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“Città della Cultura 2019”, in arrivo una crociera sul mare di Circe per raccontare il progetto di San Felice, Ponza e Ventotene

11 aprile 2019 | 14:01
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“Città della Cultura 2019”, in arrivo una crociera sul mare di Circe per raccontare il progetto di San Felice, Ponza e Ventotene

“Il mare di Circe” è un progetto che ricerca nuovi modelli di crescita e nuovi indirizzi per l’industria turistica, legati alla cultura come cardine dello sviluppo.

San Felice Circeo, Ponza e Ventotene – La città della Cultura della Regione Lazio 2019 si presenta al mondo, in una crociera esclusiva, sul Mare di Circe, venerdì 12 aprile 2019, con partenza dal Porto di Ulisse di San Felice Circeo, alle ore 09,45.

Il 12 aprile sarà i lgiorno del passaggio di consegne, tra la città della Cultura della Regione Lazio 2018, Colleferro, e quella del 2019, San Felice Circeo, con una cerimonia  in mare, sulla nave Hipponion con le insegne del Mare di Circe, che salperà dal Porto di Ulisse di San Felice Circeo, per fare tappa a Ponza e a Ventotene.

Un giorno intero di navigazione e sbarchi in cui, le finalità del titolo, saranno illustrate dagli Assessori regionali competenti e il progetto e il programma, saranno presentati dai sindaci della Città della Cultura della Regione Lazio 2019, dal responsabile del progetto, dai membri dell’Ufficio della Comunicazione e dello Sviluppo, dai membri del Comitato Scientifico.

Un viaggio che racconterà le iniziative e le manifestazioni che animeranno i luoghi del il Mare di Circe, simbolo di unicità e di straordinaria bellezza della costa del Lazio.

Il mare di Circe, tra mito e narrazioni

San Felice Circeo evoca racconti straordinari, miti e leggende che sono patrimonio intimo di tutti, in tutto il mondo. Chiunque, tra i bambini e gli adulti, di ogni strato sociale, in ogni parte del globo, è affascinato dal mito della Maga Circe e dal racconto di Ulisse che, nel suo peregrinare, sbarca su quell’isola e incontra la bellissima Maga dai riccioli d’Oro.

Poco importa se l’Isola di Eea sia o non sia, in realtà, un’isola, dal punto di vista geografico. Poco importa se l’isola evocata da Omero sia davvero il Monte Circeo o, come affermano alcune teorie, peraltro non prive di fondamento, sia invece, l’isola di Ponza, frequentata dai greci e nota a Omero che potrebbe avere individuato la residenza di Circe, proprio nell’Isola dell’alba, tutta rosa. Poco importa se qualcuno non crede che Ventotene sia l’isola delle sirene che, invece, a Ventotene si possono vedere e se ne può ascoltare il canto, rimanendo affascinati e rapiti.

Poco importa, perché le narrazioni e i miti non si fermano, alla ricerca di prove documentali, ma volano alto ed entrano nei sogni, affrontando i misteri dell’immaginario e della fantasia, e alimentando il cuore e l’anima di visioni, di storie, di emozioni, di bellezza.

Cultura come cardine dello sviluppo

San Felice Circeo è una perla della costa laziale. Il turismo estivo, balneare, ma anche mondano, ha sempre visto, in San Felice Circeo, il simbolo del benessere e la rappresentazione di uno status superiore alla media. Una villa sul promontorio del Circeo è un lusso che pochi si possono permettere. Un po’ di più, ma non molti di più, sono coloro che possiedono una villetta nella parte bassa.

Tale modello ha funzionato bene fino agli anni ’70. Ha incominciato a scricchiolare negli anni ’80. E’ entrato, definitivamente, in crisi, negli anni ’90.

Oggi, San Felice Circeo, conserva briciole di quel turismo del lusso e della mondanità, che portava benessere, ricchezza e tanta attenzione dei media. È costretta a sopportare, invece, l’invasione del turismo balneare mordi e fuggi e chiassoso. Molti, infatti, sono coloro che si riversano sulle spiagge di San Felice Circeo, nelle domeniche d’estate, arrivando la mattina, prevalentemente da Roma e da Frosinone, e andando via nel pomeriggio.

I motivi sono diversi e molti nascono ancora prima della crisi generale, di questi ultimi anni. San Felice Circeo, negli anni dello sviluppo e della crescita, non ha saputo interpretare le dinamiche sociali e quelle legate all’industria turistica, in particolare, rispetto ai nuovi, diversi, modelli che si sono andati affermando e diffondendo.

San Felice Circeo si è adagiato su un modello che, mentre funzionava già stava diventando obsoleto, rimanendo tagliato fuori dai grandi flussi del turismo balneare attrezzato e non incentivando il turismo di tipo culturale, da affiancare a quello balneare di nicchia, importante e in grado di garantire presenze tutto l’anno.

Ponza, ancora di più di San Felice Circeo, l’isola emporio dei Fenici e rotta dell’Odissea, sopporta malamente la presenza chiassosa del turismo domenicale, riuscendo ad intercettare troppo poco, rispetto alla bellezza autentica, sacra, antica, selvaggia che esprime, il turismo che le permetterebbe di vivere oltre l’estate.

Ventotene, la più lontana dalla costa, distante e avulsa dal caos ferragostano, l’isola delle perfide sirene, da cui l’astuto Ulisse non si fece incantare, è l’isola che, più di tutte, vive la sua bellezza silenziosa e si nutre dell’esclusiva bellezza dei suoi fondali, oltreché del turismo legato alla sua storia recente, quella del novecento, della politica, del Manifesto Federalista, dell’Europa.

Guardare, con occhi attenti, alle potenzialità di tale arcipelago, straordinariamente bello, unico e sorprendente, abitato fin dall’antichità e raccontato da narratori e poeti di ogni epoca, è, anche, rimanere incantati dalla unicità di un mare bellissimo, solcato fin dalla preistoria, dall’uomo di Neanderthal e dai produttori di ossidiana del Neolitico, dai fenici, dai greci, dai romani, già teatro di naufragi e di grandi battaglie, di vittorie e di sconfitte, di amori, di sogni e di speranze, che ogni giorno, ancora oggi, ci dona pesce buonissimo e ci restituisce antichi tesori, dopo averli conservati per migliaia di anni.

Guardare con occhi attenti alle potenzialità di queste isole, come sorprendenti e straordinari gioielli, è ciò che, finalmente, si sta facendo, avendo scelto di mettere in rete la forza e la bellezza identitaria e connotante del Mare di Circe e delle sue isole, intorno al filo conduttore delle narrazioni e del mito.

Il progetto è ambizioso e ricerca nuovi modelli di crescita e nuovi indirizzi per l’industria turistica, legati alla cultura come cardine dello sviluppo, innovativi, sostenibili, partecipati e capaci di assicurare crescita economica e coesione e inclusione sociale, nel medio e lungo periodo.

Il Mare di Circe, che comprende i comuni di San Felice Circeo, Ponza e Ventotene, è la Città della Cultura della Regione Lazio 2019.

(Il Faro on line)