Delocalizzazione degli impianti di acquacoltura a Formia, la proposta di Claudio Marciano

24 marzo 2019 | 14:00
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Delocalizzazione degli impianti di acquacoltura a Formia, la proposta di Claudio Marciano

Marciano: “Formia non deve più chiedere, deve agire.”

Formia – “Ieri ho protocollato una proposta di deliberazione consiliare sulla delocalizzazione degli impianti di acquacoltura.

Il lavoro di redazione – fa sapere, in una nota, il consigliere di minoranza Claudio Marciano – è stato condiviso con la sindaca Paola Villa e l’avvocatura comunale, come concordato nella recente commissione ambiente.

La delibera ricostruisce la storia di questo conflitto ambientale, mai veramente riconosciuto come tale, e nel dispositivo impegna il Comune a fare quattro cose:
– A verificare, anche tramite accesso agli atti, se vi sono impianti che oggi operano in assenza di un rinnovo amministrativo da parte della Regione e nel caso a relazionare agli organi di controllo competenti;
– A diffidare la Regione Lazio dall’attuare qualsivoglia proroga agli attuali concessionari in scadenza nel 2020 in quanto tale atto sarebbe in contrasto con le leggi, i regolamenti e le delibere della Regione stessa sul Golfo area sensibile;
– Di costituirsi parte civile nell’eventuale processo sull’inquinamento del Golfo da retini di plastica, a seguito dell’indagine della Procura della Repubblica;
– Dato che non si hanno dati aggiornati sull’inquinamento prodotto dagli impianti nell’attuale dislocazione e con l’attuale estensione, di richiedere ad Arpa uno studio e in caso di ritardo di commissionarlo ad un’università o centro di ricerca pubblico

Se qualcuno pensa che questa delibera sia inutile e che – prosegue la nota –  il problema si risolva attraverso le “buone relazioni” in Regione, si sbaglia completamente.

Quella fase ha già prodotto il possibile, in particolare le norme che ci servono per mandare via gli impianti. Poi tutto è finito nelle sabbie mobili della burocrazia, dei cambi di amministrazione, delle rotazioni dirigenziali. Formia non deve più chiedere, deve agire.

Il rischio è il rinnovo delle concessioni per altri 10 anni, ora che siamo finalmente giunti alla loro scadenza.
La delibera – conclude la nota . sarà oggetto di un apposito Consiglio Comunale che si terrà spero non oltre il mese di Aprile.”

(Il Faro on line)