Nuovi concorsi

Scuola, concorsi per diventare docente, tempi stretti: decreti in estate

8 aprile 2019 | 09:25
Share0
Scuola, concorsi per diventare docente, tempi stretti: decreti in estate

Pronto il concorso ordinario per infanzia e primaria, per 16 mila posti. Anche il concorso della scuola secondaria sarebbe imminente

Scuola – È quasi pronto il concorso ordinario per infanzia e primaria, per 16 mila posti: il decreto del Miur potrebbe essere pubblicato già a maggio. Intanto in migliaia, tra vincitori e idonei della precedente selezione, aspettano. E potrebbe comparire pure il domicilio lavorativo, dal forte sapore incostituzionale, in attesa della regionalizzazione

Anche il concorso della scuola secondaria sarebbe imminente: “Abbiamo già fatto un monitoraggio e siamo pronti anche per la secondaria”, ha spiegato il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. “Datemi il tempo per avere tutte le autorizzazioni del Mef per poter procedere”, ha quindi specificato il titolare del Miur.

Non sono solo i docenti del primo ciclo a trepidare per l’avvio del concorso ordinario: molto probabilmente – ha scritto Orizzonte Scuola – il bando per il concorso scuola secondaria sarà pubblicato in estate, con prove a partire dall’autunno e prime immissioni in ruolo da settembre 2020.

L’iter dei concorsi

Già è stato delineato l’accesso e l’iter dei due concorsi: quello rivolto ad aspiranti docenti del primo ciclo avrà validità biennale e sarà bandito solo in quelle regioni in cui le graduatorie del concorso 2016 presentano pochi aspiranti al ruolo. I requisiti di accesso saranno quelli del conseguimento del diploma magistrale – entro l’a.s.2001/02 – oppure la laurea in Scienze della Formazione o un titolo equipollente conseguito all’estero. Per i posti di insegnamento sul sostegno sarà richiesta la specializzazione.

Non servirà il servizio d’insegnamento ai fini dell’accesso. Al concorso per infanzia e primaria parteciperanno i diplomati magistrale espulsi dalle GaE dal Consiglio di Stato, i laureati in Scienze della Formazione e tutti i precari in possesso di un titolo analogo. Considerando la mancata richiesta di un minimo di giorni di supplenze, è prevedibile che le richieste di accesso al test preselettivo, pressoché scontato, toccheranno numeri stratosferici.

I requisiti di accesso

Sulla base del Decreto Legislativo n. 59/2017, poi modificato dalla Legge di Bilancio 2019, è possibile intercettare i requisiti per accedere al concorso riservato alla scuola secondaria: per accedere ai posti comuni (le classi di concorso a cui dà accesso la propria laurea) bisognerà essere in possesso dell’abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure della laurea (magistrale o a ciclo unico, oppure diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso) e 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche.

Per i posti comuni, inoltre, potrà partecipare al concorso, senza conseguire i 24 CFU, chi si candiderà dopo avere acquisito un’abilitazione per un’altra classe di concorso o per un altro grado di istruzione, fermo restando il possesso del titolo di accesso alla classe di concorso ai sensi della normativa vigente. Per gli ITP, gli Insegnanti Tecnico Pratici collocati nella tabella B del DPR 19/2016 modificato dal Decreto n. 259/2017, ancora per alcuni anni continuerà a bastare il diploma di accesso alla classe della scuola secondaria superiore.

Anche su questo ambito, per i posti di sostegno servirà il titolo di specializzazione sulla didattica “speciale”. Infine, i docenti con tre annualità di servizio (anche non continuativo, su posto comune o di sostegno, nel corso degli otto anni scolastici precedenti, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione) potranno partecipare al concorso con la sola laurea, senza quindi i 24 CFU per una delle classi per le quali hanno un anno di servizio.

Il commento di Marcello Pacifico, presidente Anief

“L’aspetto che non è stato ben chiarito – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che al Ministero dell’Istruzione continuano a dire che i concorsi rappresentano l’unica via per arrivare al ruolo. Solo che, poi, quando si bandiscono, il numero di posti è sempre inferiore a quello dei posti vacanti. Ma anche ammesso che lo superi, con le regole attuali non cambierebbe molto, perché molte cattedre continuerebbero a rimanere scoperte e senza titolare. Come è accaduto lo scorso anno, quando in estate quasi 33 mila posti destinati alle immissioni in ruolo, su circa 57 mila, quindi oltre la metà, sono andati deserti per via dell’ostinazione del Miur nel tenere chiuse le GaE e nel limitare l’utilizzo delle graduatorie d’istituto al conseguimento delle sole supplenze”.

“Va poi ricordato – conclude Pacifico – che il prossimo anno scolastico inizierà con tante cattedre scoperte, per via del licenziamento di 40 mila maestre al 30 giugno, mentre 7 mila di ruolo potrebbero andare a casa se non vincono il concorso riservato. E siccome sulla questione il Miur continua ad avere un atteggiamento pilatesco, la situazione non potrà che risolversi nei tribunali” – www.anief.org

(Il Faro online)