“Cristo vive”, Papa Francesco a Loreto firma l’esortazione post sinodale dedicata ai giovani

25 marzo 2019 | 16:02
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“Cristo vive”, Papa Francesco a Loreto firma l’esortazione post sinodale dedicata ai giovani
“Cristo vive”, Papa Francesco a Loreto firma l’esortazione post sinodale dedicata ai giovani
“Cristo vive”, Papa Francesco a Loreto firma l’esortazione post sinodale dedicata ai giovani
“Cristo vive”, Papa Francesco a Loreto firma l’esortazione post sinodale dedicata ai giovani
“Cristo vive”, Papa Francesco a Loreto firma l’esortazione post sinodale dedicata ai giovani
“Cristo vive”, Papa Francesco a Loreto firma l’esortazione post sinodale dedicata ai giovani

Nella Santa Casa il Pontefice presiede la Santa Messa nel giorno dell’Annunciazione del Signore, poi la preghiera dell’Angelus sul sagrato della basilica lauretana: “Non cadiamo in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano”

Loreto – Grande festa a Loreto per la visita di Papa Francesco, giunto come pellegrino al santuario della Santa Casa nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Annunciazione del Signore, per firmare l’esortazione apostolica post sinodale dedicata ai giovani.

Il Pontefice presiede la Santa Messa proprio tra le mura che, secondo la tradizione, sono quelle dell’abitazione di Maria. Quello odierno è stato un evento che non avveniva più da 162 anni: l’ultimo a celebrarvi messa, infatti, era stato Pio IX, nel 1857.

A prendere parte alla celebrazione, all’interno del santuario, nessuna autorità ma malati su sedie a rotelle, volontari che li accompagnano e giovani. Fuori, la piazza è stracolma. “Ti vogliamo bene”, “Tu sei Pietro”, “Viva il papa” alcune delle scritte su cartelli e striscioni tra la folla.

Il saluto alle popolazioni terremotate

Durante il volo in elicottero che lo ha condotto da Roma a Loreto, Bergoglio ha trovato il modo anche di far sentire la sua presenza e la sua vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto nelle zone interne delle Marche.

Alle 8.45, infatti, l’elicottero con a bordo il Pontefice si è abbassato sulla cittadina di Amandola (Fermo) e ha sorvolato a bassissima quota il campo sportivo, dove in sua attesa si erano radunati centinaia di residenti e gli alunni delle scuole che sventolavano bandierine bianche e gialle, i colori del Vaticano.

Il Papa ha salutato i presenti dal finestrino dell’elicottero, mentre sul terreno del campo sportivo i bambini erano disposti per formare la scritta “Ciao”. “Ecco il Papa! Ecco il Papa”, hanno gridato molti dei presenti. Il tutto è durato pochi istanti, prima che l’elicottero proseguisse per Loreto, ma in un clima di grande emozione.

La firma dell’esortazione post sinodale

Terminata la messa, Papa Francesco, ha firmato l’esortazione post-sinodale dedicata ai giovani. Ha vergato la sua sigla sul documento appoggiato sull’altare dinanzi all’immagine della “Madonna nera” venerata da milioni di pellegrini.

Il Pontefice, sempre all’interno della casa che la tradizione vuole essere quella di Nazareth, ha poi consegnato il documento, che sarà pubblicato il 2 aprile, all’arcivescovo delegato di Loreto, mons. Fabio Dal Cin.

La Santa Casa è la casa dei giovani, perché qui la Vergine Maria, la giovane piena di grazia, continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione”. Ha detto il Santo Padre nel suo discorso ai fedeli sul sagrato del Santuario della Santa Casa di Loreto, “insigne santuario tanto caro al popolo italiano”, ha sottolineato, “oasi di silenzio e di pietà“, dove “sono custodite le mura che, secondo la tradizione, provengono da Nazaret, dove la Vergine Santa pronunciò il suo ‘sì’, diventando la madre di Gesù”.

“Per questo – ha spiegato il Pontefice – ho voluto firmare qui l’Esortazione apostolica frutto del Sinodo dedicato ai giovani. Si intitola ‘Christus vivit’“.

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(Il Faro online) – Foto © Vatican Media

La dinamica della vocazione

Rivolgendosi alle migliaia di pellegrini che affollavano il sagrato della basilica, il Papa ha spiegato come nell’evento dell’Annunciazione “appare la dinamica della vocazione espressa nei tre momenti che hanno scandito il Sinodo: ascolto della Parola-progetto di Dio; discernimento; decisione”.

