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Ostia, omicidio preterintenzionale: condannata la coppia sexy-diabolica

21 marzo 2019 | 10:02
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Ostia, omicidio preterintenzionale: condannata la coppia sexy-diabolica

Riconosciuti colpevoli in primo grado Niko Caldiero e Naomi Caruso: con la promessa di un incontro sexy avevano attirato e poi ucciso un bengalese di 33 anni

Roma – Per il tribunale cono colpevoli di omicidio preterintenzionale: la coppia sexy-diabolica che a ottobre 2017 aveva accalappiato su un sito di incontri sexy un bengalese di 33 anni, lo aveva prima rapinato e poi ucciso.

La sentenza è arrivata ieri al termine del rito abbreviato che vedeva alla sbarra del Tribunale penale di Roma Naomi Caruso e Niko Caldiero, 20 anni all’epoca dei fatti, entrambi di Ostia. Sono stati condannati a 10 anni di reclusione lei e 14 lui per omicidio preterintenzionale di Milon Sayal. Non sono state accolte le richieste del pm Marcello Cascini che nella ricostruzione dei fatti aveva reputato molto più lieve e quindi meno punibile (chiesti 5 anni di carcere) la posizione della donna che non aveva partecipato direttamente all’omicidio.

Il successo dell’indagine si deve alla pervicacia del fratello della vittima, Shani, che non credeva a quanto sentenziato dai medici del Grassi quando Milon, raccolto in stato di incoscienza sul marciapiedi di via Enea Picchio, alla Nuova Ostia, era deceduto. Per i sanitari quella morte poteva attribuirsi ad un infarto, salvo poi accertare, attraverso l’esame autoptico effettuato su insistenza del fratello, che si trattava di emorragia cerebrale conseguente a trauma cranico.

Milon in ospedale era arrivato senza portafogli e senza cellulare, un costoso iPhone. Ed è seguendo le tracce di quel telefonino che la Polizia di Stato è riuscita a ricostruire la storia. Quell’8 ottobre 2017 Naomi aveva allettato il bengalese con un appuntamento dopo averlo agganciato su un sito di incontri sessuali. Milon e Noemi si sarebbero dovuti vedere in via Enea Picchio. Ma ad aspettarlo, a sua insaputa, il giovane bengalese ha trovato Niko Caldiero che gli ha sferrato il pugno in pieno viso. Un colpo che avrebbe dovuto tramortire la vittima e che invece, considerata la violenza, lo aveva fatto cadere sul marciapiede, procurandogli un ematoma alla testa che lo porterà alla morte in ventiquattr’ore.

Caldiero, che aveva precedenti penali, non aveva però rinunciato al bottino: prima di scappare aveva preso l’iPhone 6 e il portafogli con i mille euro che Sayal aveva con sè per pagare l’affitto del suo appartamento. Il telefonino era stato rivenduto dalla donna per poche decine di euro, senza immaginare che grazie a quella mossa avrebbe attirato su di sè i sospetti. Confermati poi dai tabulati telefonici e da una confessione indiretta descritta in questo articolo..