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Cronaca Locale
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Monica Fasoli lascia il direttivo della Lega di Ardea

26 marzo 2019 | 12:28
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Monica Fasoli lascia il direttivo della Lega di Ardea

Fasoli: “Non mi ritrovo nelle vesti della gestione del coordinamento locale, abbiamo modi e vedute diversi riguardo la politica”

Ardea – Avevamo documentato non troppo tempo fa, come ci fosse fermento nei gruppi politici di Ardea, a livello riorganizzativo, in previsione anche delle imminenti elezioni europee.

E ieri, è arrivato un nuovo comunicato stampa che annunciava le dimissioni dal direttivo della Lega di Ardea, da parte di Monica Fasoli.

“In data odierna – ha dichiarato ieri, Monica Fasoli –  ho mandato a mezzo ‘pec‘ una mia missiva che informa il coordinatore locale Luana Ludovici di Ardea della mia uscita dal direttivo. La scelta nasce dal fatto che non mi ritrovo nelle vesti della gestione del coordinamento locale, abbiamo modi e vedute diversi riguardo la politica e le iniziative da intraprendere per il territorio, pertanto, nonostante abbia sempre creduto nel partito del quale facevo parte già nel 2015 quando Salvini era al 2%, oggi mi trovo a fare un passo indietro pur rimanendo vicina al mio ideale di centro destra. A Dicembre – prosegue Fasoli – sono tornata con grande entusiasmo, ma in un gruppo politico ci deve essere intesa e fiducia, altrimenti se un giorno si governerà, lo squilibrio non può far gestire un Comune già pieno di difficoltà ed Ardea ha bisogno di struttura, capacità e voglia di dargli il giusto valore creando sviluppo e servizi. I cittadini, – conclude  Fasoli – ed io come cittadina, ci siamo stufati di vivere in una città che non offre nulla.”

Quello che sta accadendo in ambito politico locale (e forse, anche a livello Nazionale), riguardo migrazioni da un partito, o movimento o lista civica ad un’altra, dimissioni e nuove nomine, potrebbe essere letto in due modi: da una parte la necessità di riorganizzarsi da parte dei gruppi politici del territorio per recuperare le “simpatie” di un elettorato deluso dalle modalità e dalle strategie adottate dai politici territoriali, nelle ultime elezioni amministrative; dall’altra, la necessità, da parte di alcuni (tutti?), di creare un cambiamento sostanziale, nel modo di fare politica.

Viste così, tutte e due le letture dimostrerebbero, sulla carta, la volontà di recuperare la fiducia dei cittadini ma, chi saprà realmente dimostrare coerenza tra ciò che si predica e ciò che si pratica per il territorio e per i cittadini stessi?

La paura è che, mentre da una parte ci sono le ferme dichiarazioni di tutti di voler attuare un cambiamento di rotta da un punto di vista gestionale del rapporto cittadino/politica; dall’altra, si potrebbe assistere, nel concreto e in pratica, allo stesso “modus operandi” di fare politica del passato, per cui i cittadini stessi, già “frastornati” dalla precedente e “confusionale“, mandata elettorale di due anni fa, dove non si capiva bene “chi stava con chi e per cosa?” forse, guardano con sospetto e dubbi a questo cambiamento tanto decantato, che può essere confermato solo dimostrando coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.

Il sospetto che la cittadinanza possa dubitare in un prossimo cambiamento, di cui da troppo tempo si parla e di cui non vede ancora, neanche un piccolo cenno, pone la stessa nella condizione di essere scettica, oltre che stanca di assistere ad una politica, “dormiente” (volutamente, per strategia o involontariamente, per incapacità).

Follia – diceva il grande fisico A. Einstein – è pensare di voler ottenere nel presente risultati diversi da quelli attuali, facendo sempre le stesse cose che si facevano in passato.”

L’augurio è che ci sia la volontà, reale, da parte di tutti di abbandonare i vecchi schemi della politica, quali in primis, la nomina dall’alto dei rappresentati locali per dare maggiore libertà al territorio e applicare poi, nuove regole organizzative e comportamentali che siano in sintonia con il pensare, il dire e l’agire e, tutto questo, con l’unico fine sociale che dovrebbe avere la politica, al di là degli schieramenti, ovvero una sana gestione del bene comune per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini.

(Il Faro on line)