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I segreti del Ponte Morandi rivelati dal Rotary Ostia

29 marzo 2019 | 15:36
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Prezioso incontro del Rotary Ostia: il professor Alessandro Michelon, uno dei massimi esperti nazionali, rivela cosa è successo nel crollo del Ponte Morandi di Genova

Ostia – Un’occasione di conoscenza non solo tecnica ma anche di “ponte” tra le persone quella voluta dal Rotary Ostia giovedì 28 marzo al ristorante Mami. L’associazione di solidarietà presieduta dall’avvocato Domenico Stamato, infatti, ha incontrato il professor Alessandro Michelon, docente universitario e ingegnere tra i massimi esperti italiani in meccanica delle costruzioni.

Il Ponte Morandi: cronaca degli eventi nell’evoluzione della tecnica“: è questo il tema che ha richiamato un uditorio di oltre cento persone tra i più rappresentativi professionisti del litorale romano.

La burocrazia elefantiaca e l’aumento del traffico oltre ogni ragionevole previsione: nell’attesa che si concluda l’inchiesta della magistratura, sono queste due delle concause determinanti per quanto avvenuto la scorsa estate a Genova. Ore 11,36 del 14 agosto, sotto un potente nubifragio, cede la pila numero 9 del Viadotto Polcevera meglio conosciuto come Ponte Morandi dal progettista che lo fece costruire tra il 1963 ed il 1967. Vengono giù 149,12 metri di strada portandosi via le vite di 43 persone e lasciando senza una casa 566 residenti.

Di chi è stata la colpa?La magistratura sta conducendo le sue indagini – risponde il professor Michelon – Ci sono molti indagati al Ministero delle Infrastrutture, alla società concessionaria Autostrade, al Compartimento Anas di Genova. Spetterà ai giudici trovare la verità e fare giustizia“.

Era un evento prevedibile?Beh, è stato un un evento per il quale era stato richiesto da tempo un lavoro in base ad uno specifico progetto. Quei lavori necessari per la pila crollata erano stati eseguiti per la pila 11 che non è crollata per nulla. Le lungaggini ministeriali, delle autostrade, un ping pong tra istituzioni hanno ritardato per anni un intervento che, in base alle conseguenze, era da ritenersi urgente“.

Una cosa del genere può succedere ancora?Oggi ci sono norme specifiche, dettagliate, per le costruzioni che permettono di individuare i coefficienti e le riduzioni necessarie in relazione all’ambiente di lavoro del ponte. All’epoca non c’era nulla di tutto questo e nemmeno si conoscevano tanti effetti negativi che poi si sono verificati e che lo stesso Morandi, 12 anni dopo la realizzazione, quando era ormai in pensione, aveva iniziato a tirare fuori”.
Insomma, solo colpa delle istituzioni che non sono intervenute? “Il problema principale è la manutenzione che nella fase straordinaria non era presente nei progettisti e nelle opere che si sono costruite cinquanta anni fa. C’è stato poi un altro problema fondamentale ovvero l’aumento fortissimo del traffico, del peso medio delle automobili e dei trasporti pesanti: basti dire che all’epoca il carico di un mezzo pesante era massimo di 24 tonnellate e oggi è di 44. I carichi sul ponte così come il traffico, che è arrivato a 25 milioni di passaggi l’anno, sono aumentati notevolmente. Non sappiamo questo ponte per quali valori era stato dimensionato e anche le sicurezze esistenti si sono rivelate un po’ troppo ai limiti, insieme con tutti gli altri problemi dell’ambiente e della corrosione“.

Alcuni degli associati del Rotary Ostia

Alcuni degli associati del Rotary Ostia

Soddisfazione è stata espressa dai presenti e dal presidente del Rotary Ostia. “L’obiettivo principale del nostro club – sottolinea l’avvocato Domenico Stamatoè quello di far conoscere il territorio in positivo affrontando temi che hanno impatto sulla qualità della vita e facendo rete tra i professionisti che sono la parte sana di questa città. Nei nostri incontri affrontiamo temi di attualità che spesso hanno anche un significato simbolico. Parlare di ponti per me, per esempio, è guardare sempre oltre e superare le paure che ci sono, le barriere: il ponte è lo strumento attraverso il quale si può arrivare all’unione. Il nostro spirito rotariano è costituito da un mondo interconnesso unito da ponti. Il nostro slogan potrebbe essere meno muri e più ponti“.