiesta sullo stadio della Roma è l’ultima tegola giudiziaria a finire sul Campidoglio. Dopo le inchiesta sulle nomine che hanno decapitato parte del Raggio magico, ovvero fedelissimi della sindaca come Raffaele Marra e Salvatore Romeo (quest’ultimo archiviato), le indagini su quello che doveva essere il gioiello eco sostenibile della giunta e dello sport capitolino hanno non solo impantanato il progetto ma complicato nuovamente la situazione politica in Campidoglio. Prima di Marcello De Vito, presidente d’Aula, era finire in carcere un altro fedelissimo come l’avvocato Luca Lanzalone, già presidente di Acea e da pochi giorni fuori anche dal Cda della multiutility capitolina. Il processo all’ormai ex superconsulente del Comune inizierà presto: il 5 marzo la procura ha infatti ha chiesto e ottenuto il rito immediato anche per il collega di studio di Lanzalone, l’avvocato Luciano Costantini e per Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, istituto previdenza dei dipendenti del Campidoglio.

Lanzalone è il primo a finire in un’aula di Tribunale nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio. A rischiare il processo anche altri venti, tutti accusati di fare parte di un sistema corruttivo che gravitava intorno al progetto che dovrebbe sorgere alle porte della Capitale, nella zona di Tor di Valle. Tra questi l’imprenditore Luca Parnasi, per la Procura figura apicale dell’associazione a delinquere, che -secondo l’accusa- ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell’ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio dello scorso anno. Un provvedimento che portò, tra l’altro, all’abbattimento del 50% delle cubature rispetto all’ipotesi iniziale. Con il costruttore rischiano di andare a processo per vari profili, anche l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Adriano Palozzi, l’ex assessore regionale del Pd, Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti.

L’ISTANZA DI CODACONS AL PREFETTO

Stop immediato al progetto dello Stadio della Roma e immediato scioglimento del Consiglio comunale. A chiederlo il Codacons, dopo l’arresto del presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito. «Presentiamo oggi stesso una istanza urgente al Prefetto di Roma e al Ministero dell’Interno affinché si provveda d’ufficio allo scioglimento del Consiglio comunale con contestuale nomina di un Commissario ad acta – si legge in una nota del Codacons – I reati per cui procede la Procura relativi a diversi grandi progetti immobiliari nella capitale e che hanno portato all’arresto di un esponente di spicco del M5S, sono talmente gravi da mettere a rischio la gestione della città con grave danno per i cittadini romani, e pertanto lo scioglimento del Consiglio comunale appare l’unica strada percorribile per garantire gli interessi della collettività».

Allo stesso modo, l’associazione di consumatori, che ha annunciato anche la volontà di costituirsi parte offesa nell’inchiesta della Procura capitolina – chiede «l’immediato stop al progetto dello Stadio della Roma, opera già al centro di gravi scandali che non può basare le proprie fondamenta sull’illegalità. Gli atti dell’inchiesta della magistratura saranno depositati al Tar del Lazio nell’ambito del ricorso da noi promosso per il blocco del progetto Tor di Valle».