Per Bergoglio, “la chiamata alla fede e ad un coerente cammino di vita cristiana o di speciale consacrazione è un irrompere discreto ma forte di Dio nella vita di un giovane, per offrirgli in dono il suo amore”.

Il suo disegno sulla nostra vita personale e sociale non si percepisce rimanendo in superficie, ma scendendo a un livello più profondo, dove agiscono le forze morali e spirituali. È lì che Maria invita i giovani a scendere e a sintonizzarsi con l’azione di Dio.

Per quanto riguarda il discernimento, Francesco ha invitato, come Maria, a “scoprire le ‘sorprese’ di Dio. In lei c’è l’attenzione a cogliere tutte le esigenze del progetto di Dio sulla sua vita, a conoscerlo nelle sue sfaccettature, per rendere più responsabile e più completa la propria collaborazione“.

È l’atteggiamento proprio del discepolo: ogni collaborazione umana all’iniziativa gratuita di Dio si deve ispirare a un approfondimento delle proprie capacità e attitudini, coniugato con la consapevolezza che è sempre Dio a donare, ad agire; così anche la povertà e la piccolezza di quanti il Signore chiama a seguirlo sulla via del Vangelo si trasforma nella ricchezza della manifestazione del Signore e nella forza dell’Onnipotente.

La decisione “è il terzo passaggio che caratterizza ogni vocazione cristiana, ed è esplicitato dalla risposta di Maria all’angelo: ‘Avvenga per me secondo la tua parola’”. Quello di Maria è “il ‘sì’ della fiducia piena e della disponibilità totale alla volontà di Dio“.

Maria è il modello di ogni vocazione e l’ispiratrice di ogni pastorale vocazionale: i giovani che sono in ricerca o si interrogano sul loro futuro, possono trovare in Maria Colei che li aiuta a discernere il progetto di Dio su loro stessi e la forza per aderire ad esso.

Bergoglio pensa a Loreto come “a un luogo privilegiato dove i giovani possono venire alla ricerca della propria vocazione, alla scuola di Maria!”.

Da qui l’auspicio affinché si rilanci “il Centro ‘Giovanni Paolo II’ a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo”.

Ai frati cappuccini, custodi del santuario, ha poi chiesto “di estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa durante la tarda serata e anche l’inizio della notte quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione”.

Il Santuario della Santa Casa di Loreto, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia.

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(Il Faro online) – Foto © Vatican Media

Loreto, casa delle famiglie…

Loreto, ha proseguito il Papa, è anche “la casa della famiglia“. Ed è proprio dalla casa che ha visto crescere Gesù, il Pontefice ha lanciato un monito: “Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali“.

Per Bergoglio, “è necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società”.

“L’esperienza domestica della Vergine Santa sta ad indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale delle nostre comunità, ma devono camminare strettamene uniti, perché molto spesso i giovani sono ciò che una famiglia ha dato loro nel periodo della crescita”, ha aggiunto.

… e degli ammalati

Poi, un pensiero per le persone ammalate: “La Casa di Maria è la casa dei malati. Qui trovano accoglienza quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e la Madre porta a tutti la misericordia del Signore di generazione in generazione. La malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia“.

Quindi, a braccio, aggiunge: “Per favore, non cadiamo in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano“.

“La casa e la famiglia sono la prima cura del malato nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura. Ecco perché il santuario della Santa Casa è simbolo di ogni casa accogliente e santuario degli ammalati“, ha aggiunto Francesco.

Da qui invio ad essi, tutti, ovunque nel mondo, un pensiero affettuoso e dico loro: voi siete al centro dell’opera di Cristo, perché condividete e portate in maniera più concreta dietro a Lui la croce di ogni giorno. La vostra sofferenza può diventare una collaborazione decisiva per l’avvento del Regno di Dio.

“Basta aridità, serve più fraternità”

Infine, ai tanti giunti a Loreto in occasione della sua storica visita, ha affidato una missione: “Portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei spesso distratti, presi dagli interessi terreni o immersi in un clima di aridità spirituale”.

C’è bisogno di persone semplici e sapienti, umili e coraggiose, povere e generose. Insomma, persone che, alla scuola di Maria, accolgono senza riserve il Vangelo nella propria vita.

E, prima della preghiera dell’Angelus, un’invocazione alla Madonna: “La Vergine Santa aiuti tutti, specialmente i giovani, a percorrere il cammino della pace e della fraternità fondate sull’accoglienza e sul perdono, sul rispetto dell’altro e sull’amore che è dono di sé”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media